V: Due Nuvole.

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“Com'è strano rincontrarti ancora,
a pensarci bene sembra che non sia
passata un'ora.
Sarà il tuo sguardo che mi spacca a metà,
come quei jingle della pubblicità.
Chissà se il fiore che ti ho regalato,
è dentro un libro
o è tornato dentro ad un prato”
[Marco Mengoni, Due Nuvole]

Marco lo guardò stranito, respirava quasi faticosamente.
Alessandro d'altro canto era furibondo e cercava il modo di mandarlo via.

«Io non voglio questo» disse Mengoni accarezzando il viso di Alessandro con dolcezza. Inizialmente, voleva scostarsi, prendergli la mano e spezzarla con prepotenza con noncuranza di quello che sarebbe successo dopo, ma iniziò ad ri-abituarsi a quel tocco dolce, immensamente familiare della mano di Marco.
«Ale, mi dispiace» disse con un filo di voce il più grande.
Ora aveva la testa un po' abbassata.
«Io quasi non ce l'ho il coraggio di guardarti in faccia. Mi pento molto di quello che è successo tra di noi in passato».

Marco spalancò gli occhi, aveva detto qualcosa di molto fraintendibile.

«Ti penti di cosa?» disse Alessandro con un espressione triste.
«Di averti lasciato così quella sera. Da lì in poi nella mia testa riaffioravano ricordi di ogni tipo».

«Tipo?».

Flashback
M:«Questa guerra la vinco io! Hahah!» disse Marco lanciando di prepotenza un cuscino sulla faccia di Alessandro.
A:«Non penso proprio, potrei iniziare a fare qualcosa di pericoloso per farti perdere».
M:«Sentiamo, che cosa?».
A:«Tipo il solletico!».
Iniziò a fargli il solletico sul collo, sotto le ascelle e sul petto.
M:«Ma sei pazzo? No lo sai che lo soffro!».
A:«Hahahahah! Uno a zero per me!»
disse, avvinghiandosi al corpo di Mengoni.
M:«Hai proprio un bel profumo».
Alessandro arrossí.
A:«Tu invece sai di cosa profumi?» disse prontamente il ragazzo mettendosi al fianco di Marco guardandolo negli occhi.
Marco non rispose, era troppo impegnato a guardarlo in ogni dettaglio.
Si impegnò a ricollegarsi alla domanda e scosse la testa lentamente.
A:«Sai di tutto ciò che ho sempre desiderato» gli sussurrò con delicatezza.
Marco prese la mano di Alessandro e la porto sul suo cuore:
M:«Alessandro, ti presento l'effetto che mi fai».

«Di tutto quello che siamo stati insieme. Del primo bacio che mi hai dato, di quella sera in cui abbiamo fatto la guerra dei cuscini, di quella successiva in cui abbiamo fatto l'amore per la prima volta.
Non ti ho mai levato dalla testa! Mi manchi. Ho sbagliato tutto» disse sputando velocemente quelle parole a tal punto da avere il fiatone.

Alessandro si allontanò di un passo.

2 messaggi da leggere.

Fratellino Blanchito: Ma che fate? Perché ci metti così tanto tempo a rispondere? Bro sto in pensiero non dormo
3:11

«Forse è meglio che tu vada. Ne possiamo parlare un'altra volt–»
Marco si fiondò sulle labbra del più piccolo dandogli un bacio a stampo.
«Pensaci. Io starò qui. Parto per Milano giovedì».


Alessandro deglutì, leccandosi le labbra.
Marco lo accarezzo un'ultima volta e poi si girò di spalle per andare verso la porta.

«Aspetta», disse Alessandro con un espressione stranita, «ma quanto cazzo di burrocacao hai messo? Posso sentirne il sapore sulle labbra!». Marco ridacchiò e aprì la porta.
«Bisogna essere pronti a tutto» disse uscendo dalla camera.

Chiamata in arrivo da Fratellino Blanchito

«Oh, fra, dimmi».

«Mi stavi facendo preoccupare, stronzo!».

«Ma che vuoi, lo sai che c'era Marco qui».

«Eh, ma che cazzo stavate facendo?».

«Deficente abbiamo parlato, niente di che».

«Avete fatto qualcosa?».

«Qualcosa in che senso?».

«...».

«Richi, ci sei?».

«Avete scopato?».

«Che delicatezza. No».

«Ah ok, menomale».

«Mi ha baciato Riccà».

Com'è profondo il mare | Marco Mengoni & MahmoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora