Nessuno vuole essere Robin - O/S

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Marco stava preparando una porzione di popcorn da mangiare per guardare un film. Era solo, canticchiava "Let It Be".

Suonò il campanello. Non attendeva nessuno.

Quando aprì la porta spalancò gli occhi e morse l'interno della guancia per non piangere.

«Come mai sei qui?».
«Come mai sono venuto stasera? Bella domanda.
Se ti dicessi che mi manca il tuo cane, ci crederesti? Che in cucina ho tutto tranne che il sale, me lo daresti? C'ho una spina in gola che mi fa male, fa male, fa male...
Fammi un'altra domanda, che non riesco a parlare...».

«Perchè sei qui, Alessandro?».

«Quel che vorrei dirti stasera è,» sospirò «non ha importanza, è solo che a guardarti negli occhi mi ci perdo, quando il cielo è silenzioso mi nevica dentro.
Se giurassi di dormire con te e non toccarti, toccarti, toccarti...».

disse col fiatone.

«Ma certo, vuoi dormire col cane...»
disse indicandosi, dato che di cani non ne aveva.

«Sai quanta gente ci vive coi cani e ci parla come agli esseri umani.
Intanto i giorni che passano accanto li vedi partire come treni che non hanno i binari, ma ali di carta e quanti inutili scemi per strada o su Facebook, che si credono geni, ma parlano a caso, mentre noi ci lasciamo di notte, piangiamo e poi dormiamo coi "cani"».

Alessandro stette zitto, mettendosi le mani sul viso per coprirlo.

«Ti sei accorto anche tu, che siamo tutti più soli?»
Continuò Marco.
«Tutti col numero dieci sulla schiena, e poi sbagliamo i rigori.
Ti sei accorto anche tu, che in questo mondo di eroi
Nessuno vuole essere Robin».

Si spostò dall'uscio della porta e lo fece entrare.

Chiuse la porta alle sue spalle e sospirò.

Com'è profondo il mare | Marco Mengoni & MahmoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora