Passai il resto della mattinata a convincermi che ciò che stavo facendo fosse la cosa giusta.
Ma come poteva essere giusto star male?.. Ma non sarebbe stato giusto nemmeno scaricare i miei dolori su Sam.. anche se credo che lei al mio posto non avrebbe fatto ciò che sto facendo io. Non avrebbe tappato le ali al proprio cuore.
Ieri sera, dopo essermi fatta scappare quel "Io lo amo", ho anche dovuto mentire a Justin per convincerlo che non era lui che amavo. Per convincerlo che c'era qualcun'altro nella mia vita.
Se avesse capito, che il baricentro della mia vita, da un giorno all'altro, era diventato lui.. bhe sarebbe stata la fine. Avrebbe lasciato Sam, rovinando per sempre i rapporti che intercorrono.
Sam, tornò a casa dopo l'ora di pranzo, con in mano delle borse.
Posò le borse per terra mi disse con affanno:
"Eva, i nuovi arrivi sono una cosa fantastica. Dovresti dargli un'occhiata."
Restare ancora a casa, non mi avrebbe fatto nient'altro che male, dovevo distrarmi.
"Ok, allora ne approfitto e vado a farci un giro. Ciao Sam."
Presi la mia borsa ed uscii di casa, con un abbagliante sorriso sulle labbra.
Magari, avessi avuto il sorriso anche sul cuore.
Feci davvero un giro per i negozi, ma l'unica cosa che acquistai, fu un forte giramento di testa.
Mi sedetti su una panchina, di fronte al bar Eva, con l'intenzione di entrarci quando il mal di testa mi sarebbe passato.
Chiusi gli occhi per non vedere tutto sfuocato, e quando mi sentii meglio ,prima che potessi aprirli, sentii la voce di Justin.Ma questo ragazzo come fa a sapere dove sono in ogni istante?
"Eva, va tutto bene?" Avrei voluto tenere gli occhi chiusi tutto il tempo, invece li aprii e sorrisi.
"Si grazie."
Non potevo continuare a parlare con lui, sapevo già dove sarebbe andata a finire la conversazione. Non potevo continuare a parlare con lui, perché il mio cuore non avrebbe retto il carico di emozioni.
Presi la borsa, mi alzai e feci per andarmene.
Tuttavia il mio tentativo fu vano, perché mi afferrò da un braccio e mi attrasse a se per poi sussurrarmi nell'orecchio:
"Quindi sei sicura di ciò che hai detto ieri sera?" Non risposi.
"Eva, ne sei sicura?.. perche io credo che ciò che hai detto ieri sera era frutto della sbronza."
Ciò che avevo detto ieri sera, era frutto di un ragionamento complesso, ma inutile, caro Justin. Già era inutile, perché nonostante il cervello mi diceva cosa era giusto e cosa non lo era.. il mio cuore non ascoltava, e ragionava per conto suo.
"Eva, non sono mai stato male per una ragazza come sto adesso male per te."
"Credi di essere l'unico a stare male? Justin devi solo convincerti che è la cosa più giusta, questa."
"Questo è quello che hai fatto tu vero?.. Ti sei convinta che è la cosa più giusta.. Ma per chi è giusta?.. Credi forse che Sam lo avrebbe fatto per te?"
Alzai lo sguardo e incrociai i suoi occhi.
"Non faccio le cose aspettandomi che gli altri le facciano per me."
"Eva sappiamo entrambi che proviamo qualcosa di forte. Allo stesso modo in cui sappiamo che Sam mi ha tradito. Allo stesso modo in cui sappiamo, che non durerà. Ti prego Eva. Per un errore,non cancellare l'intero disegno."
Per qualche istante, credetti che afferrare la sua mano e iniziare a correre insieme, fosse la cosa più giusta da fare al momento. Invece sorrisi, e mi voltai.
Entrai al bar Eva, e dopo qualche istante mi accorsi che Justin se n'era andato.
Piombai ancora una volta nella tristezza, ma andandosene, aveva fatto un favore a se stesso.. e al mio istinto, perché non so quanto avrei resistito.
Ordinai un dolce, e mi misi a guardare fuori, quando il proprietario del bar, si avvicinò al mio tavolo.
"Ciao Eva.." Sorrisi.
"Salve.." aggiunsi.
"Posso sedermi?" Spostai la borsa.
"Certo.." Lo guardai.
"Oggi sei particolarmente strana. Forse è successo qualcosa?"
Non era la persona più indicata a cui raccontare tutto.. anche se con lui mi sentivo tranquilla.
"Solite cavolate fra adolescenti." Dissi sorridendo.
"Bhe lascia che ti dica una cosa..Ama soltanto chi è capace di restare, e di non andarsene mai, nonostante le lacrime, i difetti e i vaffanculo. Ama soltanto chi sai che ci tiene a te.. E quel ragazzo, secondo me ci tiene."
Alzai lo sguardo e spalancai gli occhi. Il proprietario alzò le mani, come per discolparsi, sorrise e se ne andò.
Forse aveva ragione, dovevo seguire il mio cuore. Ma ne sarebbe valsa la pena?
Non poteva fare questo a mia sorella. Anche se a lei di Justin non importava.
Tornai a casa, dove fui subito travolta dalle parole di Sam.
"Eva.. credo che Justin voglia lasciarmi."
Involontariamente mi agitai e finii per sbattere contro uno sgabbello che mi fece cadere.
Sam si mise a ridere qualche istante, dopo di che ritornò seria.
"Sam, ma che dici sei sicura??"
"Eva, certe cose si capiscono anche se non sono dette esplicitamente."
"E.. tu come stai?" Le chiesi sedendomi accanto a lei, pronta a consolarla.
"Bene. Benissimo. Mi spiace solo perché Justin è così bono, e tra l'altro è famoso. Ma comunque ancora non mi ha lasciata. Credi che debba lasciarlo prima io?"
Che grandissimo schifo. Come poteva mettersi con un ragazzo solo per l'aspetto fisico e la fama?..
"Ma vaffanculo." Fu la mia risposta. Poi mi alzai e salii in camera mia.
Dopo questa conversazione mi scoprii delusa da mia sorella.
Ma soprattutto delusa da me stessa, perché avevo rinunciato a tutto per chi non meritava nulla.
Decisi che mi sarei lasciata tutto alle spalle, a partire da quella sera.
Sarei andata a divertirmi in discoteca.. questa volta, senza fare danni.
Non rivolsi affatto la parola a mia sorella, e alle 23:00 uscì di casa, e andai in discoteca.
Questa volta, non mi feci fregare, e misi delle scarpe basse e aperte, in modo da poter ballare senza dover sopportare il dolore dei tacchi.
Mi scatenai subito e ballai con tante persone, fra cui un ragazzo carinissimo, che assecondava ogni mia follia di movimento: Thomas.
Dopo aver ballato, due ore di fila, ci sedemmo insieme al banco.
"Che ti va di bere Eva?"
"Oh niente grazie. Va bene così." Non avrei bevuto un goccio. Dagli errori si impara.
"Sicura..?"
"Sicurissima."
Passammo del tempo a chiaccherare,fin quando non vidii Justin nel privè. Dovevo assolutamente parlargli.
Salutai Thomas e raggiunsi la piattaforma.
Guardai l'uomo di guardia , che già conoscevo, e gli sorrisi.
"Potresti chiamarmi il tipo con il cappellino?" gli chiesi indicando Justin.
Lui mi guardò con aria di sfida, poi si voltò e chiamò Justin, che quando mi vide si avvicinò correndo.
"Eva.."
"Justin.." Uscì dal privè, e mi fece cenno di seguirlo fuori.
Dopo cinque minuti, eravamo seduti di fronte alla discoteca, l'uno affianco all'altra.
"Mia sorella mi ha detto di aver capito che vuoi lasciarla.."
"Sono contento che l'abbia capito, mi risparmierò la fatica di.."
Lo fermai prima che potesse continuare.
"Se sono problemi vostri, ok va bene.. ma se è per me Justin.. Non lo fare."
"Eva, non posso stare con Sam, mentre.. mentre..ci sei tu."
Sorrise, e mi sembrò che il mio cuore scoppiasse. Era uno spettacolo.
Il suo sorriso si spense, quando un uomo, sulla quorantina, ci passò davanti e si fermò a fissarlo con un'espressione vuota e inquietante.
Fu come se nella mente di Justin affiorasse qualche ricordo.. almeno questo si percepiva dalla sua espressione.
Sentii Justin deglutire, poi si alzò e mi abbandonò sul quel marciapiede.
Mi alzai e gli andai dietro.
"Justin che succede?"
"Niente Eva.. Hai ragione tu sai?.. Tra noi due non può esserci nulla."
Restai immobbile, con gli occhi spalancati.
Prima che potesse farlo lui, mi voltai me ne andai.
Perché mi aveva detto questo?.. La sua espressione era così cambiata da dopo l'arrivo di quell uomo, che con un solo sguardo, sembra avergli fatto cambiare idea.
Con una sola frase, era riuscito a spezzarmi il cuore.
La siatuazione si era ribaltata.. se dopo le parole di Sam, io ho iniziato a pensarla diversamente.. Justin dopo lo sguardo di quell'uomo, sembra aver cambiato idea sui suoi sentimenti.
Bello schifo l'amore.
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Perché tu sarai sempre il mio solo destino....
FanficNon esiste una persona giusta per noi. Esiste una persona che, se ti fermi un attimo a pensare, è in realtà la persona sbagliata. Perchè la persona giusta fa tutto giusto: arriva puntuale, dice le cose giuste, fa le cose giuste ma noi non abbiamo se...