XII

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Il giorno seguente, vidi Nicola che si avviava verso l'entrata della scuola. Alex lo vide e ridacchiò sotto ai baffi, mentre Giorgio gli lanciò un'occhiataccia. Il vampiro mi passò accanto e mi fece un sorrisetto strafottente. La voglia di prendere un paletto e ficcarglielo nel cuore in quel momento aumentò a dismisura, ma aveva quel cazzo di anello dalla sua.
Lo guardai attentamente e notai che Nicola aveva una piccola cicatrice sulla guancia destra, cicatrice che il giorno prima non c'era. Nicola non la nasconde, anzi, camminava col mento alto, come se fosse fiero del modo in cui se l'era procurata. Mi voltai verso Alex, che sembrava essere ancora incazzato con Nicola per ciò che aveva fatto il giorno prima a Giorgio. Lui guardò con disgusto il vampiro e lo fulminò con lo sguardo quando notò il modo in cui andava fiero di quella ferita. Li osservai a lungo e capii che Alex c'entrasse qualcosa.
«Gliel'hai fatta tu?»
«Non proprio.» Mi rispose, lanciò un'occhiata a Giorgio che gli diede una piccola gomitata sul fianco.
«In che senso?»
«Nel senso che è stato-» Giorgio gli diede un'altra gomitata, poco più forte di quella di prima.
«È stato Giorgio?» Domandai e il ragazzo sospirò.
«Si...» Abbassò lo sguardo, sembrava molto imbarazzato del gesto, ma secondo me sarebbe dovuto andarne fiero.
«È una figata.» Esclamai euforico. «Ma avresti dovuto fargliela più profonda, si è già rimarginata.» Continuai e Giorgio fece un piccolo sorrisetto.
«Non è una questione di profondità. I vampiri, un po' come voi cacciatori e i demoni, hanno una resistenza e una capacità di curarsi elevata.» Mi spiegò.
«Quindi significa che posso curarmi velocemente?» Giorgio annuì.
«Non allo stesso livello di un demone, ma si.» Rispose lui. Era una figata, ero praticamente una winx con poteri curativi.
Rimasi un po' a pensare alle miei migliaia di potenzialità. Ero agilissimo, la mia forza e la mia velocità erano più sviluppate, avevo poi appena scoperto che potevo curarmi velocemente. Mi chiedevo cosa potesse succedere se fossi diventato un vampiro. Sarei diventato forte e agile il doppio? Le mie potenzialità sarebbero rimaste le stesse? O sarebbero salite ai livelli di quelli dei normali vampiri?
«Come si diventa un vampiro?» Chiesi di botto, senza neanche pensarci. Giorgio mi scrutò a lungo, stranito dalla mia domanda. «Non è che voglio diventarlo, eh. Voglio solo sapere.» Continuai.
«Il vampiro morde la sua preda fino a dissanguarlo quasi del tutto.» Stava per continuare la spiegazione ma lo interruppi.
«Perché non del tutto?»
«Perché, dopo avere dissanguato del tutto la vittima, il vampiro fa bere il suo sangue. Quindi si deve avere la forza per poterlo fare.» Che figata. Lo devo ammettere. Era una figata.
«Figo.» Dico, per poi pentirmene subito. Alex mi guardò sorpreso, probabilmente non si aspettava una mia reazione del genere.
«Tranquillo, Alex, non ho intenzione di diventare un vampiro.» Gli assicurai con un sorriso. Ma in realtà il mio cervello era pieno di dubbi, essere un vampiro mi avrebbe aiutato ad avvicinarmi a Nicola... Non che avrei voluto farlo eh... Cioè...
Giorgio, ormai a conoscenza della mia ossessione per l'essere morso da Nicola, cambia discorso prima che Alex possa riaprire bocca.
«Entriamo in classe, dai.» Io annuisco e mi dirigo all'interno della struttura, seguito a ruota dal ragazzo insieme al demone.

Le lezioni si svolsero in maniera tranquilla, non accadde nulla di chissà quanto sconvolgente, neanche quando andai in bagno e trovai Nicola. C'era un altro ragazzo, a me sconosciuto, con noi che, stranamente, non stava venendo morso dal vampiro. Era davvero una strana situazione, solitamente quella era l'ora di pranzo per lui. Ogni giorno, sempre alla stessa ora provava a bere da qualcuno, ma quel giorno no. Forse aveva imparato la lezione datagli da Giorgio, forse aveva fatto una "colazione pesante", forse non aveva fame e basta. Ma non volevo fermarmi a credere che fosse qualcosa di così stupido, avevo più o meno iniziato a capire come funzionava la piccola mente malefica di quel vampiro così dannatamente attraente, sapevo che aveva in mente qualcosa e io volevo scoprirla a tutti i costi.
Mi avvicinai a Nicola, intento a bagnarsi le mani di fronte allo specchio, il non poter vedere il suo riflesso mi metteva molto timore, ma feci finta di nulla.
«Oh, ciao Federico.» Disse lui guardandomi dal riflesso. Avrei voluto vedere la sua espressione in quel momento, dal modo in cui aveva pronunciato il mio nome sembrava star sorridendo, ma non potevo esserne certo. Dannatissimo specchio.
«Giorgio ti ha fatto davvero male, eh?» Si voltò verso di me e, come avevo ipotizzato, stava sorridendo. Fiero di quella ferita sul viso.
«Oh, questo graffietto? Ha fatto malissimo.» Rispose con tono ironico. Non aveva fatto male per nulla ed era ovvio, dato che aveva quella stupidissima gemma con sé. «Ma lo devo ammettere...» Continuò. «Se non avessi avuto la gemma di Amarra non ne sarei uscito così illeso. Quell'osservatore mi piace, ha un qualcosa di così potente che mi fa venire voglia di non succhiargli soltanto il sangue.»

𝔏𝔬𝔳𝔢 𝔶𝔬𝔲𝔯 𝔱𝔞𝔰𝔱𝔢 ~Strecico~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora