Stavo per entrare in casa quando Justin mi fermò.
"Eva, è meglio che non io non entri, di a tua sorella di uscire.."
Annuii, poi entrai in casa, dove trovai Sam in cucina.
"Sam c'è Justin fuori. Ti sta aspettando." Dissi, manifestando asprezza nel mio tono.
Mollò tutto ciò che aveva in mano, si mise il giubbotto, poi mi diede un bacio sulla guancia e frettolosamente uscì di casa.
Mi affrettai per salire al piano di sopra a tal punto da percorrere i gradini due alla volta.
Arrivati nella mia stanza, che affacciava sul vialetto, mi sporsi leggermente dalla finestra per spiare i loro movimenti.
Vidi Sam lanciarsi addosso a Justin e dargli un bacio, poi lui le prese la mano e percorsero la strada verso il parco, come quello che erano: una vera coppia.
Sentii la tristezza piombarmi addosso come uno scoglio. Non mi importava niente di quel ragazzo che mi aveva salvato le penne, tuttavia, vedendolo per mano con mia sorella mi resi conto che era l'unica persona che mi dava allegria.
Proprio prima di scomparire dietro l'angolo, Justin si voltò, e come se sapesse già dov'ero io, mi sorrise. Io chiusi la tenda di colpo e mi maledissi per ciò che avevo fatto.
Mi guardai allo specchio qualche istante, giusto il temopo di sentire crescere in me una forte voglia di cambiamento.
Presi in mano i miei lunghi e biondi capelli, e li fissai qualche istante.
Poi una brillante idea, si fece spazio tra i miei neuroni.
Presi i soldi che avrei dovuto usare solo in caso di emergenza, e mi diressi verso l'uscita.
Iniziai a correre per i marciapiedi, fino ad arrivare dove l'istinto mi portava.
"The New Generation Air."
Entrai e salutai le parrucchiere che stavano acconciando i capelli di parecchie ragazze.
Mi avvicinai ad una di loro che sorridendo mi disse:
"Ciao dimmi, posso esserti utile?"
"Vorrei cambiare completamente look.."
"Sei nel posto giusto ragazza." Mi disse poi strizzandomi l'occhio.
Sapevo di essere nel posto giusto, perché le parrucchiere che lavorano all'interno di quest'attività erano conosciute in tutta la regione, per la loro stravaganza.
Mi accomodare su uno sgabbello, da cui mi alzai ben 2 ore dopo.
Quando uscii da quel negozio, i miei capelli biondi, avevano lasciato il loro posto ad una chioma nera completamente liscia.
I miei capelli, erano lunghi fino al fondoschiena ed il mio ciuffo era stato sostituito da un frengettone, che risaltava ancoa di più i miei occhi verdi.
Appena uscii dal locale, mi recai in un negozio d'abbigliamento, dove mi rinnovai l'armadio.
I miei vecchi vestiti da ragazzina-punk erano stati sostituiti con dei vestiti più colorati e allegri.
Tornai a casa, mi smaltai le unghie color acqua marina, dopodichè mi ripulii il mio armadio, mi cambiai ed uscii nuovamente.
Camminai per dieci minuti, dopodichè mi sedetti al parco, dove le coppie innamorate trabboccavano.
Chiusi gli occhi e mi lasciai inondare da quel caldo sole estivo.
Restai con gli occhi chiusi fin quando non mi sentii chiamare.
"Eva.." riconobbi quella voce. Mia sorella. Sbuffai senza aprire gli occhi.. Perché ero andata a sedermi nel luogo delle coppie? ..
"Dimmi Sam.." dissi finalmente aprendo gli occhi.
Era sola, Justin non era con lei.. Mi guardò sbalordita.
"Cosa hai fatto ai capelli.. e come sei vestita.?"
"Avevo voglia di un cambiamento.." non potevo dirgli che la causa del cambiamento era un ragazzo. Il suo ragazzo. Avevo fatto tutto questo solo per distrarmi, solo per auto-convincermi che Justin doveva allontanarsi dalla mia vita.
Per molti potrebbe non avere senso, ma a me, cambiare mi ha aiutata molto.
"E Justin dove l'hai lasciato?"..Perchè aprii l'argomento? Eva non avevamo deciso di smetterla?..
"Lui è andato a prendermi un frullato, arriverà a momenti.."
Infatti dopo qualche istante vidi la perfezione dei suoi lineamenti avvicinarsi a noi.
"Sam, c'era solo alla fragola.. e lei chi.." Justin non finì la frase, che spalancò gli occhi, e poi lasciò che il frullato che stringeva in mano,cadesse per terra.
Poi mi squadrò dalla testa ai piedi.
"Eva?" .. Lo guardai e annuii. Era normale che era shoccato, fino a 3 ore fa mi aveva vista, totalmente diversa.
"Wow.. cioè .. stai benissimo.." disse. Poi mia sorella lo fulminò con lo sguardo.
"Justin andiamo?" gli disse poi, afferrandolo per il braccio.
Lui in silenzio annuì, e mi salutò, poi si allontanarono insieme.
Mi incamminai verso casa, e durante il tragitto non feci che (mio malgrado) pensare a lui.
Appena entrai in casa mio padre alzò lo sguardo e mi fissò.
Io sostenni il suo sguardo, come per sfidarlo. Cosa sbagliatissima, perché si alzò e venne verso la mia direzione.
"Cosa hai fatto Eva?" mi chiese poi ringhiando.
"Un cambiamento." Risposi freddamente.
La sua mano, che si chiuse a pugno, si scontrò contro il mio viso.
Finì a terra, poi sentii mia madre urlare a mio padre di lasciarmi stare.
Mio padre mi diede un calcio sulla gamba scoperta, dopo di che si allontanò.
Mi madre si chinò su di me e mi guardò l'occhio, lasciando volare la mia immaginazione sul suo stato.
"Si è fatto tutto nero.. Non preoccuparti ora mettiamo il ghiaccio e passa tutto."
Non risposi. Le diedi un bacio e poi uscii di casa.
Mentre correndo attraversavo il vialetto, mi imbattei in Sam e Justin.
Passai accanto a loro molto velocemente, ma non abbastanza, perché Justin mi fermò attirando l'attenzione di Sam.
"Eva che ti è successo..?" mi chiese sbiancando.
"Niente, sono caduta dalle scale.. Scusa devo andare."
Mi scrollai il suo braccio di dosso e lo lasciai con mia sorella, che aveva assunto l'aria più triste che avessi mi visto.
Camminai tantissimo, o meglio corsi, fino a non sentirimi più spazio dentro i polmoni per respirare.
Poi mi fermai e mi sedetti in una panchina, frontale al cinema, dove improvvisamente vidi uscire dei bambini, con i loro padri.
Alcuni tenevano le proprie figlie per mano, altri assieme alle madri, li prendevano in braccio.
Guardandoli, sentivo la voglia di piangere e sfogarmi salirmi dalla parte più interna dello stomaco, ma resistetti.
Poi mi accovacciai su me stessa, fino a quando qualcuno non si sedette accanto a me.
Alzai lo aguardo e vidi Justin.
"Che ci fai qui?" gli chiesi.
"Non voglio che tu stia sola a quest'ora.. e poi voglio rovesciarti addosso un altro frullato." Disse mostrandomi un contenitore del Mc Donald's.
Riuscì a strapparmi un sorriso.
Si sedette accanto a me, e non disse nulla per dieci minuti.. Poi..
"Eva che è successo.. E voglio la verità."
"Va bene vuoi sapere la verità? Mio padre mi ha picchiata, come fa da quando avevo 12 anni." Dissi presa da un impulso di rabbia.
Lui non disse una parola, perché effettivamente non c'era nulla da dire, così continuai a parlare.
"Ogni volta che Sam o io facciamo qualcosa, che non rientra nei suoi parametri, lui alza le mani, su di me e spesso su mia madre.. ma Sam.. Sam non l'ha mai sfiorata." Dissi io quasi sull'orlo di una crisi.
Poi sentii la sensazione di prima ritornare, avevo bisogno di piangere. E a sostenermi c'era Justin. Che improvvisamente, senza dire una parola, buttò il frullatto per terra e mi abbracciò prendendomi alla sprovvista.
"Io sono qui con te Eva. Sfogati, non tenerti tutto dentro."
Mi distaccai dalla tensione, e mi persi nel suo abbraccio, singhiozzando.
L'ultima volta che avevo pianto, avevo 12 anni, mi avevano sospesa e mio padre aveva iniziato a picchiarmi. Quella fù l'ultima volta che i miei occhi versarono delle lacrime... fino ad oggi.
Mi strinsi nel suo abbraccio, fino a che non mi calmai del tutto, poi gli sussurai:
"..è il terzo frullato che lasci cadere per terra.."
Lui scoppiò a ridere e mi baciò nuovamente sulle labbra. Io restai abbracciata a lui e alle sue labbra, sentendomi una stupida.
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Perché tu sarai sempre il mio solo destino....
FanfictionNon esiste una persona giusta per noi. Esiste una persona che, se ti fermi un attimo a pensare, è in realtà la persona sbagliata. Perchè la persona giusta fa tutto giusto: arriva puntuale, dice le cose giuste, fa le cose giuste ma noi non abbiamo se...