IV

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Dopo quella sera io e Giorgio ci rivedemmo direttamente la settimana successiva a scuola. Insieme a lui vidi anche Nicola, ma decisi di stargli il più lontano possibile.
«Hey Fede, come stai?» Mi chiese Giorgio.
«Tutto bene, non preoccuparti. Tu?» Risposi sorridendogli.
«Bene... Come va il morso?»
«Giorgio, sto bene, non vedi?» Ridacchiai.
«Si... È che il morso di un vampiro spesso causa dipendenza... Quindi ho paura che possa-» Lo interruppi.
«Sto benissimo Giorgio. Certo, Nicola è un gran fregno eh, ma non mi farei mordere di nuovo per nessun motivo al mondo.» Gli dissi sorridendo. Il ragazzo mi guardò un po' stranito per quel "È un gran fregno." Ma sospirò e si convinse. O almeno, speravo fosse convinto, perché io non lo ero affatto. Dopo quel morso avevo voglia di saltare addosso a Nicola e farmi mordere fino a non sentire neanche la forza per aprire gli occhi. Eccome se mi aveva causato dipendenza, e gli stavo lontano proprio per questo. Avevo fatto credere a Giorgio di avere paura di cosa avesse potuto farmi, ma in realtà avevo paura di cosa io mi sarei fatto fare.
Ebbi un altro incontro con Nicola qualche giorno dopo. Ero di nuovo a caccia, stavo girando quando me lo ritrovai davanti. Era mano nella mano con una tipa, una ragazza della mia classe. Si chiamava Francesca, aveva dei lunghi capelli biondi molto curati, ma mai quanto i miei. Continuai a seguirli perché non volevo far morire un'altra ragazza a causa di Nicola. Anche se Francesca era di un antipatia unica. Ci provava con ogni ragazzo della scuola, poi si credeva Aphrodite ma in realtà non era nessuno. Sinceramente, se io fossi stato una divinità dell'antica Grecia sarei sicuramente stato Hades, non so bene il perché, ma mi ha sempre ispirato fin da piccolo, ed è sempre stato il mio preferito. E poi, ammettiamolo, Hades nel cartone animato "Hercules" era un gran figo. Ma tornando a Francesca, quella ragazza è sempre stata una gallinella. Si sarà fatta ogni singolo ragazzo nella scuola, e anche qualcuno della scuola accanto. In poche parole non l'avrei salvata affatto dai canini di Nicola. Ma lo feci. Più che altro, lo feci solo perché Nicola aveva ormai assaggiato il mio sangue. Non poteva bere quello di una troietta qualunque dopo aver deliziato del mio prelibato sangue. Così aspettai fino a quando lui non la portò in un posto abbastanza isolato da tutto. Nicola, come ormai era solito fare con tutti, iniziò a baciarle delicatamente il collo. La ragazza iniziò ad ansimare, e appena lui la morse, un gemito di piacere uscì dalle sue labbra. Quella scena faceva ribrezzo, Francesca stava continuando a gemere dal piacere mentre Nicola la dissanguava. Non dovrei dire che mi faceva schifo, perché io mi sarei fatto mordere volentieri, ma guardare quella scena in terza persona faceva vomitare. Mi avvicinai ai due e li staccai.
«Hey. Che cosa fai? Non vedi che siamo impegnati» Disse lei, io mi limitai a roteare gli occhi.
«Nicola, basta.» Gli dissi guardandolo con serietà. Il ragazzo ridacchiò e mandò via Francesca.
«Hai portato via la mia cena, grazie.» Esclamò con tono ironico. Lo guardai abbastanza male, ma lui sorrise. «Adesso dovrò trovarmi un'altra puttanella.» Riprese abbastanza scocciato. Ci fu qualche minuto di silenzio, finché non dissi qualcosa che fece stupire pure me stesso. «Mordi me.» Il ragazzo sgranò gli occhi e fece una piccola risatina.
«Divertente.»
«No, non scherzo.» Ripresi avvicinandomi a lui.
«Il cacciatore vuole farsi dissanguare. Perché?»
«Fallo e basta tu.» Quello non se lo fece ripetere due volte. Si fiondò sul mio collo e iniziò a succhiare via il sangue. Iniziai ad ansimare sempre più affannosamente, mentre lui continuava a bere più sangue possibile. Non avevo più neanche un briciolo di forza, pensavo che in quel momento stessi per morire, ma a mio stupore, lui lo notò e si staccò. Non riuscivo a tenere gli occhi aperti, respiravo malamente e i battiti erano rallentati. Il vampiro mi prese in braccio e mi chiese una cosa che mi stupì più di quel gesto.
«Dove vivi?» Con quelle poche forze gli risposi, e così mi portò a casa. Arrivati davanti alla porta, io l'aprii e pian piano riuscii ad entrare. Mi voltai verso Nicola che, però, era ancora sull'uscio della porta.
«Non entri?» Gli chiesi, mi guardò abbastanza male, e li capii.
«Ah, giusto... Puoi entrare.» Continuai e lui entrò. Vi starete sicuramente chiedendo, perché non era entrato prima di quella frase? I vampiri non possono entrare nelle case senza prima essere invitati. L'invito è per sempre, quindi siate sempre attenti a chi invitate dentro casa. Mi portò in camera, e dopo di ciò se ne andò.

In quei giorni, vedevo Giorgio abbastanza distante. Quando lo incrociavo davanti scuola o tra i corridoi teneva sempre dei libri sulla demonologia. Quando gli chiedevo che stesse facendo mi rispondeva sempre in maniera vaga, quindi pensai ci fosse qualcosa sotto, e decisi che l'avrei scoperto, a ogni costo.

𝔏𝔬𝔳𝔢 𝔶𝔬𝔲𝔯 𝔱𝔞𝔰𝔱𝔢 ~Strecico~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora