XIX: Overdose.

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“Ripenso a cosa ti ho fatto, ciò che hanno già fatto a me”
[Mahmood, Overdose]

Alessandro cercò di rimanere calmo.
Come poteva pensare che non l'avesse perdonato?
Si sentiva quasi preso in giro, ma decise di non pensarci troppo.
Si focalizzò sull'intervista, sullo showcase.
Il giorno dopo tenne il primo instore del suo nuovo album.

Non sentì Marco, non disse niente a nessuno, nemmeno a Riccardo.

A lui diceva che andava tutto bene, che si erano visti e che era stato bene con lui.
Si sentiva appesantito, ma anche preoccupato.
Marco non si faceva vivo, non gli scrisse nulla.

L'otto marzo mise una storia su Instagram per la Giornata Internazionale delle Donne.

Quando lo notò prese una boccata d'aria.
Non seguiva Marco su Instagram, non sapeva il perché, ma con tutto quel caos mediatico pensava fosse meglio non seguirlo.

«Menomale» mormorò.

Andò alla Mondadori di Milano per il primo Instore, incontrò tantissimi fan e finì tardissimo ma era soddisfatto.

Stanco, entrò in van. Nessun messaggio, se non da parte di Riccardo e di qualche altro amico.

Fratellino Blanchito: Parto per Miamiiiii
23:45

Tu: Divertiti
23:55

Rispondeva secco, con malavoglia. Pensava solo a Marco.

Non sapeva che e come farsi sentire, cosí decise di farsi portare direttamente sotto casa sua.

Niente. Nessuna risposta.

Risuonó il citofono.

Nulla.

Guardó nel suo borsone e nel suo zaino, ricordandosi di un piccolo mazzetto di chiavi che Marco gli aveva dato.

Disse al ragazzo del van di andare via tranquillamente, che lui sarebbe rimasto lí.

Riuscí ad entrare e quando attraversó la porta di casa, sentí il profumo di Marco pizzicargli la gola.

«Marco?» era tutto buio.

Entró nel salone, guardó il piano, guardó i quadri, poi il divano dove l'ultima volta erano stati assieme. Andò in cucina, era tutto spaventosamente in ordine. Non c'era nulla fuori posto.
Poi andò in camera da letto. Il profumo era sempre più intenso.
La cabina armadio era semiaperta. Quando la aprì notò che almeno la metà di quei vestiti erano spariti.

«Cazzo. Dove è andato?» iniziò a respirare irregolarmente e a piangere.

Aveva paura che fosse scappato.

Fratellino Blanchito: Ale stai bene?
00:08

Tu: No. É successo un casino con Marco, ieri l'ho accusato di non fidarsi di me, l'ho lasciato solo. Ora sono a casa sua, ma lui non c'è e metà dei suoi vestiti sono spariti
00:10

Fratellino Blanchito: Fra ma vedi che forse sarà andato da qualche parte, sarà partito per schiarirsi le idee o che ne so
00:10

Cosí Alessandro pensó a dove potette essere andato mentre usciva da quella casa impregnata di quel profumo maschile così forte da far girare la testa.

Chiuse la porta e a piedi tornó a casa sua.

Quando si mise a letto, si guardó attorno.

Tu: Mi dispiace
00:55
Tu: Ti amo
00:56

Spense il cellulare e si addormentó.

La mattina successiva lo riaccese, sperando in un messaggio. Non c'era nulla.

Quel sabato stette a casa, non voleva fare nulla. Nel pomeriggio mise una storia dove ricordava ai fan degli instore.

Aggiornava insistentemente il profilo di Marco, fin quando non pubblicó.

«Cazzo!» disse saltellando a destra e a sinistra. Era andato sulla neve.

«Mi manchi» disse guardando la foto.

Non sapeva con chi fosse, dove fosse andato di preciso ma non gli interessava.

Tu: Sembri un'ape in quelle foto hahahahaha ti amo
20:00

Marcolino Mio: Anche io
20:55

A quella risposta, Alessandro deglutí e rimase senza fiato.

Marcolino Mio: Poi parliamo a casa, domani torno
20:56

Alessandro sorrise, ma non di felicità.

Era un sorrisetto nervoso, impaurito.

Sperava ci fosse una via d'uscita da quello che gli aveva detto, che Marco capisse il suo errore e lo lasciasse andare.

Non c'era persona che lui amasse di più al mondo, se non sua madre.

Aveva sbagliato e lo avrebbe ammesso subito.

L'unico suo pensiero era quello di volere la pace in eterno. Non gli importava più nulla, voleva restare tra le sue braccia per tutta la vita.


Com'è profondo il mare | Marco Mengoni & MahmoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora