Stelle cadenti e Te - O/S

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(🟡 Trigger Warning. Questo capitolo contiene scene non troppo forti di autolesionismo. Pertanto sconsiglio la lettura ad un pubblico che ne può essere facilmente infastidito/triggerato)

10/08/18 - Notte di San Lorenzo.

Sdraiato sull'erba fresca Alessandro aspirava la sigaretta con poco entusiasmo.

«Quanto devo aspettare per vedere una stella cedente? Che stronzata» disse soffiando forte il fumo.

«Ale. Sei qui!» disse divertito Marco, sedendosi al fianco di Alessandro.
«Mh? Marco, che ci fai qui?».
«Volevo vedere le stelle, tu?».
«Anche io ma non si vede niente. Penso che a breve vado».
“Devi essere paziente. Hai da accendere?».
«Si. Tieni».

Estrasse la sigaretta dal pacchetto e la accese.
«Non pensavo tu fumassi» disse sollevandosi, spegnendosi la sigaretta addosso.
«Ale, che cazzo fai?».

Il ragazzo stette zitto. Lo faceva per "torturarsi" perché non si piaceva, ma in quel momento gli venne cosi spontaneo che si mise le mani tra i capelli.

«Non pensarci hahah».
«Come non pensarci? Ti sei appena spento una sigaretta addosso. Fammi vedere».

Lo tirò a sè, controllando se la sua pelle fosse bruciata.

«Oddio, guarda,una stella!».

Marco sollevò la testa e la vide in tempo. Era scintillante, qualcosa che sembrava di non poter essere visto ad occhio nudo. Sorrise.

«Hai espresso un desiderio?».

Alessandro guardava il cielo aspettandone un'altra.

«Si».

Marco tornò a guardare il punto in cui Alessandro si era spento la sigaretta.

«Guarda. C'è una bruciatura. Scemo».
«Non fa niente» disse guardando ancora il cielo, trattenendo le lacrime.

Marco gli accarezzò il viso.

«Ale...che succede? Qualcosa che non so?».
Alessandro non abbassava la testa e sbiascicò qualche parola come "sto bene".

«Capisco ciò che provi, ma questa non è la soluzione» teneva la sigaretta mezza consumata tra le labbra mentre parlava, così si trascinava le parole dietro.

Marco continuava a guardarlo.

«Ale».
«Marco».
«Non farti del male» disse con la voce rotta.
«Non–Marco, non piangere!».
«Alessandro io ti amo e non devi farti questo, sei perfetto».

Spostò lo sguardo su Mengoni che buttava fuori il fumo e poi ri-aspirava.

«Tu mi–»
«io ti amo. Si. Ti amo».

Alessandro accese un'altra sigaretta.

«Ti fa male anche il fumo».
«Marco e dai non sono un bambino!».
«Per me sei sempre stato come un fratello ma sono mesi che...» deglutì e con le mani tremanti spense la sigaretta consumata nel posacenere tascabile.

Alla fine ne accese anche lui un'altra.

«Sono mesi che per me sei più di un fratello. Ti voglio un bene fuori dal normale, anzi, ho capito che ti amo».

Alessandro lo guardò, poi si guardò attorno.

Gli si avvicinó e portò la mano tremante dietro al collo del più grande.

«Baciami Marco. Qui. Ora.».
«Ale, che dici?».
«Ok faró da me».

Lo avvicinó con poca lentezza e lo bació. Lo gustó mordendogli la lingua, le labbra, mentre le stelle cadenti rendevano l'atmosfera magica.

Si allontanarono e le uniche due parole che si sentirono dopo quel bacio furono:

«ti amo».

Com'è profondo il mare | Marco Mengoni & MahmoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora