Il Principe delle Ombre - A Megumi Fushiguro Love story (Jujutsu Kaisen)

Capitolo 12 - Voglio sentire la tua voce.

Capitolo 12 - Voglio sentire la tua voce.

"...Uro?"

"Fushiguro?"

Fushiguro aprì lentamente gli occhi "Guarda che ti sento" mi disse.

"Sei vivo!" scoppiai a piangere dalla gioia. Gli avevo posizionato la testa sulle mie ginocchia, non mi importava se era sconveniente, non volevo stesse sdraiato sulla terra in mezzo al fango.

"Sono vivo..." disse ripetendo la mia frase. "Tu stai bene Sasaki?"

"Io...." Ripensai a quel grido dentro la grotta "Non vuoi chiamarmi... per nome?" Non so dove trovassi il coraggio di dirgli quelle cose in quel momento, ma erano già due volte che pensavo di perderlo e ora non volevo più formalità fra noi.

Mi avrebbe risposto con cattiveria? Con freddezza?

Lui rimase solo un po' stupito. "D'accordo...Hikari" disse chiudendo gli occhi dalla stanchezza. Sei stata brava, hai fatto quella fenice con le fiamme che non mi aspettavo" Non diede cenno di volersi spostare dalle mie ginocchia e io non volevo che lo facesse.

"Io!? Tu sei stato fenomenale. Ci hai salvato la vita. Sai fare un dominio, questo è straordinario.

"Non è completo ma si, so fare un dominio"

"Adesso devi solo riposarti Fushiguro" Gli dissi, sapevo che era esausto, le energie per la lotta e per l'espansione del dominio lo avevano prosciugato.

"Così però non vale..." mi disse

"Cosa?"

"Anche tu devi chiamarmi per nome" mi disse guardandomi con quei grandi occhi blu. Il suo viso era sporco di sangue e mi fece una grandissima tenerezza. Il mio cuore iniziò a battere fortissimo. Era bellissimo, anche conciato in quel modo, era un combattente nato pieno di fierezza e coraggio...

"Megumi" sussurrai col cuore in gola.

"Suona bene detto da te" disse con una smorfia di dolore chiudendo gli occhi.

"Non muoverti!" mi strappai un lembo della giacca e iniziai a tamponargli le ferite.

"Voglio parlarti di mia sorella..." mi disse, "E' la prima figlia di mio padre...Sia lui che mia madre ci hanno abbandonati fin da piccoli e siamo rimasti soli. Lei si prese cura di me, facendomi da mamma anche se non è molto più grande di me."

Ero ipnotizzata, mi stava rivelando dei fatti privati della sua vita, ripensai alle grida di quel giorno: "Perché vuoi sapere i traumi della mia vita!?...Perché voglio sapere tutto di te!"

Si, volevo sapere, volevo che si fidasse di me, volevo sentire la sua voce che mi parlava in modo dolce come stava facendo in quel momento.

"...Satoru Gojo venne da me e mi portò via... a patto che diventassi uno stregone ottenne per me il sussidio necessario affinché mia sorella potesse fare una vita dignitosa, e io entrai nell'Istituto di arti occulte. E' un po' il mio benefattore: mi ha strappato dal dominio della famiglia Zen'in facendomi assumere il cognome di mia madre...."

Ripensai alle parole di Kamo, quando aveva detto che Fushiguro faceva parte di una delle tre famiglie di stregoni più potenti: in realtà era uno Zen'in.

"Mia sorella è costretta a letto in coma... E' sotto l'influsso di una maledizione e non so cosa le riserva il futuro. So solo che quando ero piccolo lei si è presa cura di me, ma io non le fui riconoscente, ero uno stupido ragazzino" disse sempre sforzandosi a causa del dolore.

"Shhhhh lo farai...lo farai...ti prenderai cura di lei quando si risveglierà" gli dissi per confortarlo. La mia anima era così in pena per lui... per quel peso così grande che si portava nel cuore tutto solo.

"Non voglio...Non voglio che porti questo peso da solo...io voglio condividerlo con te" gli dissi accarezzandogli il viso insanguinato.

"Perché Hikari..." mi chiese lui serio mettendomi a sua volta la mano sul viso. La afferrai e la premetti ancora più forte sulla mia guancia, una lacrima stava scendendo sul mio viso.

"....Lo sai perché." gli dissi guardandolo negli occhi.

"Hikari..." mi disse.

"Shhhh, sta zitto. Non devi sforzarti"

I suoi occhi si stavano chiudendo, la stanchezza stava sopravvenendo. Si addormentò tra le mie braccia.

E in quella notte di lotta, sotto quella luna, nel silenzio di quel bosco capii che mi stavo innamorando di lui.

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