Capitolo 27

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Una volta che il mio corpo raggiunse il fondale, per niente profondo, sentii come una scarica elettrica salirmi dalla punta dei piedi fino alla testa.
Era una follia, forse la prima follia della mia vita, e mi sentii benissimo.
Trattenni il fiato fin quando non sentii un forte dolore al petto, allora aprii gli occhi e iniziai a salire a galla.
Il gesso pesava di brutto, e continuava a trascinarmi verso il fondo.. tuttavia le mie gambe continuarono ad alternare i loro movimenti fino a riportarmi a galla.
Una volta aver messo la testa fuori respirai profondamente e mi guardai intorno.
Prima che potessi controllare se la spiaggia fosse isolata, il gesso mi trascinò di nuovo giù.
Ero a digiuno da troppo tempo, il mio corpo non aveva più forze.
Mi sentii come se avessi una palla di piombo attaccata al piede. Ero completamente impotente contro il peso del gesso. Il mio corpo non voleva raccogliere le ultime forze.
O forse, non c'era più niente da raccogliere?.. Forse davvero abbandonarmi sarebbe stata la cosa giusta. Avrei dovuto superare la rottura con Justin per cosa? Per essere picchiata ancora da mio padre? Per passare il resto della mia vita chiusa nella mia stanza? Non avevo nulla da perdere.
Chiusi gli occhi e abbandonai tutto il mio corpo alle acque agitate di quel mare vasto e profondo.
Non potevo più trattenere il respiro così pensai a mio padre e alla sua violenza, a mia sorella e al suo stupendo cambiamento, a mia madre e la sua paura.. e infine pensai a lui.. all'unico amore della mia vita.
Fino ad ora, giudicavo matte le persone che facevano follie per amore.. eppure è proprio a questo che ti porta l'amore.. A fare follie!
Sentii le forze abbandonarmi, e pian piano non sentii più nemmeno il rumore delle onde del mare infrangersi sullo scoglio.
Qualche istante mi separava dalla morte.. Ma non provai paura. Non potevo aver paura. Le persone hanno paura perché morendo, lasciano qualcosa o qualcuno.. io non lasciavo niente e nessuno. Forse sarei stata meglio.
Chiusi gli occhi, e poi mi sentii afferrare dal gesso. Qualcuno mi stava chiaramente trascinando verso riva.
Non capii niente fin quando non mi ritrovai sdraiata sulla riva.
Qualcuno era sopra di me, e mi premeva il petto. Non aprii gli occhi ma riuscii a percepire i suoi movimenti. Era come se fosse un film.
Poi poggiò le sue labbra alle mie, e mi diede fiato. Lo fece due volte e poi un rigurgito d'acqua mi salii in bocca. Mi alzai di colpo e sputai.
Sperai di voltarmi e trovare Justin. Sperai che avesse cambiato idea. Sperai invano.
Mi voltai e vidi un ragazzo che non avevo mai visto prima d'ora.
Era vestito anche lui, e prima che potessi guardarlo bene mi disse:
"Che ti salta in mente?" Aveva il fiatone. Non doveva esser stato facile trascinarmi a riva.
"Niente.. volevo solo provare una cosa."
"Stavi per morire." Mi rispose con un tono nervoso.
Mi alzai e mi diressi verso la strada di casa ma lui mi fermò.
"Perché lo hai fatto?" Lo guardai bene. Era davvero carino. Il suo fisico era completamente attaccato ai vestiti bagnati.. Aveva i capelli neri e gli occhi verdi.
Per il resto.. era un ragazzo che doveva aver spezzato molti cuori. Peccato solo che non era Justin.
"Non ti riguarda." Risposi secca.
"Potresti anche ringraziarmi." Aveva ragione.
Mi voltai e gli sorrisi.
"Grazie.!" Lui mi sorrise e mi porse la mano.. Non aveva forse capito che il mio era un sorriso di strafottenza?
"Piacere. Io sono Pauly, tu come ti chiami?"
"Eva."
Non volevo dargli confidenza, ma il suo sorriso mise allegria a quella maledetta giornata.
"Stai bene Eva?"
"Si grazie." Mi incamminai verso la strada e mi venne accanto.
"Ti accompagno a casa."
"Sto bene ti dico."
Il digiuno mi aveva resa molto debole, così prima che potessi rendermene conto sbandai e mi ritrovai attaccata ad una gabbina telefonica.
Pauly mi afferrò e mi disse:
"Sta tranquilla non sono un maniaco."
"Non ne sono sicura!" Rise.
Prese il mio braccio e se lo passò attorno al collo, poi ci incamminammo verso casa mia.
Per andare dalla spiaggia a casa mia, la strada più corta era quella che passava per casa di Justin.
Non volevo passare di fronte casa sua con Pauly.. Non volevo pensasse che lo avevo rimpiazzato.
Tuttavia ci incamminammo per quella strada.
Parlammo dell'accaduto per tutto il tragitto, poi di fronte a casa di Justin, c'era proprio lui.. che scendeva dalla sua auto.
Merda. Perché il destino si accanisce contro di me?
Prima non si accorse di noi, e sperai che continuasse così.. Poi però le gambe iniziarono a cedermi. Avevo la pressione molto bassa, così Pauly, mi afferrò per il busto e mi sostenne prendendomi quasi in braccio.
Maledetta me. Attirai l'attenzione di Justin che si tolse gli occhiali e ci guardò.
Lo vidi incamminarsi verso di noi a passo sveltissimo e dopo qualche istante me lo ritrovai di fronte.
Guardò me, e poi Pauly..
"Che succede Eva? Chi è lui?" Chiese gesticolando. Aprii la bocca per rispondere ma non uscii nemmeno una parola.. non fu lo stesso per i miei occhi che iniziarono a lacrimare.
Pauly capì che qualcosa non andava.
"Stava annegando e io l'ho solo aiutata." Disse.
Justin sgranò gli occhi e ripetee a gran voce:
"Stava annegando?"
Pauly, annuì, e io appoggiai la testa sulla sua spalla in modo da asciugarmi le lacrime.
Poi Justin continuò:
"Perché la stai accompagnando a casa così?"
"Non si regge in piedi. Non vedi?" Disse Pauly con arroganza.
Mi sentivo inutile e impotente di fronte a questa situazione.. Ma non potevo reagire, il mio cuore me lo impediva.. vedere Justin per me è troppo difficile ora.
"Dai a me la porto io." Disse Justin allungando le braccia. Voltai la testa e lo guardai fisso negli occhi. Avrebbe solo peggiorato la situazione così! Non voleva stare con me? Dovevo dimenticarlo.. e in quel modo non lo avrei fatto.
Pauly aveva intuito che noi due avevamo qualcosa di cui parlare e stava per mollarmi sulle braccia di Justin quando lo fermai.
"Andiamo Pauly, siamo quasi arrivati ormai.."
Si bloccò e annuì. Justin restò pietrificato.
Mi faceva soffrire tutto ciò.. Ma ero consapevole che se Justin non mi amava più dovevo andare avanti. Anche se dentro me sapevo che non avrei amato più nessuno.
Pauly ed io proseguimmo lasciandoci Justin alle spalle.
Mi voltai per guardalo.. Aveva le braccia a pendoloni sul busto e lo sguardo attontito.
Mi sentii ancora più debole e prima che me ne potessi rendere conto, mi ritrovai completamente in braccio a Pauly. Poi chiusi gli occhi e fu come addormentarmi.
Una sensazione di vuoto mi riempì la testa..!!
Venni svegliata poco dopo dalle carezze di mia madre.
Mi ero persa qualcosa?.. Probabile.
L'unica cosa che desiderai appena sveglia, fu che tutto ciò diventasse solo un sogno.. Poi vidi il gesso. Chiusi gli occhi di nuovo. Era un inferno.
Justin non mi amava più grazie a mio padre ed io lo avevo abbandonato su uno marciapiede. Chi dei due poteva star peggio?

Perché tu sarai sempre il mio solo destino....Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora