Capitolo 19

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Passai la notte avvolta nelle sue braccia,con la testa sul suo petto..L'emozione era talmente forte che non riuscii a chiudere occhio, così ascoltai il suo respiro tutta la notte.
Era questa l'emozione che si provava dopo la prima volta? ..Bhè se è così, vorrei fosse la prima volta per sempre.
Quando le prime luci del mattino invasero la stanza, Justin si mosse e mormorò qualcosa.
Dopo qualche istante mi baciò la testa.
"Buongiorno Eva.."
"Buongiorno Justin."
Si stiracchiò e poi strinse ancora di più le sue braccia attorno a me.
Avrei voluto dire qualcosa, ma la paura di poter rovinare la magia di quel momento, mi fece tacere.
Poi lui prese parola al mio posto.
"Eva.. è stata la notte più bella della mia vita.." Sorrisi.
"Lo è stata anche per me.." Dissi arrossendo.
Poi si alzò e iniziò a cercare i suoi e i miei vestiti, sparsi sul pavimento di tutta la stanza.
Lo stava facendo senza ne pigiama ne biancheria, non provava vergogna nei miei confronti e mi sentii felice di sapere che si sentiva a suo agio.
Il suo corpo era perfetto in ogni suo lineamento.
Mi sorpresi a fissarlo, e sorridetti.
Poi lui si voltò e lanciò tutti i vestiti sul letto, così mi alzai anch'io.
Non mi vergognavo ad essere nuda di fronte a lui, mi ero liberata della vergogna nell'istante in cui avevo lasciato cadere il lenzuolo.
Ci rivestimmo tranquillamente e insieme uscimmo di casa.
Ovviamente lui si era camuffato, ma io sapevo che affianco a me non c'era quel ragazzo famoso che conoscono tutti, ma c'era il ragazzo che amavo.
Ad un tratto mentre camminavamo mi strinse la mano, ed intrecciò le sue dita alle mie.. poi si voltò e mi sorrise.
Com'era possibile che finalmente andava tutto per il verso giusto?.. Era meraviglioso.
Entrammo al bar Eva e ordinammo due cornetti, che il proprietario ci servì personalmente. Ormai lo conoscevo bene.
"Buongiorno Simone.." dissi io, mostrando un sorriso raggiante.
"Buongiorno Eva.." disse lui rispondendo con gentilezza al mio sorriso. Dopo di che Justin alzò lo sguardo e mi fissò.
"Justin lui è Simone, il proprietario. Simone lui è Justin un mio amico."
Dissi dando un mordo al mio cornetto. Justin strinse la mano di Simone, e non so perché rimase fermo, immobile, con gli occhi persi nel vuoto.
"Justin tutto apposto?" Gli chiesi, sbracciandomi per attirare la sua attenzione.
Lui spostò il mio sguardo su di me, dopo di che annuì.
Per il resto del tempo che passamo in quel bar, Justin, non disse mezza parola.
Una volta usciti dal bar, lo incalzai.
"Justin cos'è successo?" Gli chiesi prendendogli la mano. Lui scostò la mia mano, e si mise di fronte a me.
"Cosa è successo? Mi hai presentato come un tuo amico! Eva è questo che sono per te? Un amico?"
Non riuscivo a credere alle mie orecchie.. non potevo immaginare che il suo problema fosse il fatto che lo avevo presentato come amico.
Mi sentii felice dentro me, perchè allora, se non eravamo amici..eravamo fidanzati?
"Ti ho presentato come amico, perché fin'ora non abbiamo mai parlato di NOI. E non sapevo che reazione avresti avuto davanti alla parola fidanzato."
"Non c'è da parlare di NOI Eva. Mi sembra che la notte passata sia sufficiente per chiarire le cose non credi?"
"Justin l'ho fatto senza pensarci.." Dissi poi giustificantemo. Ma aveva ragione lui, ero una vera idiota. Ho pensato solo ai miei sentimenti e non ai suoi.
Si lasciò cadere le braccia sui fianchi, e scosse la testa.
"Ti vergogni di me Eva? Se è così dimmelo."
Mi guardai in torno, e mi resi conto di quanto la piazza fosse affollata. Dopo di che mi venne un'idea.
Mi misi al centro della strada e iniziai ad urlare indicando Justin:
"Quello è il mio ragazzo."
Tantissime persone si fermarono a guardare prima me e poi Justin, ma non mi importava, l'unica cosa che mi interessava era far capire a Justin, quanto avesse frainteso.
"Si , lo vedete tutti quell'idiota con il cappellino? È il mio ragazzo."
Alcuni si miero a ridere, altri invece mi diedero il cinque.
Avrei continuato ad urlare tutta la giornata, ma Justin si fiondò addosso a me e mi trascinò sul marciapiedi.. dopo di che mi mise con le spalle al muro.
"Tu sei pazza.." Già, sembrerà banale ma ero pazza di lui.
"I pazzi e gli idioti, stanno bene insieme." Dissi ridendo.
Lui mi baciò, una due e tre volte, poi mi prese la mano e ci incamminammo verso casa mia.
Mentre mi camminava affianco lo guardavo, la sua mano sinitra era intrecciata alla mia, mentre la sua mano destra era dentro la tasca dei Jeans.
Jeans che iniziavano dove finiva il fondo schiena.. tutto il resto erano Boxer.
Indossava una maglia Rosso fuoco, un cappellino e degli occhiali da sole..
Lo guardai ancora qualche istante, poi si voltò e mi sorrise.
Arrivammo di fronte casa mia, dove mi diede un bacio lunghissimo.
Infine lo salutai, e a malincuore lo guardai abbandonare il mio vialetto.
Entrai in casa e il cuore mi si fermò per qualche secondo. C'era mio padre. In piedi, con le mani conserte, e uno sguardo assassino.
"Papà. Sei tornato."
"Sono tornato questa mattina alle 4:00 Eva."
Bene, quindi sapeva che ero stata fuori casa.. potevo sempre dirgli di essere stata da un'amica.
L'ultima volta che aveva saputo che stavo con un ragazzo (lo stesso con cui avevo perso la verginità).. aveva ovviamente sfogato i suoi timori da padre, su di me.
"Sono contenta." Dissi mascherando la paura.
Dietro di lui, arrivarono mia madre e Sam.
"Io invece no. Hai passato la notte da quel ragazzo che ti ha baciata per mezz'ora qua fuori vero?"
.. Aveva visto Justin?Quanta sfiga? E perché tutta su di me?
A questo punto mentire sarebbe stato stupido. Dovevo sorprenderlo.
"Si..è il mio ragazzo." Spalancò gli occhi e si avvicinò a me.
Mi guardò con odio, tristezza, amarezza, delusione, vendetta.. e poi portò la mano indietro per caricarla, ma prima che potesse sfiorarmi, Sam gliela afferrò.
"Papà non farlo." Disse.
Mio padre si voltò e la guardò. Infine si voltò ancora verso di me, e mi diede quello schiaffo che tanto desiderava darmi.
Cercai di spostarmi,e così finì per colpirmi sul naso che dopo qualche minuto iniziò a sanguinare.
Mi balenò in testa l'idea che davvero quell'uomo non fosse mio padre, proprio come Omar aveva detto a Justin.. O forse era solo un desiderio, non un idea.
"Sei una sgualdrina. E con quel ragazzo, ci parlerò io. Tanto prima o poi verrà qua."
"Lui non centra nulla." Dissi strillando.
Mi afferrò la borsa e mi prese il cellulare, dopo di che lo scaraventò a terra, riduncendolo in mille pezzi.
Lo superai velocemente e mi diressi verso la mia camera ancora con il naso in sangue, ma prima che potessi sparire dietro la scala dissi:
"Ben tornato papà."

Perché tu sarai sempre il mio solo destino....Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora