CAPITOLO 4

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LOKI

A volte penso troppo,
e quando lo faccio sono fottuto,
perché mi costringo a pensare.
|autore anonimo|

OGGI

Che coglioni.
Detesto i proverbi, o detti -non me ne frega niente,- li trovo persino melodicamente odiosi ed insoddisfacenti.
Il più odioso tra tutti? "Il meglio arriva sempre per ultimo". Naturalmente. Vaffanculo.
È un' altra cosa che detesto essere in ritardo per colpa di qualcun'altro -solo io posso essere in ritardo,- soprattutto se il motivo del ritardo è Ares, e di questo passo arriveremo molto più che in ritardo.
Dovrei fare una lista delle cose che urtano il mio sistema nervoso, ma non ne ho voglia e sono troppe da scrivere, mi farebbe male la mano.

Due ore fa ho annunciato la notizia in casa, ovvero ad Ares, Tyler e le nostre sorelle.
Abbiamo ricevuto una soffiata anonima per la pista che vede come soggetto il tentato omicidio di mia sorella, ormai risalente a tre anni e mezzo fa.
Ed è un'ora e mezza che Ares è chiuso in camera sua a scegliere cosa indossare, perché secondo lui se i vestiti non sono azzeccati la serata andrà automaticamente male.

Sono seduto su questa fottutissima sedia di legno da troppo tempo e sta iniziando a farmi male in culo, spero che Ares si sbrighi, anche se non credo, dato che il suo essere permaloso ed egocentrico non ha accettato di aver perso il battibecco di qualche ora fa.
Quando ho riferito della nuova pista, erano tutti contenti ed Ares ha iniziato a farmi domande del tipo: «Cosa faremo stasera quindi? No aspetta, intendo, dovremo scappare dalla polizia? Uccidere qualcuno? Nascondere un cadavere? Affrontare un inseguimento? Oppure dovremo lasciare Miami per scappare in Messico con delle nuove identità per non farci riconoscere? Perché in tal caso voglio che il mio nome dia Massimo Ingegno.»
All'ultima domanda stavo quasi per scoppiare a ridere, ma per solidarietà gli avevo detto: «Che cazzo ne so Ares, ti sembro un veggente?» E così lui si era rintanato in camera sua lamentandosi di quanto sono inutili i suoi amici.

Stavo quasi per cedere alla tentazione di andarmene da solo, quando la porta camera di Ares si apre di botto, ed io lancio un'occhiata preoccupata a Tyler quando Ares prende a camminare come un modello su una passerella immaginaria lungo il corridoio.
«Chiamatemi Adriano Lima da oggi in poi prego.» Dice lui tra i gridolini eccitati delle nostre sorelle, al che abbasso lo sguardo sui vestiti che indossa. Tutto questo tempo per decidere di mettersi un fottutissimo paio di cargo neri, una canotta arancione fluo con gli occhiali abbinati e sopra un chiodo di pelle nero.
Mi alzo alla velocità della luce così che lui non possa avere il tempo di tornare in camera a cambiarsi e vengo subito raggiunto da Tyler che ha le dita intrecciate al passante dei pantaloni di Ares e lo porta a spasso come un cagnolino per evitare che torni indietro.

Iniziamo a scendere le scale senza salutare le nostre sorelle perché tanto le avremo riviste nel giro di qualche ora, ma quando finisco la prima rampa di scale sento una voce femminile chiamare il mio nome, Eli, non mi parla, mi guarda soltanto, e attraverso quella che lei sostiene "telepatia tra fratelli" so che lei mi sta comunicando «Grazie di tutto.» al che alzo le spalle, farei di tutto per te sorellina.

Scendiamo nel garage comune della palazzina dove abitiamo e superiamo il box dove sono riposte le moto andando dritti a quello dove di trova la mia macchina. Per questa "missione" ci serviva qualcosa di comodo. Apro la macchina e salgo dalla parte dove si trova il volante, Ty si siede al mio fianco ed Ares sui sedili posteriori, quello al centro.
Non appena accendo la macchina Ares si collega con il  bluetooth allo stereo nemmeno fosse la sua macchina, mettendo a tutto volume Háblame de Miami di Gente De Zona e cantando come un forsennato.

Mi sono appena immesso in una rotonda quando percepisco il tipico rumore di una figura staccata dalla pellicola, e così lancio uno sguardo ad Ares, che quando si sente addosso il mio sguardo, che si alterna da lui alla strada, mi sorride a trentadue denti prima di sporgersi in avanti per farmi vedere la figurina nera con scritto in bianco: "Se riesci a leggere questa scritta vuol dire che sei seduto sul sedile sbagliato, sgomma, qui ci si siede solo Ares, con alla fine la faccina soddisfatta con gli occhiali da sole.

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