ETHAN(POV)
Tutto in quella ragazza mi destabilizzava Il suo carattere, la sua postura, le battutine sempre pronte, la sua fragilità ogni cosa mi faceva cadere in un vuoto strano e incerto non ero più calcolatore mi scioglievo e ciò mi spaventava più di qualsiasi altra cosa. Odiavo come mi faceva sentire come se caminassi sul filo di un rasoio un equilibrista che sogna di cadere di lasciarsi andare. Odiavo piú di tutto come si stava distruggendo lentamente avevo visto che negli ultimi giorni mangiava sempre meno anche se non lo sapeva io l'osservavo ogni secondo e forse questo non era legato soltanto al fatto che volessi proteggerla ma a qualcosa di più profondo quella ragazza mi incuriosiva perché riusciva a farmi perdere il controllo solo sparando da quella stupida bocca tre parole in rima che mi facevano infuriare e iniziare a respirare. Non si sentiva abbastanza tutti l'avevamo sempre abbandonata e tutte le persone di cui si era fidata gli avevano voltato le spalle come avevo fatto io quando avevo messo fine alla vita di sua madre e non mi dispiaceva nemmeno perché sono crudele cattivo sono il fottutissimo re dell'inferno non mi può incuriosire un umana quanto meno lei. La odio. La vorrei fuori dalla mia vita. Vorrei proteggerla da sé stessa. Forse e proprio per questo che al posto di tornare a casa ero sul suo divano dopo avergli preparato la cena come se fossi un suo amico e averlo fatto non mi dispiaceva affatto la mia testa era una tale confusione che avvolte speravo che esplodesse. Ho sempre ammirato la sua speranza che avvolte gli accecava la vista perché quando io ero umano non l'avevo ormai quello era soltanto passato ma sentii una fitta dove la cicatrice mi ricordava chi ero stato prima del potere il bambino che scappava senza speranza che viveva nella fragilità umana nel regno della notte che cercava vendetta senza in briciolo di potere il ragazzo che dai bassi fondi aveva distrutto i re dei mondi sotterranei che aveva lottato per rivendicare l'amore che gli avevano strappato lentamente. Con la speranza che avrebbe ritrovato il suo cuore. Un bambino schiacciato dalle pietre che era diventato un re 504 anni primaI massi mi circondavano completamente l'adrenalina non mi faceva sentire il dolore al fianco la ferita era profonda ero una pozza di sangue la casa era crollata dopo l'attacco la mia sorellina era ancora tra le mie braccia che si contorceva per il dolore il ventre era completamente aperto sapevo dentro di me che non sarebbe mai sopravvissuta ma avevo continuato a tenerla stretta mentre la casa ci crollava in torno il vestito che prima era di un colore azzurrino come il cielo era macchiato interamente di sangue mi ricordai quando due estati prima era caduta e si era sporcata il vestito di quel liquido cremisi ed era tornata piangendo nelle braccia di nostra madre questa volta non l'avrebbe potuto fare avevo la gamba incastrata sotto un masso ma non mi interessava tirai e sentii un crock sonoro ma riuscii al liberare il mio piede e con Cleonice ancora stretta al petto che si lamentava a ogni mio spostamento provai ad alzarmi ma ogni piccolo movimento mi faceva cedere le ginocchia riuscii ad arrivare vicino a un gruppo di macerie in cui vedevo sporgere il braccio di mia madre piegato in maniera innaturale caddi in ginocchio e con la mano libera quella che non teneva mia sorella ormai in totale fin di vita con la mano che stava perdendo forza che stava scivolando dal suo ventre verso il vuoto con una a scompostezza innaturale avevo già provato a curarla con della magia ma ormai era già in parte nell'altro mondo iniziai a scavare nelle rocce finché non vidi la figura di mia madre con i piedi stretti al petto e con una mano sulla testa sdraiata a terra non si muoveva la testa era completamente insanguinata i capelli neri erano sparpagliati nella pozza di sangue in cui lei era immersa gli occhi chiusi e così sarebbero rimasti per sempre il petto non si alzava più aveva perso troppo sangue era morta prima che iniziassi a scavare accanto a lei disteso c'era mio fratello rannicchiato poco prima che tutto crollasse avevo notato che si era avvicinato a nostra madre per cercare di proteggerla una gamba era completamente aperta e una mano schiacciata da una masso mi avvicinai furtivamente poteva essere ancora vivo lo girai a pancia in su e notai un pezzo di legno che era conficcato in fondo nel suo busto e la ferita che i soldati gli avevano fatto sulla guancia e sulla gamba libera ma respirava ancora misi una mano sotto la sua testa per rialzarla ma i suoi occhi ormai erano già socchiusi una lacrima gli scorreva sulla guancia tagliata un giorno mi aveva confessato di aver paura soltanto di una cosa cioè di morire per questo anche se le speranze erano nulle mi sedetti accanto a lui e gli poggia una mano sul petto che faticava ad alzarsi e provai a concentrarmi con tutto me stesso per guarirlo ma la mia magia era troppo debole ero ferito e lui perdeva troppo sangue non ero riuscito ad arrivare in tempo era insalvabile nuove lacrime mi sgorgarono dagli occhi come mare impetuoso"Ethan...""Si fratello""Ti voglio bene""Non puoi andartene così non oggi non puoi io ho bisogno di te""Sei forte... c'è la puoi fare..."ogni respiro che faceva a intermedi troppo irregolari lo faceva strozzare con il suo stesso sangue che gli usciva a piccoli fiumiciattoli dalla bocca socchiusa "Ricordati della luce dell'inferno"Non avrei mai dimenticato quel mito quella storia così tormentata da fare male pure a chi l'ascoltava ma così bella che avvolte avevo sognato di viverci dentro "Trova la luce fratello""Trova la luce Ethan"e poi esalo l'ultimo respiro lentamente come se lottasse ancora per sopravvivere ma la morte ormai l'aveva gia rapito non sentivo niente le urla che mi uscivano dalla bocca erano quasi animali e le lacrime che mi rigavano le guance mi consumavano mia sorella ancora stretta in grembo che aveva la morte negli occhi dell'azzurro che avevo visto sempre troppo acceso per ammirarlo spento come in quel momento la ferita stava perdendo così tanto sangue che iniziai a sputarlo anche dalla bocca continuai imperterrito a piangere perdere sangue e urlare finché fini le lacrime e la mia voce era roca la morte non aveva deciso ancora di venirmi a prendere allora mia alzai e ha carponi uscii dalle macerie appena uscito dalla struttura restante della catapecchia che avevo sempre chiamato casa crollai in ginocchio a vedere che non solo casa mia ma tutta la cittadella era nella stessa condizione urla fuoco distruzione l'esercito non aveva soltanto cercato di ammazzato tutta la popolazione ma aveva distrutto tutta la città aveva distrutto casa mia i miei amici la mia famiglia aveva spezzato il cuore di decine di bambini e mi aveva tolto la possibilità di sperimentare come usarlo le urla degli ultimi sopravvissuti si stava affievolendo se non ero morto fin ora a scavare per cercare invano la mia famiglia non sarei morto ora strappai un pezzo di maglie già logore e me la legai sul fianco tagliato e con le poche forze che mi rimanevano attinsi aa mia magia per cercar di richiudere la mia ferita senza particolare successo ma almeno l'emmorargia si era fermata e camminai per dei metri barcolando.Avevo vissuto avendo paura della morte ora lei doveva aver paura di me.
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light of hell
RomanceMA SE IL RAGAZZO HO FATTO TANTE ESPERIENZE FOSSE IL RE DEGLI INFERI E LA RAGAZZA NON HO MAI DATO IL PRIMO BACIO UNA STRONZA CHE MINACCIA LA GENTE E NON SI FA METTERE I PIEDI IN TESTA DA NESSUNO? Layla non ha una vita facile dopo la morte del fratell...