Appena uscite di casa, ci guardammo per capire in che direzione andare.
"Eva ragioniamo. L'unico indizio che può condurci a quest'uomo.. è Justin."
Mi guardò ammiccando.
"Cos'hai in mente Sam?" Dissi alla fine rasseganta.
"Andiamo da lui, infondo a me non mi ha lasciata ancora, ricordi?"
Era vero. Sam era convinta che Justin aveva intenzione di lasciarla.. e Justin infatti voleva lasciarla.. ma di fatto non si erano lasciati.
"Ottima idea. Ora andiamo la e gli chiediamo chi era quell'uomo.. ottima idea" Dissi ironicamente.
"No. Andiamo la e parliamo e ci comportiamo normalmente..Il trucco è fargli capire che tu sai già chi è quell'uomo.. e poi le cose verranno a galla da sole."
Questo era vero. Il piano si Sam era perfetto, ma vedere Justin sarebbe stato un duro colpo per me, dopo le sue ultime parole.
Ci icamminammo verso casa sua, e quando ci ritrovammo di fronte al portone, Sam avanzò assumendo un'aria sicura di se.
Suonò il campanello, e dentro me iniziai a pregare che Justin non fosse in casa.
Mi aveva spezzato il cuore, proprio nell'istante in cui avevo biogno che qualcuno se ne prendesse cura.
Ci guardammo, per qualche istante, poi il nostro sguardo fu interrotto da Justin che aprì la porta.
Teneva la testa bassa, si strofinò gli occhi, e poi iniziò ad alternare il suo sguardo tra me e mia sorella.
Per qualche istante credetti di vedere un sorriso spuntare tra le sue labbra.
"Ciao Justin." Disse mia sorella con un tono da oca.
"Sam.. che sorpresa.. Ehm.. entrate."
Si spostò e ci fece strada, anche se la strada la conoscevamo benissimo.
Ci fece sedere sul divano del salotto, dopo di che iniziò a muoversi impacciatamente, come se si sentisse a disagio.
Guardai mia sorella che prese subito parola.
"Justin.. tesoro..Bhe ormai è chiaro che tra noi è finita..Però io credo che tu voglia dire qualcosa ad Eva." Come si poteva mettere in una frase, la parola tesoro, segiuta da tra noi è finita?? Solo Sam, poteva farlo.
Non sapevo che l'attuazione del piano comprendesse la mia partecipazione, per cui la guardai storto.
Ed anche Justin lo fece.
Poi lei continuò.
"Avanti glielo dici tu o glielo dico io, di quell'uomo?" Calcò profondamente l'accento sulla parola QUELL'UOMO, dopodichè iniziò con noncuranza a guardarsi le unghie.
"Sam... di cosa.." Lo interruppe.
"Sai benissimo di chi, e di cosa, parlo. Avanti, vuoi dirlo tu ad Eva, o devo dirlo io?"
Se il piano sarebbe andato storto? Se Justin si fosse accorto che era tutto un bluff?.. Avevamo considerato i pro, e non i contro.
"Sam.. io.. non ce la faccio."
Quindi c'era davvero qualcosa sotto.
"Justin parla.L'altra sera, dopo lo sguardo di quell'uomo, in te è cambiato qualcosa.. Devi dirmi cosa, voglio saperlo da te."
Lui abbassò la testa, e iniziò a strofinarsi le mani.
"Eva.. io.."
Lo guardammo per incitarlo a continuare.
"Eva non c'è nulla sotto. Non ti amo, non mi piaci e punto."
Sbaglio o era la seconda volta che venivo respinta dalla stessa persona?
Stupida io che per un attimo, ho pensato che davvero, sotto il suo rifiuto ci fosse qualcosa.
No. Questa volta no. Non avrei accettato un altro rifiuto. Non sarei stata male per lui.
Sam, stava per continuare la storiella del bluff, quando mi alzai la afferrai per la mano e gli dissi:
"Sam basta per favore. Andiamo via di qui. Io credevo di farcela, ma invece non è così."
Allora Sam, fece una cosa che non mi sarei mai aspettata da lei.. Si alzò mi diede un bacio in fronte, mi prese la mano e uscimmo insieme dalla porta, seguite da Justin.
Uscimmo, e mentre attraversavamo il vialetto, entrambe ci voltamo indetro giusto il tempo di scorgere Justin, dalla finestra, accasciarsi alla porta e coprirsi il volto con le mani, per poi scuotere la testa.
Sam dopo aver visto la scena, si voltò verso di me.
"Te l'ho detto che c'è qualcosa sotto."
"Sam, mi sembra chiaro che non c'è niente da indagare e da capire. Non mi ama. Basta, finiamola qua."
Mi mollò la mano per portarsela, assieme all'altra, sui fianchi.
"Ah e così ti arrendi? Sharlook senza Watson non è nessuno lo sai?"
Risi.
Poi lei aggiunse:
"Non ci arrenderemo Eva. Scopriremo cosa c'è sotto. Però ora portami a fare colazione."
Le sorrisi, e la condussi fino al bar Eva.
Ci sedemmo, e ordinammo, e poco dopo, come al solito venne il proprietario.
"Salve ragazze.."
"Salve Simone. Lei è Sam, mia sorella." Simone fece una faccia sorpresa poi deglutì, e strinse la mano di Sam.
Restammo a parlare con lui qualche minuto, poi ci salutò, ma prima di andarsene aggiunse:
"Ragazze ho notato che l'uomo all'ultimo tavolo, vi sta tenendo d'occhio."
Poi si voltò e si allontanò verso il retro del bar.
Io guardai Sam, e insieme ci voltammo e incrociammo lo sguardo di un uomo che già avevo visto. Di un uomo che furtivametne ci osservava da sopra il suo giornale.
Di un uomo che sapevo chi era.
Un brivido mi percorse la schiena.
"Eva.. lo conosci?"
"Sam, è lui, è lui l'uomo dell'altra sera."
"Quindi, mentre noi lo cerchiamo, lui ci segue? Che cavolo vuole?"
Feci spallucce, per fargli capire che non avevo idea.
L'uomo si accorse che io e Sam, ormai , avevamo percepito la sua presenza, così prese il giornale e lo posò, iniziando a fissarci in maniera ossessiva.
Pagammo, e in fretta e furia uscimmo dal locale.
Tutto ciò iniziava a farmi paura.
Ci voltammo, e scorgemmo la figura di quell'uomo abbandonare anche lui il locale.
Iniziammo a correre.
Eravamo noi a cercarlo giusto? E allora perché scappavamo da lui?.. Forse perché tutto in lui, incuteva terrore.
Era come un temporale, durante i giochi estivi. Era come un pugno su un viso di una fotomodella. Si distingueva tra la folla, per la sua aria cupa e minacciosa.
Era piccolo e minuto, ma il suo viso non diceva nulla di buono.
Arrivammo a casa in qualche minuto.
Sam mi guardò e mi disse evidentemente preoccupata:
"Eva non so da quanto ci segue quell'uomo, ma non possiamo stare qui sta notte. Mamma starà fuori a causa di un impegno con la sua compagnia teatrale. Io adnrò da Giusy e tu ..da chi ti pare."
"No Sam, non possiamo dividerci."
Sapere che un uomo di pedina, e soprattutto sapere che la persona che ami è coinvolta in tutto questo.. è terribile.
"Si Eva, solo stando divise capiremo a chi segue davvero. E gli sarà più difficile farlo. Poi stare a casa sole, potrebbe essere pericolosissimo."
Annuii in silenzio.
Mia mamma scese dal piano di sopra.
"Ragazze volevo dirvi che sta notte con la mia compagnia teatrale, saremo fuori città così non ci sarò. Per voi è un problema?"
"No mamma tranquilla. Andremo a dormire da alcune amiche."
Disse Sam, e prima che io potessi aggiungere qualcosa, mi trascinò su per le scale.
"Non diremo nulla a mamma Eva. Ora che finalmente si sta divertendo, e si trova bene con le ragazze della compagnia teatrale,senza papà.. non le daremo preoccupazioni. Chiaro?"
"Va bene." Dissi io annuendo.
Il resto del pomeriggio lo passammo a casa a controllare che quell'uomo non si presentasse. Tuttavia di lui non ci fù l'ombra.
Verso sera, preparammo due zainetti con dentro la nostra robba, e uscimmo di casa.
Sam mi diede un bacio in fronte e si diresse verso casa di Giusy, io mi incamminai verso casa di Clara, e solo a metà strada mi ricordai di non aver preso il cellulare.
Mi voltai e tornai indietro, con il mio zainetto in spalla, e un'enorme paura nel cuore.
Entrai in casa, e molto velocemente presi il cellulare, poi chiusi a chiave e uscii.
Attraversai il vialetto, e proprio alzando lo sguardo, mi accorsi di quell'uomo. Mi fissava dall'altra parte della strada, con un sorriso terrificante stampato sul volto.
Sentii del sudore freddo percorrermi la schiena. Non feci in tempo a pensare a nulla, che mi ritrovai a correre.
Corsi, corsi, corsi, più veloce che potevo. Avevo il cuore che non riusciva più a mantenere la velocità dei battiti, forse per la corsa,o forse per la paura..
Corsi senza voltarmi, e il mio istinto fece il resto.
Suonai innumerevoli volte il campanello di casa di Justin, che aprì qualche istante dopo.
Mi infilai dentro senza aspettare una sua parola. Poi presi fiato. Non riuscivo a parlare, e Justin mi mise un braccio attorno alla vita, e mi accompagnò al divano, poi mi portò un bicchiere d'acqua.
Bevvi lentamente e mi ripresi.
Lui si inginocchiò accanto a me e prima che potesse dire qualunque cosa lo anticipai:
"Justin so che non mi ami, so di non piacerti, ma ti preego devi ascoltarmi. C'è un uomo che mi segue. Forse tu sai cosa vuole da me, ti prego non cacciarmi via. Lui.. lui è qui fuori da qualche parte."
Justin, come se sapesse già tutto, come se aspettava da tempo di farlo, mi abbracciò e mi baciò la testa.
"Qua dentro sei al sicuro Eva. Ci sono gli allarmi a casa mia." Come se fossero gli allarmi il problema.
"Scusa Justin.. Io davvero non voglio disturbarti." Che scema sono. Sapevo che non mi amava, eppure continuavo a stringermi tra le sue braccia come se mi appartenessero.
"Abbiamo già dormito insieme.. quindi. E poi non ti permetterei mai di uscire."
Mi alzai e lo guardai, perdendomi nel suo sgaurdo, che mi avvolse in un caldo abbraccio.
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Perché tu sarai sempre il mio solo destino....
FanfictionNon esiste una persona giusta per noi. Esiste una persona che, se ti fermi un attimo a pensare, è in realtà la persona sbagliata. Perchè la persona giusta fa tutto giusto: arriva puntuale, dice le cose giuste, fa le cose giuste ma noi non abbiamo se...