XXVII

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Stava arrivando la sera, cioè il momento in cui sarei dovuto uscire con Nicola. Sembrava molto un appuntamento, ma non mi feci troppe strane idee.
Il vampiro non mi aveva detto nessun'orario quindi per le quattro io ero praticamente già pronto. Avevo addosso una camicia blu, con i primi quattro bottoni slacciati e le maniche arrotolate. L'avevo abbinata a un paio di jeans baggy a vita alta. Non mi ero truccato, cioè si, ma soltanto un po' di mascara, gloss e correttore.
Passarono un paio d'ore, ma di Nicola nessuna traccia. Mi ero messo sul divano, cercando di distrarmi con qualche serie TV, ma continuavo a guardare il telefono ogni minuto, aspettando un messaggio, una chiamata o qualsiasi cosa. Iniziavo a chiedermi se forse avessi frainteso tutto e che, in realtà, non mi aveva mai chiesto di uscire.
Verso le sei e mezza, finalmente qualcuno bussò alla porta, avevo ansia e non sapevo perché. Aprii la porta ed era proprio lui, Nicola. Era vestito con una camicia rossa, decorata con alcuni draghi, che catturava immediatamente l'attenzione. Aveva, poi, un paio di pantaloni neri larghi, quasi lucidi sotto la luce soffusa della sera. A completare il look c'erano catene che pendevano dalla cintura e alle dita tutti i suoi anelli, tra cui la Gemma di Amara, -piccolo recap se qualcuno non se lo dovesse ricordare- quella fastidiosissima gemma che lo rendeva immortale.
«Ciao.» Mi salutò, con un enorme sorriso stampato sul volto.
«Sono due ore che ti aspetto.»
«Ti avevo detto per le sei.»
«Non è vero. Bugiardo.» Nicola prese il suo telefono e, con aperta la nostra chat, me lo mostrò. In effetti mi aveva inviato un messaggio, che io non avevo mai letto, dove mi diceva che sarebbe passato a prendermi per quest'ora... Che figura di merda, dio.
«Oh... Ah... Scusami.» Dissi, seguito da un risatina isterica. Lui ridacchiò e, prendendomi per mano, mi portò verso il luogo di quel concerto. Stando a quello che mi disse, quella band non era molto conosciuta, faceva soltanto delle cover di canzoni molto famose. A quanto pare, lui la conosceva perché una volta, mentre cercava la sua cena, si era imbattuto in un loro concerto e da lì iniziò a seguirli. Storia molto carina, lo ammetto, ma mi puzzava.
«Uhm... Senti.. Io... Vado un attimo in bagno.» Mi disse appena arrivati lì. Puzzava più sta cazzata che la storia che mi aveva raccontato prima, volete sapere perché? Primo, i vampiri non vanno in bagno, non possono né cagare né pisciare, secondo, eravamo in un fottutissimo parco e non c'erano bagni nei dintorni.
Ero praticamente rimasto solo ad aspettare l'inizio del concerto di una band che nemmeno conoscevo. Non poteva assolutamente andare peggio.
Stavo per andarmene quando iniziarono ad entrare i vari membri della band. Il primo fu il batterista, un ragazzo con i capelli castani e gli occhi castani. Poi fu il turno del cantante, un ragazzo molto alto dai capelli biondi, tinti, e gli occhi verdi -era un bono. Poi fu il turno del chitarrista e del bassista, rimasi a bocca aperta quando li vidi. Il bassista era quel grandissimo bastardo "peloso" di Michele e il chitarrista nient'altro se non Nicola. Non riuscivo proprio a credere che quei due, che non si sopportavano di striscio, facevano parte della stessa fottutissima band.
Nicola si avvicinò al microfono e iniziò a ringraziare le persone presenti, presentò la band e spiegò che lui, assieme al bassista -Michele- avevano fondato quella band: Shattered Dreams. Sogni infranti. Ero scioccato. Tanto. Troppo. A momenti esplodevo per lo shock. Nessuno disse altro, ognuno si mise al proprio posto e iniziarono a suonare. La prima canzone fu "Friends" dei Chase Atlantic. Erano tutti bravissimi, ma Nicola... Dio, avrei voluto essere quella cazzo di chitarra per poter sentire le sue dita scorrere sul mio corpo.

𝔏𝔬𝔳𝔢 𝔶𝔬𝔲𝔯 𝔱𝔞𝔰𝔱𝔢 ~Strecico~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora