Vidi il mondo che pian piano stavo costruendo, cadermi addosso, sgretolarsi completamente su di me.
Prima che potessi accorgermene ero già sulla macchina di questo ragazzo. Non pensai minimamente di capire chi fosse. L'unica cosa che mi interessava era andare da Justin al più presto.
Nel nostro piccolo paesino l'auto volò a 120 km/h .. Il ragazzo continuava a scalare e a cambiare marce,e prestissimo arrivammo di fronte all'ospedale.
Scesi di corsa sentendomi il cuore stringere forte.
Entrammo in ospedale, e prima che potessi fare qualunque domanda, salimmo sull'ascensore.
"Io mi chiamo Chaz comunque.." Disse ad un certo punto.
Sorrisi, non avevo voglia di socializzare in questo momento.
Non capì che avevo solo fretta di vedere Justin perché aggiunse:
"Eppure, il pancione non si vede.." Poi chiuse un occhio e mi squadrò meglio.
Mi ritrovai a reprimere la voglia di legargli quella sua stupida cintura con la badiera americana al collo, e sorrisi, ancora.
Finalmente l'ascensore si fermò e lui andò avanti per farmi strada.
Arrivammo in un angolo appartato e molto ampio.. Era questo il privilegio di essere una popstar? Ottenere una camera isolata dal mondo, in ospedale?
Feci per aprire la porta, quando in infermiere si oppose alla mia mossa.
"Chi è lei signorina? È parente del ragazzo?" Lo guardai negli occhi.
"Se per parente intende che porto suo figlio in grembo.. si sono una sua parente." Mi guardò la pancia, poi fece una smorfia e mi aprì la porta.
Prima che potessi guardare dentro la stanza mi voltai a cercare Chaz con lo sguardo. Lo trovai seduto nella sala d'attesa.
"Non vuoi venire?" Alzò lo sguardo e assunse un'aria tranquilla.
"Credo che tu voglia un po' di privacy. Tutto qui." Annuii, e sorrisi per ringraziarlo, poi entrai e mi chiusi la porta alle spalle.
Restai girata verso l'uscita qualche istante.
Cercai di infondermi coraggio da sola, cercai di convincermi che ce l'avrei fatta a guardarlo.. Invece quando mi voltai e lo vidi dovetti iniziare ad usare la mia maglia per asciugare un mare di lacrime.
'Non sei più nel paese delle meraviglie, Alice' pensai tra me e me.
Mi avvicinai a lui, e lasciai che i miei occhi percorressero i tratti del suo viso.
Teneva gli occhi chiusi, e dei fili erano attaccati alle sue braccia.
Perché non era sveglio? Perché non mi stava già prendendo in giro? Perché proprio a lui?..
Mi voltai dall'altra parte e mi asciugai le lacrime.. 'non piangere cazzo. Non farlo.' Continuavo a ripetere a me stessa.. Ma niente, il dolore era troppo forte.
Poi, improvvisamente, come un allucinazione, riuscii a sentire la sua voce..
"Peggiori solo la situazione.." Mi voltai di scatto, e vidi i suoi occhi socchiusi, e uno stupido sorriso sulle labbra.
Non riuscii a credere alle mie orecchie. Forse era solo uno scherzo della mia immaginazione?!
"Cosa?" Ripetei sperando di ricevere una risposta..
"Piangendo, peggiori solo la mia situazione." Disse sorridendo.
Lasciai che le braccia mi cadessero sul corpo a peso morto.
Non dissi una parola e mi misi affianco a lui. Lo guardai, e mi sentii uno schifo. Una nullità. Uno zero. Capii che la mia vita senza di lui non avrebbe avuto senso. Capii che ormai era lui la mia vita.
Restammo a fissarci qualche minuto, poi di scatto il suo busto si alzò e le sue braccia mi avvolsero.
Mi sporsi in avanti, ed anche le mie braccia avvolsero il suo corpo per sostenerlo.
Poi appoggiai la mia testa nell'incavo della sua spalla, e respirai il suo odore.
Un odore meraviglioso che avrei riconosciuto anche se fosse stato circondato da una tale puzza di ospedale.
Cercai di stringerlo teneramente facendo attenzione a non fargli male.. non avevo nemmeno idea di cosa fosse successo.
"Sei un idiota." Gli dissi appoggiando il mio volto sui suoi capelli.
"Lo so." Mi rispose baciandomi il naso.
"Raccontami cos'è successo.." Dissi poi sedendomi accanto a lui.
Mi fece spazio nel letto, e mi distesi accanto a lui, fra le sue braccia. Non credo che all'infermiere sarebbe piaciuto ciò.
"Avevo appena parcheggiato e stavo raggiungendo lo studio a piedi.. quando una macchina mi viene incontro.." la sua voce si spezzò.. capii che non era il momento.
Lo abbracciai.
"Shh.. basta." Dissi poi.
Se parlarne lo faceva stare male, avrei evitato di parlarne con piacere.
Restammo abbracciati ancora qualche minuto, ed entrambi ci sentimmo meglio a vicenda. Poi sentimmo dei passi avvicinarsi alla porta, così scesi dal letto, sotto lo sguardo deluso di Justin.
"Perché devono rompere? Voglio stare con te." Disse ricomponendosi.
Come avrei fatto a stare in quella casa senza di lui?! Per quanto dovevano trattenerlo? Cosa gli era successo?
Entrò Chaz. Justin spalancò gli occhi e sorrise. Dopo essersi salutati, mi venne in mente Pattie.. Dovevamo avvertirla..
"Ragazzi scusate se mi intrometto..Justin dovresti chiamare tua madre.." Mi guardò, poi mi rispose:
"Non voglio dirglielo. Si preoccuperebbe solo."
"Lo verrebbe comunque a sapere dai giornali. I paparazzi sono sotto." Disse Chaz.
Justin ci pensò qualche istante, dopo di che mi porse il suo telefono.
"Potresti farlo tu?. Dille che sto bene.. Non potrei sentire la sua voce al telef.." La sua voce si spezzò di nuovo.
Presi il telefono e mi diressi fuori dalla stanza. Guardai nella rubrica, e tra un migliaio di numeri trovai quello di Pattie.
Uno squillo. Due squilli. Tre squilli. Quattro squilli. Ora riattacco.
"Pronto tesoro?" La voce dall'altra parte del telefono era serena e tranquilla mi dispiaceva darle una notizia del genere..
"Pattie.. Sono Eva."
"Oh, tesoro.. tutto bene? È successo qualcosa?" Era semplice da dire..
"Justin ha avuto un incidente.. ma sta bene ora.. Non è grave."
"Come è successo? Chi l'ha investito? Era in auto? Dove si è fatto male? È solo in ospedale? Non è in sala operatoria vero?.." Le sue parole entravano a raffica nel mio cervello. Mantenni la calma.
"Non ti so dire.. mentre tentava di spiegarmi dov'è ferito, e cosa è successo, gli si è spezzata a scuola.. così ho lasciato stare. È nella sua stanza d'ospedale con Chaz, ed io sto per andare a cercare un medico."
"Io non.. cioè.. tu.." Non riusciva a completare la frase..proprio come Justin quando è nervoso.
"Io non posso venire li. Jazmine sta facendo una terapia, non posso lasciare sola la bambina.. anche se.." La interruppi.
"Pattie non devi lasciare sola Jazmine.. Con Justin ci siamo io e Chaz.. e poi sta tranquilla riesce a parlare e a fare battute tranquillamente." Si mise a ridere.
"Ti prego Eva, per favore non lo abbandonare nemmeno un minuto. Fai le mie veci tesoro per favore. Ha bisogno di te." Riflettei sulla sua ultima frase..Justin aveva bisogno di me.. ma forse io ne avevo di più di lui.
"Tranquilla Pattie.. adesso vado a cercare un dottore. Ti chiamerà lui questa sera.." Attaccai.
Mi guardai intorno alla ricerca di un dottore, non trovandolo mi rivolsi all'infermiere posizionato fuori dalla stanza di Justin.
"Lei può dirmi le quali sono le conseguenze dell'incidente?" L'infermiere si guardò intorno.
"Ha una gamba rotta, e un livido al fegato." Livido al fegato?
"è grave?" Scosse la testa..
"C'è di meglio in giro.. ma non è una cosa incurabile. Basterà tenerlo qui per un certo periodo."
"Periodo quanto?"
"Io non so quanto.. " Poi con lo sguardo mi fece cenno di girarmi.
Mi voltai e vidi un uomo di mezza età, dirigersi verso di me.
Si fermò di fronte ai miei piedi.
"Signorina piacere sono il dottor Santini. Lei è?" Strinsi la mano che mi porse.
Chi ero io? Se avessi detto di essere la fidanzatina di Justin mi avrebbe riso in faccia e cacciata a calci.
"Piacere mio, sono la moglie.." L'infermiere mi guardò storto, ma non disse nulla.
Avrebbe funzionato? Così avrei sicuramente avuto il diritto di poter stare con Justin tutto il tempo, come Pattie mi aveva chiesto.
"Moglie?" Ed ora? Quanto ero scema.
"Già.. sono rimasta incinta così ci siamo sposati." Sorrisi maliziosamente.
Il dottore non si accorse dell'enorme menzogna che aveva di fronte e annuì guardando dei fogli.
"Bene... Justin riporta una rottura all'osso inferiore del ginocchio, e un livido emarginale al fegato." Annuii, questo lo sapevo già.
"Dottore quanto è grave? E quanto dovrà rimanere in ospedale?"
"..Bhe ancora non posso dirle precisamente.. comunque non molto.. Non molto." Ripetee facendomi cenno di seguirlo dentro la stanza di Justin.
Appena entrati Chaz salutò ed uscì, mentre io ormai non potevo più comportarmi da adolescente.. Ero sua moglie.
Il dottore parlò con Justin e gli spiegò la situazione, dopo di che aggiunse:
"Tua moglie può restare con te giorno e notte.. Dirò agli infermieri di non imporre orari.."
Justin sussultò, poi mi guardò, si rese conto della situazione e salutò il dottore che uscì dalla stanza.
Mi avvicinai a lui che mi guardò con un'aria divertita.
"Dovresti uscire di qui, tra poco arriverà mia moglie e potrebbe ingelosirsi." Poi si mise a ridere.
Quanta forza mi dava questo ragazzo? Nonostante fosse ridotto in un letto d'ospedale, continuava a sorridere.. Mi ricordai di Jazmine.
Sorrisi anch'io.. anche se il mio sorriso in confronto al suo, spariva completamente.
"Ti amo, lo sai?" Mi disse. Ritornai al mio posto accanto a lui e spontaneamente mi venne da dire in risposta alla lettera:
"Mi prenderò cura dei tuoi difetti rendendoli perfetti." Evidentemente capii, perché mi baciò.
Una forte fitta alla pancia mi distrasse, ma non ci feci caso e pensai a godermi i miei momenti con lui.
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Perché tu sarai sempre il mio solo destino....
FanfictionNon esiste una persona giusta per noi. Esiste una persona che, se ti fermi un attimo a pensare, è in realtà la persona sbagliata. Perchè la persona giusta fa tutto giusto: arriva puntuale, dice le cose giuste, fa le cose giuste ma noi non abbiamo se...