Capitolo 32

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Trascorsi quel poco di notte che restava, a tenere Justin fra le mie braccia e a baciargli la testa. Lui continuò a piangere e così fu proprio quella sera che mi accorsi che forse lui, aveva da tempo che non si sfogava più e che si teneva tutto dentro.Nonostante fosse circondato dalla fama e dalle ragazze, la sua vita non sembrava essere perfetta. Quando le prime luci del mattino entrarono nella stanza, mi cinse i fianchi e invertì le posizioni. Ora ero io avvolta fra le sue braccia e appoggiata al suo petto. Finalmente si addormentò, e lo sentii respirare in pace.
Nonostante fossi sveglita, restai abbracciata a lui tutta la mattina. Non avevo motivo di addormentarmi e sognare.. tutto ciò che avrei potuto vedere nel sonno ce l'avevo davanti. Era meraviglioso.
Ad un certo punto si mosse, ed aprì gli occhi. Si guardò intorno e quando il suo sguardo mi incontrò sorrise e si sporse per baciarmi. Con una mano gli mandai un bacio e lo allontanai.
"Niente baci di prima mattina. L'alito prima di tutto." Rise.
"Sei una stronza." Poi si alzò per metà, e si appoggiò alla spalliera del letto.
Io continuavo a fissarlo sorridendo.
Probabilmente non fece caso a me, perché alzò il lenzuolo e si guardò le parti intime. Poi sorrise e gli fece l'occhiolino. Iniziai a ridere.
"Ora ho la conferma di quando tu sia idiota."
"Ehi, ha bisogno di attenzioni sai? Immagina se non funzionasse più. Come faresti?" Disse poi avvicinandosi a me.
"Io mi arrangererei. Più che altro, tu come faresti." Prese un cuscino e me lo lanciò addosso. Io continuai a ridere, e lo fece anche lui. Poi ci alzammo alla ricerca dei nostri indumenti. Dopo essermi vestia, mi voltai e affianco al letto intravidi due valige. Mi ricordai della partenza. Ora mancavano solo due giorni.
Si accorse che i miei pensieri si fecero cupi e mi abbracciò da dietro.
"Che succede Eva?".. Mi voltai verso di lui e lo guardai negli occhi.
"Non partire Justin." Ebbi una risposta immediata.
"Non restare Eva. Parti con me." Continuai a guardarlo negli occhi..
"Io.. io.. ad una condizione." Mi strinse fra le sue braccia.
"Sentiamo.."
"Devi dirmi cosa ti ha detto mio padre. Devi dirmi perché mi hai lasciata."
Buttò la testa indietro, e sorrise.
"Perfavore, cancelliamo questa storia. Non voglio più saperne. Ma ora dobbiamo scappare."
"Come posso partire con me, se di me non ti fidi?"
"Non è questione di fiducia... Io vorrei solo dimenticare questa storia."
"Tu vuoi partire per qualcosa che ti ha detto mio padre. Ti ha minacciato forse?"
Di fronte alla mia domande scosse la testa e si allontanò da me.
"Non te lo dirò." Nel suo tono, non c'era la minima traccia di uno scherzo.
"Bene." Dissi e mi incamminai verso l'uscita. Mi corse dietro.
"Per favore aspetta.. Io.." Mi voltai di scatto.
"Tu niente Justin. Stupida io. Cosa mi è saltato in mente questa notte?" Dissi alzando gli occhi al cielo.
"La notte scorsa non ha nulla a che vedere con i nostri problemi." Sbaglio, o stava accusando me e difendendo la notte? Ok. Ora ero totalmente sicura che fosse fuori di testa.
"Justin, nonostane fossimo lasciati, io sono stata con te. Che razza di persona sono?.."
Non sarei passata per quella facile. C'erano già troppe ragazze in giro impegnate ad interpretare questo ruolo.
"Io.." Iniziò a balbettare.
"Io.." Si strinse le mani. Non riusciva nemmeno a dirmi ciò che pensava.
Mi voltai di scatto ed uscii da casa sua. Com'era possibile che fino a qualche minuto fa andava tutto a meraviglia, ed ora ci ritrovavamo così?
Mi voltai e lo vidi guardarmi dalla vetrata, poi gli lessi il labbiale: Io ti amo.
Ormai non potevano che giungermi immagini di lui da un vetro riflesso, era troppo tardi per sentirglielo dire.
Abbassai lo sguardo e scossi la testa. Era stato solo un errore passare con lui la notte scorsa. Un'errore che avrei rifatto altrei mille volte.
Trascinandomi dietro la mia malinconia e la mia sensazione di instabilità, entrai al bar Eva e mi sedetti al mio solito tavolo.
Senza che ordinassi mi arrivò ciò che ordino giornalmente, così mi guardai intorno e vidi Simone salutarmi da lontano.
Ricambiai il saluto e sorrisi, così lui si avvicinò.
"Buongiorno Eva"
"Buongiorno." Risposi.
Quando si sedette accanto a me un profumo di colonia si impossessò dell'aria.
"Inutile chiederti come stai. I tuoi occhi dicono tutto." Disse ad un tratto. Mi voltai verso di lui e lo fissai.
Sorrise dolcemente e mi accarezzò il volto,così gli dissi:
"Lui vuole che io parta con lui. Ma non si fida di me." Sentivo di potermi confidare. Sentivo che era una figura positiva ed importante per me.
"Non puoi sapere se si fida o no. Quella è una questione fra lui e il suo cuore." Mi rispose, come se sapesse benissimo di cosa e di chi stessi parlando.
Annuii e guardai in basso.
"Ma ..." Cercai di dire qulcosa che poi non dissi.
"Ma tu lo ami." Aggiunse Simone completando la mia frase.
Lo guardai di nuovo e annuii. Era la dura verità, lo amavo.
"In un rapporto in cui ci si ama, ci deve essere anche fiducia. Lui non si fida di me, altrimenti me lo avrebbe detto il perché." Farfugliai senza pensarci.
"Spesso la fiducia non centra nulla. Spesso si vogliono omettere certe cose solo per evitare di spargere dolore." Poi si alzò e prima di andarsene mi disse:
"La scelta giusta è dentro te devi solo trovarla."
Si voltò e se ne andò.
Dovevo trovare la scelta giusta dentro me,ma forse fare la scelta giuta comportava seguire la persona sbagliata?!
Mi convinsi che Justin fosse la persona sbagliata per me, pagai ed uscii dal locale.
Il resto della giornata lo trascorsi a cercare la scelta giusta che sembrò non arrivare.
Quando arrivò la notte, prima di stendermi nel letto mi voltai a guardare la finestra. Era ancora aperta. Non la avevo mai chiusa per Justin e forse era il momento di farlo.
Mi diressi verso di essa e appoggiai le mani per farla scorrere verso il basso.
Sapevo che chiudendola, avrei concluso un capitolo della mia vita.
Mi feci forza e la abbassai, ma nello stesso istante in cui mi voltai per andare a letto, Justin spuntò dal davanzale.
Lo fissai qualche istante dalla mia posizione e poi mi avvicinai alla finestra.
La alzai e lo guardai.
"Avevi detto che non l'avresti mai chiusa." Disse dandomi un bacio in fronte.
"Solo ora sto provando a chiudere il tuo capitolo, vuoi lasciarmi andare avanti?"
Risposi tentando di autocontrollarmi.
"Se tu lo vuoi andremo avanti insieme. Ormai manca solo un giorno." Disse porgendomi una busta. La presi tra le mani e lo guardai negli occhi.
Mi sorrise e mi persi in lui. Poi mi avvicinai a lui e gli dissi:
"Buonanotte Justin."
"Io ci spero ancora." Fu la sua risposta prima di calarsi giù.
Chiusi la finestra facendogli fare un rumore sordo, poi mi diressi sul mio letto e fissai la busta per qualche minuto.
Era bianca e sul dorso si poteva leggere la calligafria di Justin che coponeva il mio nome.
Non ero sicura che aprirla sarebbe stata la cosa giusta, così la posai sul comò e mi rigirai nel letto. Invano. Non presi sonno, così ripresi la busta fra le mani e la fissai per due ore di fila. Poi mi addormentai così, con le sue parole fra le mani.
L'indomani mattina quando mi svegliai, mi guardai intorno alla ricerca della busta che poi ritrovai sotto il cuscino.
La notte scorsa non ero riuscita ad aprirla, così forse pensai che era il momento per farlo.
Tuttavia credetti di sapere cosa ci fosse scritto.
Parole. Parole. Tante parole che leggendole mi avrebbero fatto lacrimare gli occhi ed il cuore contemporaneamente. Sicuramente avrei cambiato idea e sarei partita con lui leggendola. Ma ora come ora non era la cosa giusta.
Presi la busta e la riconservai sotto il cuscino, poi chiusi gli occhi ed iniziai ad immaginarmi una vita senza lui.
Non ce la feci. Non riuscii ad immaginare nemmeno l'aereo che si allontana con lui sopra. Ripresi la busta e la maneggiai, poi la rimisi a posto.
Avevo ancora un giorno per decidere. Avrei preso la decisione giusta, senza la persona sbagliata.

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