vendetta da morti

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piangere sulla propria lapide,

quando si è ancora vivi.

per ricordarci che il corpo c'è,

ma l'anima e seppellita.

LAYLA(POV)

mi risvegliai nel mio letto tutta rintontita la discussione con Ethan sembrava un sogno lontano ma sapevo nel profondo che era reale. vendetta. mi svegliai solo con quel sentimento avrei distrutto tutte le persone che mi avevano fatto male a costo di ammazzare anche me stessa.

andai a scuola ricarica di rabbia troppo profonda per essere espressa a parole volevo spaccare tutto e come prima cosa me ne andai dritta in sala preside

"vorrei cambiare istruttore del quinto anno non mi trovo bene con Ethan" cercavo di essere calma ma quel nome mi faceva ribrezzo pensare che prima mi piaceva pronunciarlo ero solo una stupida illusa. il preside era un uomo abbastanza anziano ma comunque molto bello ormai non ero nemmeno più sicura fosse umano

"mi dispiace ma non è possibile" cazzo ero fottuta non potevo stare accanto a lui senza ammazzarlo o ancora peggio farmi ammazzare ma non potevo nemmeno farmi buttare fuori da quella scuola da grande un lavoro non potevo trovarlo senza nemmeno la scuola superiore allora mi voltai

"grazie e arrivederci" il mio tono era pienamente sarcastico e sbattei la porte quando uscii.

la seconda tappa era trovare Jaxon Marck e Ares gli amici stretti di Ethan e minacciarli per sapere la verità conosci il tuo nemico per distruggerlo dall'interno. diceva cosi il detto vero? Sapevo dove era la stanza di Ares me l'aveva detto un a volta Katrin. perché un demone stra forte dovrebbe dormire in un posto del genere?. lui e un demone?. troppe domande mi confondevano la testa almeno avevo un nuovo coltellino sta volta affilato e l'assicurazione di no n potermi toccare visto che sono sotto la protezione di Ethan. poco dopo mi ritrovai davanti alla stanza numero 42 la porta era semplice in legno scuro non sapevo come comportarmi cosi bussai.

subito dopo un ragazzo con capelli biondi e occhi maroni apri la porta era Ares ci avevo parlato una sola volta e vidi la sorpresa nei suoi occhi ma non aspettai che reagisse entrai nella stanza velocemente e tirai fuori il coltello con il manico decorato dalla mia tasca e spingendolo sulla porta con tutto il mio peso la chiusi lui era schiacciato sul muro il mio coltellino era puntato sulla sua gola ma non ebbi il risultato che cercavo non aveva panico negli occhi forse perché era alto 20 centimetri più di me un lampo di paura gli baleno negli occhi solo quando spinsi di più il coltello e la sua pelle si stava per ferire. poi parlo

"Ethan mi aveva detto che eri aggressiva, ma non mi aspettavo puntassi subito alla gola"

"Ethan mi conosce troppo poco per sapere che punto subito alla gola" il mio era un ringhio

"non credo che avresti il coraggio di torcermi un solo capello"

staccai il coltello dalla sua gola e nel secondo in cui il coltello non era sulla sua carotide gli infilai nel coltello nel braccio facendo un taglio profondo poi staccai il coltello e insanguinato glielo puntai alla gola vidi la sua faccia solo per un istante contorcersi dal dolore

"sei pazza, mi aveva detto di non sottovalutarti"

La sua faccia era rigata da un arroganza che avrei voluto scomparisse ma rimase zitto così invitandomi a continuare a parlare

"Voglio sapere tutto sul contratto di protezione, se mi menti ti ammazzo oppure ti torturo finché non mi pregherai di farlo" la cosa che mi spaventava era il fatto che ero disposta a farlo

"Quando c'è stata la grande guerra e la spartizione dei regni si sono accorti di aver dato troppo potere alla notte, quindi decisero di fare un accordo i nobili puri del giorno non possono essere ammazzati dai demoni della notte invece i mezzosangue come te cioè secondi figli di nobili come era tua madre devono essere protetti da demoni della notte di solito Ethan non viene assegnato a nessuno ma visto che tua madre a fatto incazzare parecchi demoni e dovuto intervenire lui"

"Ma io sono figlia anche di un demone della notte"

"Quando sei secondo genito il potere della notte non passa ma soltanto quello del giorno per questo te non hai poteri ma comunque del sangue D'Angelo ti scorre nelle vene" quindi in parte io ero un angelo questa dichiarazione mi fece gelare il sangue nelle vene

"Perché i parados non hanno fermato i miei genitori"

"Hahahaha Ethan ti ha raccontato parecchio male la storia dei Parados, la differenza è che i tuoi genitori erano nobili invece lui e il cazzo di re dell'inferno e della notte e mi dispiace dirtelo i parados si preoccupano di solito solo quando sentono un legame profondo tra nobili molto probabilmente tua madre non amava veramente tuo padre."

"Non puoi affermare una cosa del genere"

"E vero, mi dimentico sempre che i mezzosangue sono così sentimentali ma mi hai chiesto tu l'ha realtà"

"Vaffanculo Ares" forse non avrei dovuto mandare a quel paese un molto probabile demone ma tanto ero già morta dentro anche se mi ammazzava non era un così tanto problema almeno mi aveva ammazzata mentre cercavo vendetta ma un ultima domanda mi tormentava la testa

"Quali poteri ha Ethan"

Una piccola risata gli uscì dalle labbra carnose

"Ho capito, vuoi provare a ucciderlo" mi ero veramente fatta scoprire così velocemente forse ero davvero stupida

"Dimmi che poteri ha" la mia voce era uscita più come un urlo e un altro sorriso gli spunto sulle labbra

"Puo controllare le ombre, il fuoco, le paure, ma soprattutto può entrare nella tua testa e fare quello che vuole percepisce le emozioni e può privare alcune persone del proprio potere. Come ha fatto a me per fare il finto umano. Praticamente e imbattibile sarà sempre 1000 passi avanti a tutti gli altri. Ciò che hai visto non è niente il vero lui l'hanno visto in pochi"

porca troia ero veramente fottuta quello non era un uomo ma un carrarmato riempito di bombe atomiche pronte a scoppiare

"Da quale regno vieni."

"Dalla notte" la sua affermazione di puro gelo e vidi il demone che si nascondeva dentro di lui ma l'avevo già minacciato abbastanza ora potevo andarmene non salutai nemmeno facendo passi molto lenti camminai all'indietro fino a quando non mi ritrovai spalle alla porta mi rigirai la aprii e me ne andai in lontananza sentii la sua voce che formulava un saluto.

light of hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora