Marco uscí dalla doccia in punta di piedi.
«Se questa é l'ultima volta che mi scordo il tappetino e poi la Luna esploderà...ma esploderà per davvero perché sarà una rarità. Che cazzo! Ma posso mai dimenticarmi di quel dannato tappetino! Poi mi lamento che creo il lago di Garda qui a terra quando esco dalla doccia, uff...» sbuffó infastidito.
Con la spuma cercó di dare senso ai suoi ricciolini, inizió ad asciugarli col diffusore intonando qualche melodia probabilmente non esistente. Mise un profumo forte, sul collo, dietro le orecchie, sui polsi, come se dovesse fare colpo su qualcuno. Indossó uno dei suoi completi più belli, i suoi gioielli preferiti ed uscí dal bagno avvolto dall'odore dolce e quasi nauseante derivante dalla quantità di profumo che aveva messo.
«Oh la la! Avevi detto che saresti andato ad incontrarlo a casa sua ma non che avresti fatto allo stesso tempo il matrimonio con lui!».
«Devo essere bello o no?».Marta abbassó un po' la testa e i suoi ricci le coprivano l'espressione incupita.
«A' Má, ma che hai?».
«Alessandro ha Noah, lo sappiamo bene».
«Si».Marco si morse il labbro inferiore e si guardo allo specchio.
«Ci vediamo dopo, più tardi...boh» disse uscendo con lei da casa. Chiuse la porta a chiave e non appena davanti la sua auto salutó l'amica, rassicurandola.
Partí a tutta velocità verso casa di Alessandro.
Davanti al citofono ebbe timore e pensó di tornare indietro nonostante abitassero comunque ad una certa distanza.
«Marco. Dai» si ripeteva in mente. Il portoncino si aprí ma non perché fosse riuscito a citofonare ma perché Noah stava uscendo proprio in quel momento.
Marco lo vide con la coda dell'occhio e avvicinó la sua faccia ai citofoni, facendo finta di star cercando qualche nome. Noah non ci fece molto caso, aveva le sue Airpods nelle orecchie e la fsccia appiccicata al telefono.
Il cantante si assicurò che Noah fosse lontano abbastanza e cliccò su quel nome, “Alessandro Mahmoud”.
La telecamera con la lucetta accesa mostrava ad Alessandro il volto vicinissimo di Marco, che lo fece iniziare a ridere a crepapelle, per poi fermarsi, realizzando che quella persona buffa fosse effettivamente Marco.
«Chi...è?».
«Marco».
«Si, lo so. Perché sei qui?».
«Posso entrare? Ti prego».Il portoncino allora emise di nuovo un click.
Marco salì con l'ascensore, scrivendo un messaggio a Marta:
Tu: Sono dentro!!!!!!!!!!!!
17:10Marco venne accolto da Alessandro che lo aspettava a braccia conserte sull'uscio della porta con la canotta e un paio di pantaloni grigi.
«Ciao Ale».
«Entra pure».Si sedettero al tavolo della sala da pranzo e l'atmosfera fu sin da subito tesa.
«Perchè sei qui Marco? Io sono fidanzato».
«Ho incontrato Noah quando sono arrivato».Alessandro si congelò.
«Noah?! E che ti ha detto?».
«Non mi ha visto. Menomale».Alessandro rimase con quella espressione sorpresa e gli chiese ancora, con tono duro:«Marco, per quale motivo sei qui?! Vuoi rovinarmi di nuovo la vita?».
«Io sono qui per chiarire. Mi manchi. Tutti i giorni».
«Pure a me manchi, ma Marco...»
«Ti manco?!».Alessandro deglutì e chiese a Marco di aspettarlo lì.
Prese la scatola di scarpe e la portò sul tavolo della sala. «Questa contiene tutti i nostri ricordi, tra cui...» prese la Polaroid «questa. Vedi che è un po' bagnata negli angoli?».
«Si». disse Marco.
«Sai perché? Perché io ho pianto con quella Polaroid in mano sotto la doccia! E tutto perché se tu avessi saputo come tenermi con te io questo problema non l'avrei! Potremmo stare assieme, felici! Capisci che venendo qui tu mi fai solo del male Marco?».In preda alla rabbia lanciò la scatola a terra con la mano, facendo cadere tante cose, come le lettere e i disegni di Marco, le canzoni scritte insieme.
«Calmati».
Si alzò di scatto dalla sedia e lo raggiunse abbracciandolo, mentre Alessandro si dimenava.
«Ti odio».
«Sono sicuro che qualcosa si possa fare».
«Non c'è niente che si possa fare» disse Alessandro inginocchiandosi, prendendo tutto ciò che era caduto.Marco lo guardò e sospirò, si inginocchió pure lui e lo aiutò. Alessandro si fermò a guardarlo.
«Marco, faccio da solo» disse prendendo una delle lettere per sistemarla nella scatola.
Si guardarono negli occhi intensamente, poi Marco prese la lettera gentilmente dalle mani di Alessandro e la lesse.
Caro Alessandro,
ormai siamo giunti al termine di un viaggio che per me sarà sempre indimenticabile.
La vita mi ha riservato un grande dono e quel dono sei proprio tu amore mio.
Niente dura per sempre e il nostro rapporto era già più complicato di quanto si possa immaginare.
Di chi è la colpa? Di nessuno dei due alla fine, ma sono consapevole di averti fatto soffrire e questo fa male anche a me.
Un giorno, forse, ne riparleremo faccia a faccia, forse ci baceremo e faremo l'amore per l'ultima volta, ma so che quel giorno, non è oggi.Ti amerò per sempre Alessandro.
Sei tutto per me.Con le lacrime agli occhi, ti dico "ciao" e non "addio", perché il nostro non è un addio.
Vero?
Tuo, Marco
Si riguardarono negli occhi carichi di lacrime e stupore.
«Il fatto è che mi manchi e che senza di te io non so stare. Lo capisci?».
«Marco io...io sto con Noah. Io ti amo ancora ma io...»
«lo so. Ma perché ti sei messo con lui se mi amavi ancora?».
«Io non pensavo che tu saresti tornato. Non pensavo che avresti avuto questa forza».Marco lo guardò deluso. Si alzò da terra e si avvicinò alla porta dell'ingresso. Alessandro immediatamente corse per raggiungerlo.
«Non c'è stato solo Noah da quando ci siamo lasciati. Ne è passato di tempo e penso che tu lo sappia».
«Lo so» disse con un nodo alla gola così stretto che l'avrebbe strappato con le sue stesse mani.Si girò indietro e guardo Alessandro. Era così dannatamente vicino.
«Ale sará meglio che vada. Grazie per avermi accolto ma...»
Alessandro lo tirò a se e lo baciò con foga, gli accarezzava il viso, poi la nuca, poi si staccò.
«Questo non lo deve sapere nessuno, okay?».
Marco lo guardò stupito e con gli occhi che luccicavano.
Tese il braccio verso la maniglia della porta, ma il suo sguardo tornò di nuovo su Alessandro.
«Posso chiederti una cosa?».
«Dimmi».«Nella prossima vita lo cambieremo il finale di tutto questo?».
Fine
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Com'è profondo il mare | Marco Mengoni & Mahmood
FanfictionII LIBRO DEL DITTICO «Ti odio Marco. Perché non te ne torni a Milano? Per me puoi tornare anche oggi! Perché non vai? Eh?». «Perché t'amo Alessà». Libro scritto secondo la fantasia dell'autrice. Questi fatti sono solo in piccola parte veri. Non pren...