CAPITOLO 15

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EDMUND RISGEF

Ciò che neghi ti sottomette
Ciò che accetti, ti trasforma
CARL GUSTAV JUNG


Sensuale, passionale, brutale, erotico, carnale,venereo, deludente, fantasioso.
Incestuoso, platonico, animale, perverso, afrodisiaco...

Il sesso può essere descritto in tanti modi e nessuno di essi definisce chi siamo.

Vi starete chiedendo come piace a me.
La risposta si trova dentro al tempio, il mio capolavoro. Vi condurrò al suo interno, scoprirete ogni angolo di questo posto che odora di sesso, amore in tutte le forme, perdizione e perversione. Vi mostrerò il piacere nella forma più profonda.

Sono seduto sulla mia poltrona, è già sera e lultimo appuntamento di questo lunedì è in ritardo.

Era Cooper.

Proprio lei, la ragazza dai lunghi capelli neri e occhi verde bosco che alla prima seduta cercava di sedurmi.

<<Scusami Edmund, la Signorina è arrivata>> Susan, mi avvisa entrando nel mio studio. Le faccio un cenno di consenso ed entra accompagnando la mia paziente.

<<Buonasera, accomodati>> le dico chiudendo la mia agenda.

<<Ciao bel dottore>> risponde, spostando i capelli dietro la schiena e sedendosi sul divano.

<<Come stai oggi?>> domando osservandola. Il suo sguardo è malizioso, come la volta scorsa. Riesco a sentirla, percepisco le sue emozioni.

<<Sto bene, tu?>>
<<Molto bene, grazie>>

Passa un minuto di silenzio, lei mi osserva, io la guardo.

<<Come sta tuo fratello?>>

<<Cosa cazzo c'entra Bryan?>> risponde alzando il tono della voce che fino a pochi istanti fa era sottile e docile.

<<Percepisco della rabbia nei suoi confronti, sbaglio?>>

<<Come ho detto la scorsa volta, è un coglione ma gli voglio bene. Detto questo, sai cosa voglio da te, perché non la smetti di provare a psicanalizzarmi e ti arrendi?>> accenna un sorriso e si alza, fa qualche passo verso la mia scrivania poi si blocca.

<<Era, te la senti di raccontarmi un ricordo felice?>> le domando appoggiando la schiena alla poltrona e incrociando le caviglie.

<<Non ho ricordi felici>> risponde abbassando la testa che rialza immediatamente. È un movimento impercettibile ad un occhio non allenato.

Quel gesto mi fa pensare.

<<Allora raccontami un ricordo qualsiasi>> riprovo.

Sospira, non un sospiro malinconico. È arrabbiata e infastidita.

<<Se me lo racconti, risponderò ad una tua domanda>> utilizzo il rinforzo positivo. Con lei funzionerà.

<<D'accordo.>> si sposta sulla poltrona, si siede e incrocia le gambe.

<< Quando ero piccola, io e Bryan passavamo tanto tempo sotto al ciliegio, il nostro albero. Lui mi raccontava un sacco di storie, mi aiutava a fare i compiti e in qualche modo era il nostro ritrovo quando in casa le cose non andavano bene>> mentre parla, si tortura le cuticole delle mani, la voce trema ed è insicura.

INFERNO PARADISODove le storie prendono vita. Scoprilo ora