IX

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«Allora...» Disse Giorgio. «Noi viviamo sopra alla bocca dell'inferno. Un punto di convergenza di forze demoniache e soprannaturali che la rendono un luogo di grande attività demoniaca.»
«Eh?...» Dissi non capendo nulla di ciò che aveva appena detto Giorgio.
«Quando si apre la bocca dell'inferno, di solito viene rilasciata una grande quantità di energia demoniaca e creature malvagie nell'ambiente circostante. Questo può portare a catastrofi tra cui attacchi demoniaci.» Mi spiegò lui.
«Non ho capito.»
«Quando si apre la bocca dell'inferno, escono i mostri cattivi che creano problemi enormi e tanti morti.» Disse lui dopo aver sospirato.
«Ah... E ciò cosa c'entra con il fatto che vuoi evocare un demone?»
«Pare ci sia un demone che...» Giorgio esitò, cercando le parole giuste.
«Che cosa?» Chiesi, impaziente di sapere cosa stesse per dire.
«Che... possiamo controllare.» Concluse, guardandomi con un'espressione determinata.
«Controllare un demone?» Chiesi abbastanza incredulo.
«Sì, ho studiato un incantesimo che potrebbe farlo.» Spiegò lui.
«Ma... perché dovremmo farlo? Cioè... Hai il cacciatore dalla tua» Domandai preoccupato.
«Perché con il suo potere potremmo proteggerci dalle forze demoniache... In breve, se tutto va come nei piani, posso obbligarlo a chiudere la bocca dell'inferno. Cosa che, per quanto noi possiamo provare, non riusciremo mai a fare.»
«Però...»
«Non preoccuparti Fede, ho tutto sotto controllo.» Il ragazzo mi sorrise, e io in quel sorriso trovai conforto.
«Va bene. Ma quando lo evocherai, io dovrò essere con te.»  Il ragazzo sospirò.
«Avrei dovuto evocarlo questo pomeriggio.»
«Bene, andiamo.» Dissi trascinandolo verso casa sua.
Arrivati lì, ci chiudemmo nella sua stanza, e iniziammo a preparare il necessario per il rito.
«Quindi, cosa serve?» Gli chiesi.
«Tutta roba che ho già. Una candela, un pentacolo, un cristallo nero, dell'incenso e...»
«E che altro?»
«Un ago.»
«Un ago?» Ripetei.
«Devo pungermi per far cadere una goccia del mio sangue sul cristallo.» Il ragazzo prese tutto il necessario, si sedette davanti al pentacolo e iniziò il rituale. Accese la candela, la posizionò  al centro del pentacolo, accese l'incenso e lo lasciò disperdere per la stanza, poi recitò le parole per evocare il demone.
«O potenti forze dell'oscurità,
Ascoltate il mio appello e rispondete alla mia chiamata.
Dal profondo dell'abisso vi invoco,
Demone delle tenebre, ti chiamo a me.» Era così serio e concentrato mentre lo diceva che quasi mi spaventava.
Mentre diceva il suo incantesimo, Giorgio si punse con l'ago e lasciò cadere delle gocce del suo sangue sul cristallo nero. Il demone si manifestò nella stanza, fuori si sentivano dei tuoni che fino ad alcuni minuti prima non c'erano. Il demone era posizionato al centro della stanza, era alto e muscoloso, i suoi capelli erano biondi e lunghi. I suoi occhi erano completamente neri con le iridi castane. Sembrava del tutto un umano, se non fosse per gli occhi e le corna nere e affilate, che si innalzavano dalla sommità del suo cranio.
«Io sono il demone Alex. Principe del girone dell'Ira e accidia. Chi osa disturbarmi?» Giorgio si alzò di scatto, e guardò il demone con un'espressione abbastanza spaventata ma che, allo stesso tempo, trasmetteva sicurezza.
«Sono io. Giorgio. Vi ho evocato perché...»
«È stato un nano a evocarmi?» Disse interrompendo ciò che Giorgio gli stava per dire.
«Il mio nome è Giorgio. E vi ho evocato per...»
«Dammi del tu, per favore. Ho soltanto sei mila anni.» Il demone lo interruppe di nuovo e Giorgio sospirò.
«Vi- Ti ho evocato perché io e Federico, il cacciatore, abbiamo bisogno del tuo aiuto.»
«A fare?» Una mela spuntò sulla sua mano e, come se nulla fosse, iniziò a sgranocchiarla.
«Siamo sulla bocca dell'inferno, dobbiamo chiuderla prima che qualcuno possa restarci secco.»
«E se non volessi?»
«Vorrai.» Disse Giorgio stampandosi un sorrisetto sul volto.
«Perché così sicuro?» Chiese il demone.
«Ascoltatemi elementi della natura, vi chiamo tutti a raccolta-» Iniziò Giorgio, ma Alex subito lo fermò.
«No. Va bene, non c'è bisogno di quell'incantesimo. Ti aiuterò.» Guardai la scena incantato da come Giorgio riuscisse a comandare un demone.
«Grazie.» Gli sorrise il ragazzo. Adoravo come riusciva ad essere calmo e gentile anche con un demone.
«A patto che...»
«Non faccio patti con un demone. Non sono così stupido.» Lo interruppe.
«Se vuoi il mio aiuto, dovrai sopportare la mia presenza, ovunque e sempre.» Riprese Alex con un non so che di malizioso.
«Mi va bene... Basta che non mi segui pure al cesso.» Disse il ragazzo.
«Beh, io me la farei una doccia con Alex.» Esclamai tutt'un tratto io. Giorgio e Alex mi guardarono, il primo scioccato da ciò che avevo detto, il secondo con un ghigno perverso sul volto.
«L'ho detto ad alta voce?» Chiesi in imbarazzo. Giorgio annuì, mentre il demone se la rideva.

𝔏𝔬𝔳𝔢 𝔶𝔬𝔲𝔯 𝔱𝔞𝔰𝔱𝔢 ~Strecico~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora