X

147 9 1
                                    

Io e Giorgio evocammo il grande e potente demone Alex. Che poi di grande e potente non aveva nulla. Cioè, oddio, era una chiavata assurda, quello si, ma poi si faceva comandare a bacchetta da Giorgio. Come da patto, lo seguiva ovunque, ad esempio, il giorno dopo l'evocazione, arrivai a scuola e davanti al cancello lo trovai insieme a Giorgio. Quest'ultimo sembrava abbastanza scocciato dalla presenza del più grande, che, invece, stava parlando costantemente di non so che cosa. Il demone aveva assunto delle sembianze umane. Era sempre alto e muscoloso, con i capelli biondi e lunghi. I suoi occhi non erano più neri, erano bianchi -come dovrebbero- e le iridi erano castane. Le corne affilate erano scomparse e sulle braccia gli erano comprarsi molti tatuaggi -avrei voluto vedere se fossero anche in altri punti sinceramente, ma dettagli. Addosso aveva una maglietta nera a maniche corte molto aderente -la vista era meravigliosa- con un paio di jeans azzurri e strappati.
Andai verso di loro, e iniziammo a parlare delle solite cose: vampiri, demoni, paletti, Nicola.
«Aspetta... Nicola?» Si intromise Alex mentre io e Giorgio discutevamo.
«Si?... Lo consoci?» Gli chiese quest'ultimo.
«Ovvio, è praticamente il mio migliore amico.» Rispose lui.
«Come vi siete conosciuti?»
«Boh, è successo circa seicento anni fa. Praticamente l'altro ieri.»
«Nicola ha seicento anni?» Chiesi stupito.
«Seicentocinquanta per l'esattezza.» Mi rispose una voce familiare che proveniva da dietro di me. Mi girai di scatto, tirando un punto a chiunque mi stesse dietro.
«AHIA.» Esclamò Nicola. «Sarò anche Immortale ma mi hai fatto male.» Frignò lui.
«Cristo il dio mi hai fatto cagare sotto.» Il vampiro mi sorrise, facendo fuoriuscire di poco i canini dalle labbra.
«Che ci fai qua?» Chiese rivolgendosi al demone.
«Mi hanno evocato.» Rispose.
«E perché?»
«Non sono cose che ti riguardano.» Si intromise Giorgio, che fino a quel momento era rimasto a scrutare il vampiro, con voce seria.
«Oh, tu dovresti essere Giorgio, l'osservatore.»
«E tu sei Nicola, il vampiro.» Rispose sarcastico.
«Il piacere è tutto mio.»
«Sicuramente.» Disse Giorgio, abbassando lo sguardo verso la mano di Nicola. Questo lo notò e nascose la mano nella tasca.
«Ma di che parlavate?» Chiese, mentre appoggiava la testa sulla mia spalla, con il viso rivolto verso il mio collo. Subito mi scansai, nonostante mi sarebbe piaciuto un suo morso, ma c'era Giorgio e non volevo ridurmi in modo pietoso davanti a lui.
«Di nulla.» Gli risposi.
«Sono il nulla?» Chiese ironico.
«Stavo solo raccontando di come ci siamo incontrati.» Rispose Alex abbastanza stufo.
«Ah si me lo ricordo. Dracula mi aveva appena vampirizzato e mentre mi portava al suo castello abbiamo incontrato te.» Gli sorrise.
«Io vado in classe.» Disse Giorgio prendendomi dal polso.
«Due minuti e ti raggiungo.» Disse Alex. Giorgio annuì e mi trascinò dentro, ma non entrammo nelle strutture, rimasimo nascosti vicino ai due per poterli ascoltare.
«Che ci fai qui?» Chiese Nicola.
«Mi hanno evocato per chiudere la bocca dell'inferno.» Rispose Alex. Giorgio sbuffo e roteò gli occhi.
«Tutt'ok?» Gli chiesi.
«Gli ho chiesto soltanto di stare zitto. E non l'ha fatto.» Sussurrò lui.
«Ma non la chiuderai.» Continuò Nicola, riferendosi alla bocca dell'inferno. «Sto facendo un casino per aprirla.» Giorgio mi guardò stupito e io ricambiai lo sguardo. Non avrei mai pensato che Nicola fosse in grado di fare qualcosa del genere.
«La devo chiudere. Mi hanno evocato per questo, non posso disubbidire. E poi, mi piace stare qua.»
«Ma dai. Alex, il principe dell'ira e dell'accidia, vuole aiutare e fare del bene.»
«Smettila.»
«Scommetto che quel tipo, l'osservatore... Giorgio, giusto? Scommetto che lui ha un buon sapore.»
«Lui non lo tocchi.» Disse con fare serio Alex.
«E perché no, sentiamo?»
«Perché no.»
«Ti stai affezionando all'umano, Alex? Stai davvero cadendo così in basso?»
«Sta zitto.»
«Oppure?»
«Oppure il dito con la gemma te lo stacco e poi ti lascio marcire in una cella sotto al sole.» Disse lui minaccioso. Nicola non parlò più e allora Alex continuò. «Ti consiglio di non provare più ad aprire la bocca dell'inferno. Adesso, se non ti dispiace, me ne vado.» E detto ciò il demone ci raggiunse, lasciando lì da solo Nicola. Dal tono faceva davvero paura, non volevo immaginare come fosse avercelo davanti.

𝔏𝔬𝔳𝔢 𝔶𝔬𝔲𝔯 𝔱𝔞𝔰𝔱𝔢 ~Strecico~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora