Restai con gli occhi e la bocca spalancati.
La stanza di Justin era sotto-sopra. Le lenzuola, e il cuscino del suo letto erano dispersi nella stanza, proprio come la sua rabbia.
Il comò che avevo sempre visto ordinato, ora era dall'altra parte della parete in mille pezzi. Le tende distrutte per terra.. Cos'era successo?!
Mi guardai intorno e vidi Justin in un angolo,con la tunica dell'ospedale, che lanciava per aria tutto ciò che c'era all'interno del suo armadio. Lenzuola, vestiti, pigiami, cappelli.. tutta la sua roba si disperse per la stanza.
Sul suo viso delle lacrime, scendevano come se stesse piovendo sulle nostre teste.. e un'espressione di rabbia si dilaniò nell'aria.
Corsi accanto a lui, e lo avvolsi da dietro.
"Justin basta, per favore." Urlai cercando di trattenerlo. Si bloccò di scatto, e l'infermiere entrò improvvisamente.
"Cos'è successo qui. Chiamo il dottore.?" Mi chiese fissandomi.
"No per favore. Va tutto bene."
Justin si calmò e si lasciò cadere per terra. Mentre l'infermiere chiuse la porta, mi lasciai cadere a terra anch'io.
Non emetteva nessun verso e non singhiozzava, ma potevo benissimo vedere le sue lacrime rigargli il viso.
Sarebbe stato stupido chiedergli che succede.. Era ridotto così a causa dello Stress. Io a casa sua, il bambino, sua madre, Jazmine, l'incidente..e ora la leucemia.
Le parole sarebbero state inutili e banali in questo momento, così lo abbracciai, avvolgendolo fra le mie braccia.
Avevo le mani dietro il suo collo, ed eravamo viso a viso quando disse:
"Scusami,non dovevo sfogarmi."
"..è successo qualcosa in particolare?" Chiesi preoccupata.
"Il dottore mi ha detto che domani stesso mi rimetteranno." Sorrisi e lo baciai.
"..è una notizia stupenda questa Justin." Dissi in preda alla gioia.
Alzò lo sguardo e mi lanciò un'occhiata carica di incomprensione.
"Come può essere una buona notizia.. Ora che mi dimettono, scopriamo che tu hai la leucemia Eva.." Deglutii.
"Non voglio che tu ti preoccupi per me. L'unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci e di sperare che non comporti danni alla gravidanza." Dissi seria.
Si alzò di scatto.
"Alla gravidanza Eva? Stiamo parlando della tua vita, accantona per un attimo la gravidanza." Perdere il bambino, era impensabile per me.. Non mi importava dover passare il resto della mia vita in ospedale... Mi importava solo vedere mio figlio tra le braccia di Justin.
"Non accantonerò mai la gravidanza. Farò di tutto per portarla avanti Justin, a costo di rischiare la mia vita." Dissi sicura di ciò che uscì dalla mia bocca.
Mi guardò male.
"Come pensi che starei senza di te? Devi lottare principalmente per la tua vita. Per me è impensabile perderti."
Stavo per rispondergli, quando Kaitlin entrò e si guardò intorno sconcertata.
La stanza, era praticamente inagibile.
"Ragazzi tutto bene? Farete meglio a mettere in ordine prima che arrivi il dottore.. cioè fra cinque minuti."
Ci scambiammo uno sguardo e ci alzammo di corsa, poi anche Kaitlin ci aiutò a mettere in ordine, sotto il mio vigile sguardo che la teneva lontana da Justin.
Sono una donna, ed ho pur sempre il diritto di essere gelosa.
Mentre finimmo di aggiustare il letto, il dottor Santini entrò.
"Salve ragazzi. Kaitlin vai al quinto piano dalla signora Rose." Lei annuì per poi scomparire prima che potessimo ringraziarla.
Poi Santini si chiuse la porta alle spalle e ci fece cenno di sederci sul letto, invece lui prese posto sulla sedia.
"Eva, Justin ti ha già detto che verrà dimesso?" Annuii.
"Bene.. Per quanto riguarda te.. Da un accurato esame, ho scoperto che è una leucemia mieloide acuta. Regredisce facilmente nel 75% dei casi in seguito alla terapia d'urto iniziale. Purtroppo dopo qualche anno recidiva con esito spesso mortale. Si stanno sperimentando anticorpi monoclonali capaci di veicolare sulle cellule tumorali farmaci chemio terapeutici efficaci."
Deglutii, e vidi Justin scomparire in bagno. Feci cenno al medico di continuare.
"Si può curare.. anche se.. " Non finì la frase e si mise a tossire.
"Comunque.. Dobbiamo seguirla nella sua evoluzione e cercare di bloccarla. Il ricovero finisce per lui, ed inizia per te.. Potresti stare a casa e venire in ospedale a controllo.. Ma sei gravida, quindi dovrai essere ricoverata."
Annuii. Non mi interessava. O meglio non in questo momento.
Salutai il dottore e andai a recuperare Justin.
Nel frattempo aveva preparato la sua valigia, e si era cambiato.
"Voglio che tu venga seguita da qualche dottore più esperto.. Che ne so cinese, filippino, americano.. Mi informerò e partiremo." Lo afferrai da un braccio.
"Non voglio. Voglio restare qui. Il dottor Santini è un buon medico."
Lasciò cadere la sua valigia per terra e mi scrutò. I miei occhi si persero nei suoi, come le mie labbra d'altronde, si persero nelle sue.
Non potei fare a meno di baciarlo. Ero io ad avere la Leucemia, ma in cuor mio sapevo che era lui quello che aveva bisogno di più cure.
Mi afferrò dalle cosce e mi prese in braccio.
Con le gambe gli accerchiai la vita, e gli misi le mani dietro al collo.
Con le dita, iniziò a stuzzicare la mia schiena, poi allontanò le sue labbra dalle mie, e mi baciò il naso, il mento e il collo.
"Justin siamo nella tua stanza d'ospedale.. " Riuscii a dire sfuggendo alla sua lingua.
"Tu sarai in una stanza d'ospedale, io sono in Paradiso." Disse continuando a baciarmi.
"Domani dovrò ricoverarmi.. Ti prego almeno oggi.. Stiamo lontani da qui." Dissi mentre lui si fermò.
Restammo in quella posizione qualche istante, dopo di che scesi, prese la valigia e ce ne andammo.
Chaz aveva parcheggiato la sua auto sotto, così salimmo e Justin partì alla velocità della luce.
Sapevo che non mi avrebbe portata a casa, ma non potevo immaginare di trovarmi di fronte ai grandi magazzini.
"Che ci facciamo qui?" Non mi rispose, ma mi afferrò la mano e iniziò a trascinarmi fin dentro.
"Justin potrebbero riconoscerti.." Dissi.
"Non mi interessa.."
Arrivammo nel reparto campeggio, e mi trascinò all'interno di una tenda,che chiuse alle nostre spalle.
"Justin inizi a farmi paura.. Che facciamo qua.."
"Ciò che è proibito, diverte ancora di più." Mi rispose e iniziò a baciarmi..
Continuai a baciarlo, fin quando non capii cosa aveva in mente.
"Aspetta Justin.. Non vorrai.. qui?" Chiesi spaventata dall'idea.
Mi morse il labbro inferiore, ma non mi disse nulla.
" Potrei mischiarti la leucemia.."
"Si vede che non sai proprio nulla di questa malattia.." Mi disse sfilandomi la maglietta.
In fondo, si vive una volta sola.. Così lo lasciai fare e mia abbandonai a quest'idea folle.
Le sue mani percorrevano le linee del mio corpo, come se lo avessero fatto giorno per giorno, come se fossero state fatte apposta.
Gli levai la maglietta e capovolsi la situazione.
Nella posizione in cui si trova il fegato, vidi una chiazza violacea, così feci attenzione ai miei movimenti, per non fargli male.
Lui non sentiva dolore, o forse non gli importava, perché si muoveva con tranquillità e destrezza sul mio corpo.
Quando ci ritrovammo entrambi nudi, si soffermò a guardarmi, e una mano gli cadde fra i miei capelli.
"Sei stupenda.." Mi sussurrò piegandosi su di me.
Di tutta risposta, lo abbracciai e permisi che il suo corpo si adagiasse sopra il mio.
Era un momento così inadatto. Però era uno dei momenti migliori della mia vita.
Non avrei mai pensato di ritrovarmi in una situazione del genere.. E invece..
I nostri corpi, ormai perfettamente sincronizzati, si muovevano all'unisono.
Mi trattenni, in modo da non emettere nessun verso, ne gemito.
Purtroppo Justin non riuscì a fare lo stesso, così per farlo tacere, iniziai a baciarlo.
Era folle. Era folle lui. Era folle il nostro amore. Era folle la situazione in cui ci trovavamo. Era folle che avessi la leucemia. Era folle che nessuno oltre Justin lo sapesse. Era folle che ero incinta.
"Non succederà nulla al bambino vero?" Disse poi ansimando.
"Stà tranquillo." Risposi sicura di me. Avevo parlato con la ginecologa. Si può perfettamente avere rapporti durante la gravidanza.
Se la mia vita, ora aveva una durata di scadenza, non avrei fatto altro che godermela.
Sentii il bisogno di lottare crescere in me.. Lottare per il bambino, per me, per Sam, per Simone, per Justin.
Era per lui che avrei lottato, per lui che ora era tutta la mia famiglia.
E se anche partorire sarebbe stata l'ultima cosa che avrei fatto.. Sarei stata felice perché avrei lasciato fra le sue braccia, il nostro amore. Nostro figlio.
Scacciai dalla mente questi pensieri, e continuai a godermi il momento, fin quando Justin non si sdraiò accanto a me e mi disse:
"Scappiamo?"
"Da chi?"
"Dalla realtà."
Mi scesero delle lacrime, poi ci rivestimmo e scappammo dalla realtà.
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Perché tu sarai sempre il mio solo destino....
أدب الهواةNon esiste una persona giusta per noi. Esiste una persona che, se ti fermi un attimo a pensare, è in realtà la persona sbagliata. Perchè la persona giusta fa tutto giusto: arriva puntuale, dice le cose giuste, fa le cose giuste ma noi non abbiamo se...