Ho una regola morale, una sola.
Donne, bambini e anziani non devono essere mai sfiorati. Neanche per sbaglio,da nessuno, senza distinzione di sesso, ma se a ledere una di queste categoria è un uomo, mi incazzo il doppio.Diana viene picchiata dal suo patrigno, probabilmente questa non è la prima volta e mi fa incazzare che lei non sia venuta da me a chiedere aiuto.
È notte fonda e Bryan è uscito con i suoi amici. Sono sola in casa e quale occasione migliore, se non questa, per dar sfogo alla rabbia che sento addosso?
Mi alzo dal divano su cui ero seduta da un ora ed esco di casa. L'aria è gelida, le case del quartiere sono tutte decorate da zucche, fantasmi, zombie, ragni e oggetti di ogni genere. Prendo l'auto diretta verso casa Brown, nel tragitto penso a come poter spaventare quel bastardo anche se ho già una mezza idea.
Spengo i fari e parcheggio la maserati sul viale alberato abbastanza distante dal loro palazzo. Essendo un edificio di lusso c'è una portineria funzionante ventiquattro ore su ventiquattro.
Mi avvicino sfoderando il mio miglior sorriso.<<Salve, mi scusi l'ora ma la Signorina Brown ha dimenticato a casa mia la sua borsa e devo assolutamente consegnarla prima di...>> Faccio finta di guardare l'orologio del telefono e continuo <<prima di adesso>> concludo mostrando una borsa che ho preso a caso dal mio armadio e guardando la signora dall'altra parte del vetro che mi osserva da dietro i suoi occhiali rotondi.
<<Signorina Cooper è un piacere vederla. Prego, entri pure>> dice schiacciando il pulsante per aprire il portone che mi permette di salire le scale fino alla porta del suo appartamento.
Ho sperato ci fosse lei di guardia perché se mi fosse capitato il signor Mike, l'altro portinaio, sicuramente avrebbe chiamato casa Brown per appurare la vericità delle mie parole.
La signora Anne mi conosce da più tempo e si fida di me.
Salgo i gradini due a due silenziosamente e quando arrivo al piano esatto, svolto a destra verso la loro porta. Mi accovaccio e tiro fuori il tappo della penna diviso a metà che mi sono infilata in tasca.
Dopo qualche manovra riesco ad aprire la serratura.
L'appartamento è completamente al buio ma i miei occhi si ambientano facilmente e, andando a memoria, riesco ad orientarmi.
So che la camera da letto dei signori Brown si trova a sinistra del lungo corridoio perciò, a passo felpato lo percorro ed entro nella stanza. La porta per fortuna è semi aperta.
Dalla borsa prelevo una boccetta di cloroformio, ne verso un pò sul fazzoletto, dopodiché mi avvicino alla signora Adele, la mamma di Diana e avvicinando il pezzo di carta lentamente alla sua bocca, le faccio inspirare il farmaco.
Non se ne accorge neanche, tutto procede come da piano.
Faccio il giro del grande letto matrimoniale e passo dalla parte dove giace il bastardo.
Dorme profondamente.
Indosso una maschera bianca che mi copre l'intero viso, infilo i capelli nella felpa e alzo il cappuccio, poi, dalla tasca tiro fuori il coltello a serramanico.<<Signor Brown, si svegli>> gli dico con tono di voce fermo. Provo a scuoterlo e dopo poco apre gli occhi. Allunga il braccio verso il comodino per accendere la lampada ma lo blocco.
<<La luce non le serve. Deve solo ascoltarmi molto attentamente>> punto la lama alla sua carotide e faccio pressione, quel tanto che basta per ferirlo senza lacerare l'arteria.
<<Chiama la polizia!>> urla disperato toccando il corpo della moglie con la mano destra.
<<Ho un coltello puntato sulla sua carotide sinistra. Come saprà, quest'arteria ha il compito di trasportare il sangue dal collo al cervello, non le conviene muoversi neanche di un millimetro.>>
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INFERNO PARADISO
ChickLitEra ha 19 anni ed ha avuto un infanzia traumatica. Cresciuta con suo fratello Bryan e sua zia Lucy possiede un carattere forte e...particolare. Odia le regole ma ama i giochi di società. Giochi che conduce nella biblioteca scolastica della Columbia...