Justin caricò le mie valige in macchina e partì.. Non sapevo cosa intendeva per casa, fin quando non arrivammo di fronte la sua immensa villetta.
Ferma l'auto, e prima di scendere si ferma a fissarmi.
"Justin..io" Avrei voluto dirgli di non preoccuparsi, che avrei trovato dove stare, ma lui mi interruppe.
"Tu resti con me. Non pensare nemmeno di trovare un'altra sistemazione."
Sporse la testa verso di me, e allungò il collo aspettando un bacio. Mi avvicinai a lui, e una volta trovatami a pochi millimetri dalle sue labbra gli dissi:
"Grazie Justin." Lui sorrise, e mi baciò. Iniziò a baciarmi con foga, e le sue mani abbandonarono il volante per finire dietro la mia testa.
Le mie mani avevano fatto altrettanto: erano fra i suoi capelli.
Un semplice bacio, si stava trasformando in qualcosa di più, dato che entrambi eravamo avvolti da una foga indescrivibile.
La sua auto era così larga da permettergli di staccarsi dal suo sedile e finire sul mio.
Si sedette a cavalcioni su di me, ma prima che uno dei due non riuscisse più a fermarsi, ci guardammo negli occhi qualche istante, dopo di che scoppiammo a ridere.
La sua risata così cristallina, vedere come si mordeva la lingua mentre rideva e teneva gli occhi chiusi, mi fece sentire a casa.
Restò a cavalcioni qualche istante, poi aprì la portiera e senza fare il minimo sforzo scese dall'auto. Mi ricomposi qualche istante, ma prima che potessi mettere un piede sulla strada, le sue mani mi afferrarono dalle gambe e dalla schiena per poi sollevarmi su. Quando me lo ritrovai davanti, misi le braccia attorno al suo collo, lui mi baciò la fronte e si incamminò verso il portone.
Dopo svariati tentativi riuscì ad aprire la porta, e prima di entrare mi disse:
"Come marito e moglie." Lo guardai negli occhi, e scoppiammo a ridere.
Sotto la mia risata però c'era la soddisfazione del momento: lui aveva pensato a noi due, come marito e moglie.
Una volta superato il portone lui andò a prendere le valige ed io andai a bere.
Ormai conoscevo bene casa sua.
Qualche istante dopo sentii la porta chiudersi, e lo vidi arrivare verso di me con le valige in mano.
"Justin.. è solo temporaneamente.. devo solo dare il tempo a mia madre di sbollire." Dissi io sentendomi tremendamente in colpa per aver occupato casa sua.
"A casa sono sempre solo quando non lavoro ora che mia madre e Jazmine sono partite.. Io voglio che tu resti." Mi disse.
Sorrisi e in quel momento decisi che per quella sera avrei abbandonato l'argomento.
"Dove mi sistemo?" Chiesi prendendo una valigia e incamminandomi assieme a lui verso le stanze da letto.
"Nella mia stanza." Rispose sorridendo.
Non mi sarei aspettata risposta più bella di questa.. solo che ..
"Ti sta bene?" Mi chiese vedendomi perplessa.
"Certo.." Risposi sorridendo.
"Non ti vedo convinta.." Mi disse, fermandosi al centro del corridoio.
Lo abbracciai.
"Stavo pensando, che se già prima nella tua auto, controllarci e stato difficilissimo.. dormire insieme lo sarà ancora di più?"
Non riuscii a vederlo dato che aveva il mento sulla mia fronte.. ma riuscii comunque a capire che sorrise.
"Quanto posso amarti io.." Disse poi..
Insieme entrammo nella sua stanza e posizionammo le valige accanto al letto.
"Ti faccio spazio nell'armadio.." Disse allontanandosi verso una porticina.
"Justin davvero non c'è bisogno, posso lasciare le cose qui.." Dissi indicando le valige.
Lui non fece caso alle mie parole e mi trascinò nella sua cabina armadio.
Era più grande della mia stanza.
Ogni scaffale era pieno zeppo di vestiti, o scarpe.. o cappelli. Incredibile.
Aprimmo le mie valige,e mi guardò male dopo aver visto il modo in cui avevo sistemato i vestiti..
"Sei disordinata, non c'è che dire..Ma almeno oggi non sei in pigiama." Gli diedi un buffetto sulla faccia.
"Guarda tu che ringraziamento per esserti corsa dietro..Me lo rinfaccerai a vita?"
"Esatto.." Rispose.
Prese parte dei miei vestiti, e iniziò a piegarla per bene negli scaffali, proprio accanto alla sua roba.
Lo imitai, e dopo mezz'ora,le mie due valige erano vuote.
"Perfetto.." Disse sorridendo.
Avevo sentito parlare dell'amore platoneo.. che ti cambia la vita, che ti fa scoppiare il cuore.. ma questo era di gran lunga migliore.
Si avvicinò a me per baciarmi, ma prima che potesse farlo, gli squillò il telefono.
"Pronto..? Ciao papà.." Sorrisi anche se di suo padre non sapevo nulla.
Mi infilai le mani in tasca, e mi ricordai del foglio che dovevo ancora leggere, toccandolo. Feci cenno a Justin che sarei andata in bagno, e uscii dalla stanza lasciandolo al telefono con suo padre..
Quel foglio aveva aspettato troppo tempo.. forse ora non aveva più senso leggerlo.
Mi chiusi dentro il bagno,e lo presi in mano. Sapevo che forse dentro quel foglio avrei trovato la risposta alla domanda che mi aveva tormentata.. Ma perché riaprire il passato?! Da poco la mia ferita iniziava a rimarginarsi.. allora perché dovevo scavarci dentro?
Guardai il foglio piegato in due nelle mie mani, e poi guardai me allo specchio.
Tutto era cambiato da quando Justin mi aveva consegnato la lettera..
Ora sono incinta, mia madre mi ha cacciata di casa, ho perdonato mio padre, ho saputo la vera identità di Simone, e sto per passare il resto della mia vita con il padre di mio figlio.
Rimisi il foglio in tasca e uscii dal bagno.
Sono una codarda ecco tutto..
Trovai Justin in corridoio in preda al panico.
"Che succede Justin?" ..Mi venne incontro e mi prese il viso tra le mani.
"Avrò un fratellino."Mi disse. Spalancai gli occhi.. Pattie era incinta?!
"Cosa..? Pattie è incinta?" Mi guardò e rise.
"No.. non Pattie, ma la moglie di mio padre.." Disse.
Non avevo idea che i suoi genitori fossero separati..
"Che splendida notizia.." Dissi abbracciandolo.
"Padre e fratello, tutto ad una volta.. ma ci pensi?" Mi disse facendomi girare.
"Jazmine che ne pensa?..Lo considererà fratello o sorella sua..?" Chiesi senza timore.
"Jazmine non è figlia di mia madre.. ma è lei a prendersene cura.." Sgranai gli occhi.
Perché non imparavo mai a stare in silenzio?! Probabilmente si accorse che mi vergognai della mia spudoratezza perché mi abbracciò e mi disse:
"Ma sa che io lei e questo futuro fratellino o sorellina, saremo inseparabili per sempre." Sorrisi. Era così bello che lui superasse i pregiudizi.
"Io non sapevo che Pattie e tuo padre.." Continuò lui.
"Hanno divorziato. Ma da questo ho imparato.. Ho deciso che quando mi sposerò sarà per sempre.." In un giorno aveva parlato due volte di matrimonio..
Ero io, oppure era lui, a darmi false speranze?!
Si distaccò da me e andò a farsi la doccia.. Io ne approfittai per mettere in ordine i miei pensieri.
Non riuscivo ancora a credere che mia madre mi avesse cacciata di casa, anche se qui stavo benissimo.
Senza rendermene conto, ripresi il foglio in mano e lo fissai ancora.. Perché ero così codarda? 'Ora lo apro' Suggerii a me stessa.. Ma non ci riuscii.
Ero terrorizzata dai miei sentimenti.
Mi squillò il cellulare..
"Eva, dove sei? Stai bene?" La squillante voce di mia sorella, mi ridiede il sorriso.
"Sam, tutto bene.. Sono da Justin.." La sentii sospirare.
"Menomale. Lo sapevo.."
"Mamma?" Chiesi, aspettandomi un'amara risposta.
"Sta preparando la cena. Non ha fatto che piangere tutto il pomeriggio."
"L'ha voluto lei." Risposi con risentimento.
"va bhe sorellina.. devo andare, ci sentiamo prima che vai a dormire."
Riattaccò.
Mollai il telefono sul comò e mi distesi sul letto.
Ad un tratto sentii la porta del bagno spalancarsi e dei passi avvicinarsi a me.
Aprii gli occhi, e mi ritrovai Justin di fronte, nudo, alla ricerca dell'accappatoio.
Urlai, senza rendermene conto, e gli lanciai un cuscino addosso, senza riflettere che l'unica cosa da fare era distogliere lo sguardo dalle sue parti intime.
"Ehi non urlare.. scusa.. la forza dell'abitudine." Disse coprendosi con il cuscino.
Annuii. L'avevo già visto nudo, ma così d'impatto era davvero strano per me.
Ritornò qualche istante dopo avvolto in un accappatoio blu.
"Prepariamo la cena?" Mi chiese..
"Tu finisci di cambiarti, faccio io." Era il minimo che potessi fare per sdebitarmi.
Scesi al piano di sotto e riuscii a preparare l'unica cosa di cui ero capace: carne impanata, e insalata di verdura. Non ero per nulla brava in cucina, ma questo era un piatto semplice che anche una bambina di due anni sarebbe riuscita a fare.
Lui mi raggiunse, e dall'espressione sul suo volto capii che doveva essere da parecchio tempo che non mangiava un piatto preparato.
Mi sorrise, si sedette a tavola e mangiammo.
Durante la cena mi raccontò tutto ciò che riguardava la sua infanzia e lo stesso feci io.. Poi misi i piatti nella lavastoviglie e salimmo al piano di sopra.
Mi piaceva giocare a fare la donna di casa.
Ci sdraiammo sul letto, uno accanto all'altra, e lui iniziò ad accarezzarmi la pancia.
Lasciai che la sua mano grande a calda sfiorasse la mia pelle facendomi rabbrividire. Chiusi gli occhi subito dopo che la sua testa si chinò sul mio addome e mi diede dei morbidi baci.. Era come se stesse baciando il bambino.. Ed era indescrivibile la tenerezza che trovavo nei suoi occhi socchiusi. Poi si spostò e mi baciò sulle labbra. Sapevo che non avremmo resistito.
Si mise di nuovo a cavalcioni su di me e continuò a baciarmi..
La sua dolcezza era infinita.. non aveva fretta di arrivare al 'sodo' ma era come se volesse godersi ogni momento fino alla fine. Le sue mani lentamente si fecero strada dentro la mia maglietta, e si soffermarono sul gancio del reggiseno.
Tentò di slacciarlo una, due, tre volte.. poi non mi trattenni e risi. Lo fece anche lui, poi in un sussurro mi disse:"Aiutami.." Infilai le mani dietro la mia schiena e feci ciò che lui non riuscì a fare.. Lo abbracciai e mi augurai che questo amore non finisse mai.
Lo ritrovai nudo su di me qualche istante dopo.. Poi si sporse in avanti per baciarmi, ma prima che le nostre labbra potessero toccarsi.. squillò il mio cellulare.
Lo guardai, e mi fece cenno di no con la testa. Come per ribattere feci cenno di si.
Allungai la mano sul comodino, e risposi.
"Sam tesoro.." Lui sgranò gli occhi e si portò le mani ai capelli.. Poi iniziò a dirmi di attaccare..
"Eva.. volevo solo augurarti buonanotte.."
"Buonanotte Sam.. ti voglio bene." Era diventata così dolce.
Riattaccai.
"Idiota." Dissi a Justin ridendo.
"Anche tu sei la mia vita.." Disse lui chinandosi su di me..
Misi la mano fra i suoi capelli, e attraversai tutta la sua testa, lasciando che i nostri corpi si amassero.
Ancora, però mi sentii tormentata da quel foglio.
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Perché tu sarai sempre il mio solo destino....
FanfictionNon esiste una persona giusta per noi. Esiste una persona che, se ti fermi un attimo a pensare, è in realtà la persona sbagliata. Perchè la persona giusta fa tutto giusto: arriva puntuale, dice le cose giuste, fa le cose giuste ma noi non abbiamo se...