Justin chiamò un taxi e dopo aver caricato le valige salimmo in macchina.
"Via Roma, per favore." Disse Justin prendendo il cellulare in mano.
Il tassista annuì e partimmo.
"Ho avvisato mia madre." Disse poi rivolgendosi a me.
"Che ha detto?" Chiesi curiosa, di sapere cosa Pattie ne pensava a riguardo.
"Che sapeva che avrei fatto la cosa giusta." Sorrise e continuò a fissarmi, facendomi sciogliere.
Il nostro scambio di sguardi terminò quando l'autista si fermò e ci incitò a scendere.
Presi le valigie di Justin mentre lui pagava, e mi resi conto di trovarmi di fronte al bar Eva.
"Perché siamo qui?" Gli chiesi.
"Il tuo amico, Simone, lavora qui giusto?" Annuii ed entrammo nel locale.
Justin ed io ci sedemmo al mio solito tavolo. Nonostante fossi circondata da migliaia di leccornie, non mi venne fame, così non ordinai nulla..
Justin.. bhè Justin ordinò, una ciambella alla piastra ripiena di nutella, un frappè, dei biscotti al caramello ed una coca-cola.
"Ti mantieni in forma.." Gli dissi ironicamente.
"Parla quella con il pigiama.." Mi rispose sorridendo.
Quanto mi era mancato.
Poi la nostra conversazione fu interrotta da Simone.
"Buongiorno Justin.. stai bene?" Mi sorpresi nel vedere che Simone si ricordasse di lui.
"Buongiorno Simone.. Si tutto bene." Rispose sorseggiando il suo frappè.
Poi Simone si scambiò un'occhiata furtiva con Justin e si rivolse a me:
"Eva.. vorrei parlarti.." Intuii che Justin sapeva di cosa volesse parlarmi, così gli feci cenno di sedersi accanto a noi.
"Dimmi.." Si strinse le mani.
"So che forse non è il momento.. o forse non lo sarà mai.. Però devi sapere la verità." Spalancai gli occhi e lo guardai interrogativa. Poi mi voltai verso Justin che mi sorrise, rassicurandomi.
".. l'uomo di cui tuo padre ti ha parlato.. Sono io."
La saliva mi andò di traverso così tossii qualche volta.
Com'era possibile che fin'ora non mi ero accorta di nulla?! Ma certo, non avevo fatto caso a tanti piccoli particolari.. Lui sapeva già il mio nome prima che mi presentassi, il bar Eva,e poi.. riferendosi a Justin mi aveva detto di non fare il suo stesso errore.
"Tu.. tu.. quindi.." Balbettai perché non riuscii a credere alle mie orecchie.
Lui era un uomo gentile, premuroso e rassicurante, il punto è che in lui ho visto sempre un amico.
"Sono tuo padre." Disse poi appoggiandosi la testa fra le mani.
Mi sentii sconvolta, poi guardai Justin e lo supplicai con lo sguardo di portami via da li. Evidentemente capì, perché si alzò, prese il suo frappè e mi indicò l'uscita.
Annuii mi alzai, gli afferrai la mano ed uscimmo insieme.
Non avevo nulla contro Simone, ma dovevo riflettere su ciò che mi aveva detto. Come aveva potuto tacermi un segreto del genere?
Justin mise le sue valige su un taxi e le spedì a casa sua.
"Justin vai a casa.. sarai stanco. Io faccio un giro e poi ci vado anch'io."Dissi vedendo in lui una strana stanchezza.
"Sto bene tranquilla. Andiamo a fare un giro."
Si alzò il cappuccio, si mise un paio di occhiali da sole, mi strinse la mano e ci incamminammo insieme verso la spiaggia.
La spiaggia era piena di persone, tuttavia il sole non era bollente,ed il cielo era nuvoloso. Proprio segno che l'estate stava andando via.
Ci fermammo in un angolino appartato e lasciai cadere a terra.
Justin fece come me, poi però si mise alle mie spalle, aprì le gambe e le mise attorno al mio corpo.. e mi accerchiò con le sue braccia.
Lasciai cadere la testa all'indietro e lo baciai sulla guancia.
"Come stai?" Mi chiese.
"Benissimo.." Risposi io.
"Ti va di parlarne.?" Forse aveva intuito che non volevo aprire argomento.. ma non era così.
"Sto bene te lo assicuro.. Ieri ho salutato per l'ultima volta l'uomo che mi sono trovata affianco per 17 anni, poi oggi scopro che l'uomo che mi credevo amico, è mio padre.. Mi sento solo un po' scombussolata.."
Mi strinse ancora più forte e lo sentii respirare profondamente.
"Passa tutto, è solo un periodo." Mi disse.
"Comunque io a Simone voglio bene.. Ma sarà difficile considerarlo come un padre."
"Ma devi farlo. O almeno devi provarci.." Aveva ragione.. ma non volevo pensarci adesso.
"Justin cambiando discorso.. devo dirti una cosa."
"Che succede..?"
"Ho un ritardo.."
"Sono io quello che ha perso l'aer.. Ah. QUEL ritardo?" Chiese deglutendo rumorosamente.
Annuii senza dire una parola.
"Eh.. si vediamo.. tu.. tu.. che ne pensi?" Mi chiese facendo fatica a comporre la frase.
"Potrebbe essere solo una coincidenza.. o potrei essere incinta." Dissi velocemente.
Silenzio. Poi mi strinse ancora di più fra le sue braccia.
"E.. sono io.. il padre?"
"Che domanda idiota è?! Credi che l'abbia messa all'asta?"
"Volevo sapere.. ti ho vista ballare con un tipo in discoteca.. così.."
"Non ho idea di chi fosse.. Ed anche tu ballavi con una o sbaglio? Forse erano due!" Dissi cinicamente.
"Scema. Non ho mai fatto niente senza te.."
Per niente intendeva che non era stato con nessuna giusto? Mi sentii sollevata.
"Come.. Che... facciamo ora Justin?" Pensai che sicuramente per lui era troppo presto, come lo era anche per me.
"Vediamo come vanno le cose.. fai il test. Ma scusa.. tu.. cioè il tuo amico è stato sempre puntuale?" Amico, sarebbe il mio ciclo mestruale?
"Sempre." Risposi, spaventata. Avevo paura che potesse abbandonarmi proprio ora che l'avevo ritrovato.
"Allora più tardi andiamo a fare il test, vuoi?" Annuii.
"E se.." Lasciai intendere.
"Sarei il ragazzo più felice al mondo." Rispose sorridendo.
Poi insieme continuammo a contemplarci l'un l'altra. Avrei voluto restare così, fra le sue braccia, cullata dal suo respiro e dal rumore delle onde..per sempre.
Mi convinsi che andando all'aereoporto, avevo fatto la scelta giusta.
Dopo mezz'ora, che passamo nella nostra intimità, ci alzammo e ci incamminammo verso la farmacia.
Entrai assieme a lui e arrivammo subito al banco.
"Salve.." Disse una ragazza con un sorriso smagliante.
"Ci servirebbe.." Disse Justin, senza riuscire a finire la frase.
"Ah ho capito." Disse poi la ragazza sorridendo.
Non era vergognoso comprare un test di gravidanza.. solo che se lo avessero scoperto i paparazzi.. bhe..
Scomparve dentro uno stanzino e ne uscì qualche istante dopo con un pacchetto in mano.
"Sono i migliori, nessun rischio.." Disse ammiccando, mostrandomi un pacco di preservativi.
Justin si mise a ridere a si voltò.
"No scusi guardi.. mi serve un test di gravidanza.." Dissi nervosamente.
"Ah... quindi la fase dei preservativi l'avete passata di già?" Rise. Ma che ca**o vuole?! Mi voltai e guardai Justin che nel frattempo si era levato gli occhiali e si stava asciugando le lacrime.
Poi la voce della farmacista attirò la mia attenzione.
"Ecco, questo è il migliore. Clear Blue, è tutto spiegato sopra.."
Lo afferrai, pagai ed uscii senza nemmeno salutarla. Mi stava parecchio sulle balle.
Dovetti trascinare fuori Justin che era ancora piegato in due dalle risate.
Salimmo in macchina e andammo a casa sua. Era il momento.
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Perché tu sarai sempre il mio solo destino....
FanficNon esiste una persona giusta per noi. Esiste una persona che, se ti fermi un attimo a pensare, è in realtà la persona sbagliata. Perchè la persona giusta fa tutto giusto: arriva puntuale, dice le cose giuste, fa le cose giuste ma noi non abbiamo se...