XVIII

155 10 9
                                    

La convivenza con Nicola fu la cosa più difficile da sopportare di tutta la mia vita. La mia "fortuna" era che non saremmo stati a lungo assieme, data la breve durata della gita, e che, a mia sorpresa, rispettò tutte le regole che gli imposi il primo giorno. Ok, forse c'è stata una notte in cui mi ha succhiato il sangue, ma è stata soltanto una notte e non successe più.
Quando il primo giorno io e Nicola scesimo verso la hall per andare da Giorgio e Alex, li trovammo su un divanetto impegnati ad abbracciarsi. Faceva così ridere come "Il demone principe del girone dell'ira e dell'accidia" si spaventasse di uno come Giorgio, faceva ogni cosa che quest'ultimo gli domandava senza farselo ripetere, era praticamente un cagnolino.
«Walk him like a dog.» Se ne uscì ad un certo punto Nicola, mentre li guardava. Non riuscii a trattenere una risata, quel vampiro era un coglione, si, ma mi faceva davvero ridere. Il vampiro scoppiò a ridere poco dopo di me e, mentre noi ce la ridevamo, Alex e Giorgio si avvicinarono, curiosi di sapere cosa avessimo da ridere.
«Tutt'ok?» Domandò quest'ultimo.
«Si, però starei meglio se avessi il collo di Federico tra i canini.» In contemporanea Alex e Giorgio gli rivolsero un'occhiataccia e, se si potesse uccidere con un solo sguardo, penso che Nicola sarebbe potuto morire. «Sto soltanto scherzando, dio. All'inferno non scherzate voi?» Domandò rivolto ad Alex. Il demone alzò gli occhi al cielo e mentre aprì bocca per parlare, qualcuno lo interruppe.
«Ciao Fede.» Sobbalzai e mi girai di scatto, pronto a sferrare un destro a chiunque mi avesse fatto spaventare. Michele fece tre passi indietro, per paura che avessi potuto colpirlo.
«Perché ti sei allontanato? Volevo vederti steso per terra con un occhio nero.» Disse a Michele con un tono triste. Il ragazzo non lo degnò nemmeno di un'occhiata, si riavvicinò a me dando una piccola spinta a Nicola.
«Sei in stanza con lui? Vero? Volevo chiederti di fare a cambio e venire nella mia, ti va?» Mi domandò il rosso.
«No.» Rispose Nicola al posto mio.
«Sto parlando con lui.» Gli lanciò un'occhiataccia di quelle che se potessero ti ucciderebbero.
«Ma non c'è bisogno che lui ti risponda, non vorrà di sicuro venire con un cagnaccio come te.»
«Cagnaccio sei te.»
«Non sembra. Anzi, lo sai che domani c'è-»
«Smettetela.» Mi intromisi io, sbuffando. «Sembrate due bambini di sei anni. Io sto in camera con chi mi pare e piace e ho deciso che starò con... Nicola. Caso chiuso, basta rompere le palle.» Conclusi e, seguito a ruota da Giorgio con Alex al seguito, uscii fuori dall'hotel.
«Che facciamo?» Domandò il primo.
«Stiamo qua finché non arriva un vampiro che ci morde.»
«Posso essere io il vampiro fortunato?»
«No.» Rispondemmo all'unisono io, Giorgio e Alex. Il vampiro fece una smorfia di tristezza ma io mi concentrai più di Michele, aveva sentito tutta ma non sembrava stupito dal fatto che Nicola avesse letteralmente detto di essere un vampiro.
«Ma... Cioè... Tu lo sai?» Domandai a Michele, lui rimase un attimo fermo a realizzare e poi annuì. «Oh, Nicola te l'ha detto? Pensavo che vi odiaste.»
«Noi? Ma ti pare? Siamo migliori amici noi.» Il rosso poggiò il braccio sulla spalla del vampiro e quest'ultimo lo scansò.
«Io lo odio, tanto, a morte.»
«Non è vero, mi ami.»
«Zitto cane.» Sospirai, mentre i due continuavano a litigare, eravamo appena arrivati e già non ne potevo proprio più di tutt'e due.

𝔏𝔬𝔳𝔢 𝔶𝔬𝔲𝔯 𝔱𝔞𝔰𝔱𝔢 ~Strecico~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora