IX: Rivoluzione.

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“Ma sognare l'Oceano con te
è un viaggio che mi costa meno”
[Marco Mengoni, Rivoluzione]

«Marco, non volevo ferirti» disse balbettando, tenendo la bocca un po' aperta. Aveva gli occhi colmi di lacrime, non avrebbe dovuto dire quelle cose e lo sapeva bene.
«Sai che cosa ti dico? Forse è davvero meglio che io me ne vada, che io lasci perdere tutto con te».
«Bene, ma la colpa non è mia» disse acido. Acidità che non gli apparteneva.

«Vedi che continui?! Lo vedi che non ti posso dire niente che subito devi accusarmi?! Sei proprio stronzo Alessandro» disse Marco. Stette zitto, lo tirò su dal divanetto e lo strinse a se con le lacrime che rotolavano giù dal viso privo di impurità.

«Hai un profumo meraviglioso Marco. Mi era mancato», disse gemendo dal pianto, «scusa se sono un coglione, avrei dovuto evitare ma me lo tenevo tutto dentro».
«Credimi io non voglio distruggerti, non voglio che tu provi ciò che io ho provato. Ti amo Marco, ti amo con tutto me stesso, ho atteso per anni quello che è avvenuto stamattina e sono stato in grado di rovinarlo ma io ti amo».


Flashback

A:«Tanti auguri di buon compleanno amore mio e buon Natale» disse Alessandro sorridendo
Marco dormiva ancora, ma a quelle parole sembrò svegliarsi immediatamente.
M:«Mmm, non sai quanto ti amo Ale. Sei la mia rivoluzione, la mia rinascita. Non voglio perderti mai» disse stiracchiandosi mentre sul suo viso si estendeva un sorrisone.
A:«Sei tutta la mia vita amore. Questo è per te».
Gli porse il regalo.
M:«Lo sapevi che non dovevi fare nulla».
Marco aprì la scatola a forma di cuore. Dentro c'erano delle polaroid che ritraevano i due in studio a lavorare sui testi delle canzoni di Marco, un cornetto per fare colazione, le sue caramelle preferite e sul fondo due biglietti per Budapest.
M:«Ma sei pazzo?».
A:«Sono pazzo di te, sí».
Marco spostò la scatola e lo tiró a se nel letto, iniziando a baciarlo ovunque.

«Mi ami davvero?» disse Marco fermandosi.
«Non ho mai smesso, stronzo».
«Devi per forza insultarmi?».
«Si».

Alessandro lasció la presa e fece un passo indietro, squadrando il più grande dalla testa ai piedi.

«È stat–»
«sta zitto» disse Marco impugnando il vestito di Alessandro per tirarlo a se.
«Oh vacci piano scemo, questo costa un sacco di soldi, poi la stilista si incazza».
«Se succede qualcosa le puoi dire “è colpa di Marco Mengoni”, vedi come si risolve tutto».
«Ah sí, perché se dico "Marco Mengoni" sono tutti ai tuoi piedi».
«Che c'è, sei geloso?» disse Marco avvicinandosi sempre di più.


Alessandro deglutí, sentiva il cuore uscire fuori dal petto.

«Non sono geloso, di te poi, pff» disse guardando altrove.
«Guardami» disse Marco.


Alessandro lo guardó e Marco inizió a baciarlo facendolo indietreggiare fino ad arrivare al muro.

«Mi sei mancato» disse Marco staccandosi per poi ri-avvinghiarsi a quel ragazzo tanto desiderato.

«Anche tu» disse ansimando Alessandro.

Stavolta fu lui a farlo indietreggiare per arrivare sul letto.
Marco si stese su Alessandro e fece per togliergli il vestito.

«Ale, vuoi?».

Alessandro lo guardó negli occhi e lo pregò con lo sguardo, lo stesso che la sera prima aveva mandato i social in tilt. Lo stesso che la sera prima gridava “riprendimi, io sono qui, non me ne sono mai andato, sono tuo”.

Com'è profondo il mare | Marco Mengoni & MahmoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora