Capitolo 15 - Nella mente di Megumi.

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Capitolo 15 – Nella mente di Megumi.

Ero sulla strada per Shibuya. Avevo preso un autobus per arrivare alla metro perché non mi andava di farmi accompagnare, gli assistenti servivano solo per le missioni.

Sul bus mi misi a pensare a lei... Alla fine l'avevo invitata ad uscire, e lei aveva fatto una faccia! Mi venne da ridere.

L'avevo notata subito, il primo giorno lì all'accademia di Arti Oscure. Camminava distrattamente per il corridoio e mi venne a sbattere contro; come avrei potuto non notarla? Era bella e aveva un viso nobile, delicato, ma coraggioso. Fu un colpo di fulmine e subito mi infastidii. Mi infastidii perché era l'ultima cosa che volevo mi accadesse, ed invece mi stava succedendo proprio il primo giorno. Le mostrai subito il mio lato antipatico e altezzoso, in quello ero bravo, era la faccia che facevo correntemente alle medie e che teneva lontano praticamente chiunque, o meglio, tutti tranne mia sorella maggiore; lei vedeva il buono in me.

Me ne sarei fregato, l'avrei allontanata subito in modo da spegnere qualsiasi cosa sul nascere. Ovviamente ci riuscii. Lei mi odiava e anche se una parte remota di me era dispiaciuta per questo, la mia parte più disciplinata mi diceva che era perfetto così.

Ero cresciuto in fretta, senza genitori e non ero abituato ad essere coccolato: non volevo essere coccolato; eppure sembrava che attirassi l'affetto delle persone come una calamita...Mia sorella, che non finiva mai di preoccuparsi per me, Satoru Gojo, l'uomo che mi aveva portato via dalla mia miseria e si era preso cura di me, Yuji Itadori, quel matto che aveva sacrificato sé stesso per salvarmi la vita, e quella pazza scatenata di Nobara Kugisaki che, mi era amica inseparabile.

Ma non potevo, non potevo innamorarmi. Questo no, e il fatto di provare una attrazione così intensa mi innervosiva ogni volta che la vedevo. Quando era lontana però a volte la guardavo inconsciamente di nascosto...La mia mente sfuggiva al mio controllo ed immaginavo di appartarmi con lei in un angolo tranquillo dei giardini, immaginavo di sfiorarle le labbra prima e di iniziare a baciarla con desiderio... di infilarle la mano tra i capelli lunghi ed attirarla sempre più vicino a me...Poi ritornavo lucido e il pensiero di essermi lasciato andare mi faceva incazzare da morire, e il risultato era che quando la vedevo la trattavo ancora più male: era il mio punto debole e non volevo un punto debole.

Era tutta colpa mia...lei non c'entrava nulla.

Ma poi...il destino sembrò volerci mettere forzatamente sulla stessa strada... All'incontro di scambio Gojo ci mise assieme, a combattere in coppia. Lui sapeva e vedeva tutto, quella faina e scommetto che lo aveva fatto apposta.

Quando quel giorno la vidi in pericolo la mia facciata crollò. Era preziosa per me e non avrei permesso a quello schifo di maledizione che sembrava un albero di portarmela via. Mi beccai una pianta nello stomaco per lei e lei venne ad assistermi durante la notte e pezzo a pezzo il mio cuore iniziò a scoprirsi...come un animale che si nasconde per tanto tempo e poi si arrende all'evidenza.

Mi stavo innamorando di lei, ma non potevo cedere ai sentimenti; non volevo! Se le avessero fatto del male a causa mia cosa avrei fatto?

Ma sembra che le persone siano attratte da me...si fanno male insieme a me...e rischiano la vita con me. A quanto pare non potevo farci nulla.

"...Lo sai perché" mi aveva detto. Anche lei era...innamorata? Nonostante l'avessi sempre trattata male?

Le mie elucubrazioni mi avevano accompagnato per tutto il tragitto verso il centro di Tokyo, ero sceso una fermata prima perché volevo camminare, ed ora ero nei pressi di Shibuya.

La vidi da lontano e il mio cuore perse un battito. Era accanto alla statua di Hachiko e guardava il cellulare; era bellissima sotto la luce del sole, i suoi capelli brillavano come seta mentre se li spostava dietro ad un orecchio e provai l'impulso di toccarglieli. Le avevo detto di non vestirsi da maschiaccio e lo aveva fatto; mi venne da ridere: portava una gonna Jeans corta con delle Converse nere a stivaletto, e sopra una maglia nera semplice. Sportiva, ma sexy e questo pensiero mi fece venire un brivido.

Non ero certo un esperto di appuntamenti, dove l'avrei portata? Avrei improvvisato.

La guardavo, e non ero più sicuro di niente. Le avevo detto di starmi lontana, ma l'avevo invitata ad uscire e lei aveva detto sì; dopo averla trattata male per tutto quel tempo aveva detto sì... La respingevo, ma la volevo follemente. Il mio egoismo stava prendendo il sopravvento e la parte di me che la voleva stava per averla vinta.

"Vediamo che succede" dissi tra me e me. E mi avvicinai a lei. 

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Il Principe delle Ombre - A Megumi Fushiguro Love story (Jujutsu Kaisen)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora