CAPITOLO 9

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La biblioteca sembra avvolta nelle tenebre, l'unica fonte di luce è il camino che ho volutamente tenuto acceso affinché potesse rendere l'ambiente misterioso. Fiamme e oscurità, come piace a me. Avrei voluto ricreare l'inferno e no, non come quello descritto da Dante nella sua opera della Divina Commedia.

Io non credo che esso sia composto da corone concentriche dove Alighieri pensava si suddividessero i gironi degli inferi. Andiamo, nove cerchi suddivisi per peccato?
Aveva una bella fantasia, quello sicuramente.

Penso, anzi, ne sono certa, che l'inferno è qui. Sulla terra. E i demoni sono essere umani fatti da pelle, ossa, muscoli, organi, vene. Non sono deformati, non si trasformano, non hanno artigli o denti canini. Non li puoi riconoscere e non si nascondono nelle cantine. Diciamo che in parte, inventando questi giochi,sono riuscita ad ottenere quello che io penso sia realmente l'inferno.

Lascio i miei ospiti ed entro nell'archivio accompagnata da Kelly e Diana. Il prossimo gioco richiederà concentrazione non solo da parte dei giocatori; anche noi dovremmo impegnarci perché tutto sia epico.

<<Nella seconda scatola partendo dal basso, nel primo scaffale a destra della finestra c'è uno zaino. Prendilo e tira fuori il contenuto>> dico a Diana che mi guarda disorientata.

Mentre lei va in tutt'altra direzione, sbuffando ogni dieci secondi, dico a Kelly che può iniziare a disporre i questionari compilati dai partecipanti, sulla scrivania.

<<Era non la trovo!>> Diana grida. Mi volto nella sua direzione, è seduta per terra mentre cerca lo zaino nelle scatole che ha tirato giù dagli scaffali.

<<Bionda alzati in piedi>> affermo facendole cenno con la mano. Scatta subito, è agitata.

<<Mi auguro che tu sappia qual'è la destra e la sinistra. Ora, questa parete è composta da scaffali, fin qui ci siamo.
Lo zaino si trova nella seconda scatola a partire dal basso, quindi da terra. Mentre la scatola è appoggiata nel primo scaffale a destra della finestra. Perciò...>> la invito a seguirmi tirandola per la manica della tunica.

<<Lo scaffale è questo>> glielo mostro, dopodiché mi abbasso ed estraggo l'oggetto tenendolo tra le mani.

<<E questa è la scatola!>> esclamo passandola a lei.

<<Scusa è che sono ansiosa, è un gioco nuovo e ho paura>> risponde deglutendo a vuoto.

Si, questa è la prima volta da quando conduco i giochi che organizzo una cosa del genere.

<<Controllati e cambiati>> ribatto iniziando a spogliarmi. Diana appoggia la scatola sul pavimento ed estrae gli oggetti e il vestiario al suo interno.

Indosseremo tutte e tre lo stesso completo. Un jeans nero e una canottiera del medesimo colore.

<<Kelly, cambiati anche tu e vai nel bagno. Dietro il mobile del lavabo c'è un contenitore trasparente. Ti prego di non farmi perdere tempo. Portalo qui senza urlare.>> ordino alla barbie rosa che si stava accomodando sulla poltrona della scrivania.

<<Quando hai nascosto questa roba qui dentro?>> mi domanda quest'ultima.

<<Nei giorni scorsi. Un pezzo alla volta. Come credete che funzioni un escape room? Mi è servito del tempo per trasportare l'essenziale. Ora vai a prendere quello che ti ho chiesto.>> rispondo  finendo di vestirmi.

Passati dieci minuti, decido di andare a vedere per quale cazzo di motivo Kelly non è ancora tornata. Esco dall'archivio e do un occhiata ai partecipanti che sono intenti a cercare l'orologio, il brusio delle loro voci mi infastidisce. Non possono vedermi, ho fatto spegnere tutte le luci apposta e quella emanata dal camino non è abbastanza.

INFERNO PARADISODove le storie prendono vita. Scoprilo ora