La sera, verso mezzanotte ero già a letto. Ci avevano riferito di andare a dormire presto, dato che la mattina successivo avremmo dovuto svegliarci molto presto. Io, però, non riuscivo a prendere sonno e, a quanto pare, nemmeno Nicola riusciva. Mi voltai verso il suo letto, il vampiro stava smanettando con il suo telefono, l'unica fonte di luce in quella stanza buia.
«Che fai?» Il vampiro fece un piccolo sussulto quasi impercettibile e, in seguito, bloccò il telefono. Eravamo immersi nell'oscurità ma non mi spaventava.
«Nulla.» Rispose lui, freddo. I miei occhi si stavano pian piano abituando al buio, riuscivo a intravedere meglio la figura di Nicola, ma non la sua espressione. «Dovresti andare a dormire.» Riprese.
«Non ho sonno. E poi, anche tu dovresti dormire, no?» Non ne sono certo ma credo che si sia voltato verso di me e mi abbia lanciato un'occhiataccia. «Oh, vero. Sei un vampiro... Beh, possiamo sempre trovare qualcosa da fare insieme, che te ne pare?» Nicola si alzò dal suo letto, sentivo il rumore che facevano le assi in legno quando si muoveva. Sentii la presenza del vampiro sempre più vicina, fino a quando non capii che si era appena seduto accanto a me. «Che vorresti fare?»
«Ho fame.» Andò dritto al punto. Una parte di me era stupita da quelle parole, gli avevo negato il poter avvicinarsi al mio collo, ma un'altra parte di me, invece, fremeva dalla voglia di venire morso ancora una volta da lui.
«Sei pazzo? Non lascerò che tu-» Non mi fece finire la frase che mi interruppe fiondandosi sul mio collo e, come l'ultima volta, lo stava baciando. Amavo il suo tocco, non potevo farci nulla. Le sue mani continuarono a vagare per i miei fianchi fin quando non scesero giù fino alla vita dei miei pantaloni. Lui continuava a baciare il mio collo, prese un lembo di pelle tra le labbra e iniziò a succhiare, creando una macchia violacea. Io emettevo dei piccoli versi di piacere, non riuscivo a fare altro se non quello. Le sue mani si infilarono dentro ai miei pantaloni e, pian piano, anche nei boxer. Quando iniziò a stimolare il mio pene, sentii i canini affondarmi nella pelle. In quel momento, soltanto il suo tocco, mi fece gemere e anche molto forte. Lo odiavo? Si, mi stava provocando più piacere di quanto chiunque altro avrebbe potuto fare? Si. Il ragazzo iniziò a farmi una sega, mentre succhiava via il sangue e mi privava di tutte le forze. Ero quasi sul punto di svenire quando il ragazzo si staccò da mio collo e, dopo avermi abbassato boxer e pantaloni, prese in bocca il mio pene. Gettai la testa sul cuscino, in balìa del piacere, mentre trattenevo i gemiti per non fare troppo rumore. Il vampiro si staccò da me solamente quando venni a fiotti nella sua bocca, lui Ingoiò e riuscì a notare, nel buio, le sue labbra ricurve in un ghigno. Non riuscivo a dire una parola e, anche se avessi potuto, non avrei saputo cosa dirgli. Ero stremato, si, ma volevo di più.
Nicola si alzò e si rimise sul suo letto.
«Mi ci voleva proprio.» Disse sottovoce, divertito. Avrei voluto rispondergli, avrei voluto alzarmi e picchiarlo a sangue, ma non avevo le forze. Ero stremato. Mi limitai a chiudere gli occhi e ad addormentarmi, fregandomene del fatto che fossi senza mutande e pantaloni.La mattina dopo, appena mi risvegliai, notai qualcosa di strano. Non ero più mezzo nudo, ero totalmente vestito e non con i vestiti che indossavo prima del pompino di Nicola. Avevo addosso una maglietta viola un po' oversize con dei pantaloni della tuta neri. Nel letto accanto a me Nicola non c'era più e, appena lo notai, pensai che forse era stato tutto un sogno del mio cervello malato ma, quando presi il telefono e guardai il mio riflesso, il succhiotto che mi aveva fatto c'era. Era tutto così strano. Cercai di non pensarci e andai a lavarmi, per poi vestirmi e coprire il succhiotto con del trucco. Volevo cercare di evitare le domande indiscrete di Alex e le occhiate piene di altre domande di Giorgio.
Uscii fuori dalla stanza e mi diressi verso la hall, lì la mia "gang" era tutta al completo. C'erano Giorgio e Alex, Nicola e Michele.
«Ciao ragazzi.» Dissi quando mi avvicinai. Tutti mi salutarono, tutti tranne Nicola. Alex, Giorgio e Michele iniziano a conversare di qualcosa a cui non stavo prestando attenzione. Il mio sguardo e il mio cervello erano completamente focalizzato su Nicola. Mi fregai della conversazione degli altri e, prendendolo dal polso, lo trascinai un po' lontano dagli altri, dove potevamo parlare senza essere ascoltati.
«Che vuoi?» Domandò lui, freddo.
«Nulla, voglio parlarti di ieri.» Gli risposi e, quando stavo per continuare il mio discorso lui mi interruppe.
«Ieri tra noi non è successo nulla. Quello che io ho fatto non conta nulla, era soltanto puro divertimento, quindi, non c'è nulla di cui parlare.» Mi liquidò e, senza lasciarmi il tempo di mettere insieme una frase di senso logico, se ne ritornò dagli altri.
Aveva ragione Giorgio quando mi diceva che sarei dovuto stare lontano da quel vampiro, era soltanto uno stronzo senz'anima e, dopo quello che aveva fatto, iniziai a odiarlo più di quanto già facevo prima.
STAI LEGGENDO
𝔏𝔬𝔳𝔢 𝔶𝔬𝔲𝔯 𝔱𝔞𝔰𝔱𝔢 ~Strecico~
Fanfiction«Per ogni generazione c'è una prescelta, che si erge contro i vampiri, i demoni e le forze delle tenebre... lei è la Cacciatrice!»