II: Cocktail d'Amore.

886 36 12
                                    

“Volevo le ali di Pegaso,
che tu mi capissi quando cadevo giù
Io credevo
Fosse più tenero farlo davanti al PC
Se mi amerai fallo così
Stammi bene, mi mancherà
Morire insieme tra i laser light
Io ti volevo, volevo, volevo”
[Alessandro Mahmoud, Cocktail D'Amore]

Alessandro sperava che nessuno l'avesse visto entrare nel camerino e nonostante il gran vociare di sottofondo si tappò la bocca per non emettere suoni e persino respiri.

Alessandro's pov

Mi avvinghiai al divanetto in ecopelle senza respirare, nonostante il vociare fuori dal mio camerino rendesse impossibile poter anche solamente capire la mia presenza.

Sentì poi dire da qualcuna, una voce femminile, probabilmente BigMama:

«Credo di averlo visto entrare nel camerino». Sbuffai.
Ma perché la gente non si fa mai i cazzi suoi?
Toc toc
«Ale...sei qui?». Stetti zitto. Non emisi un minimo suono. Abbassai lo sguardo sul cellulare.

1 messaggio da leggere.

Fratellino Blanchito: Ah e, vacci piano con Marco Mengoni stasera eh. Ti ricordi di tutte le conversazioni che abbiamo avuto? Non ti dimenticare nessun punto hahahaha
23:06

Tu: Sta zitto. Mi sta cercando. Sta bussando al mio camerino. Che faccio fratellì?
23:07

Fratellino Blanchito: Come che fai? Fallo entrare scemo, che stai aspettando? Ma ti devo dire tutto io? Eppure sei più grande di me, dovresti sapere bene che fare
23:07

«Ale...ci sei o no?» disse bussando ancora intensamente.

Tu: Io gli apro. Se non dovessi rispondere più mi trovi morto nel camerino.
23:07

Fratellino Blanchito: Oh e datte na mossa
23:07

Mi alzai per aprire la porta chiusa a chiave. Mi asciugai la fronte imperlata dal sudore nonostante il pieno freddo di febbraio, girai la chiave nella serratura e con colpo deciso la aprii, guardandomi i piedi.

«Oh Marco, ciao».


Alzai lo sguardo e lui sorrise, illuminando il camerino di mille colori diversi.

«Gradissima esibizione Ale! Ti meriti tanto da questo Sanremo» disse con estrema felicità.

«Ah grazie, e grazie anche per aver gettato tutte quelle palline di carta per terra proprio prima del mio turno» dissi con tono sarcastico.


«Marco! Dopo tocca a te! Devi cambiarti!».

La voce fuoricampo mi fece sobbalzare.

«Sembra che ti stiano chiamando» dissi con un sorriso estremamente falso.

Ma perché ora faceva finta che non fosse successo niente in passato?

«Alessandro» disse avanzando nel mio camerino.

«Marco, che fai?» chiesi instupidito.
Guardai ogni suo gesto: prese una penna, un foglio, scrisse qualcosa e andò via chiudendo la porta.

“Ci vediamo dopo la puntata? Ho bisogno di parlarti

Rimasi inerme. Dovevo mettere una crocetta su due opzioni.

Si e No.

Flashback

A:«Mi fai schifo! Non ti voglio più rivedere! Ti odio».
M:«Ale...io ti amo perché dici questo? Perché?».
A:«Se mi ami dimostramelo! Perché non lo stai facendo! Nemmeno un messaggio, nemmeno uno squillo...perché? Questo é il ringraziamento dopo tutto ciò che ho fatto?».
M:«Ale...».
"A:«É tutto quello che sai dire? Sai dire solo “Ale”, sai solo piagnucolare? Io non voglio più soffrire. Vai via».
M:«Ale io mi fideró del tempo...».
Alessandro stette zitto.
Ci fu un intervallo. Si guardarono negli occhi. Alessandro prese un respiro.

M:«Senza temere niente».
Alessandro lo guardó con gli occhi lucidi uscire dalla casa. Andó in camera, si sdraió sul letto e disse:«mi fideró anche io, Marco».

Tu: Fratellí, gli ho aperto, ci siamo guardati in faccia, mi ha fatto i complimenti come se non fosse successo mai niente e mi ha lasciato questo
23:15
Tu: 📸 Foto
23:16

Fratellino Blanchito: Vai. É la tua opportunità, fatte forza.
23:16

Tu: 🎤 Messaggio Vocale, 0:30 sec.
«Fratellí, gli avrei voluto dire "Volevo le ali di Pegaso, che tu mi capissi quando cadevo giù... stammi bene, mi mancherà, morire insieme tra i laser light, io ti...volevo, volevo, volevo...».
23:16

Com'è profondo il mare | Marco Mengoni & MahmoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora