Capitolo XIX

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Il palazzo era esattamente come lo ricordavo.

Tutto era esattamente come prima, con la differenza che lì non c'era più Polibote e non c'erano più due prigionieri potenti e conosciuti.

Un delfino mi raggiunse e strillò nella sua lingua, che a me era comunque molto chiara.

«D'accordo, vedrò di non lasciare niente in disordine, anche se penso che mi fermerò per un bel po'» risposi con un sorriso.

Andai nella mia vecchia camera e mi cambiai, mettendo un vestito lungo bianco, stretto da una cintura dorata in vita.

Mi sdraiai sul letto sorridendo contenta.

Ero al sicuro? Per niente, ma lì mi sentivo a casa.

Quasi mi mancava Polibote con tutti i suoi segreti misteriosi.

Balzai giù dal letto e corsi al piano inferiore in un batter d'occhio.

La porta dei sotterranei era ancora aperta.

Presi una torcia (funzionante anche sott'acqua) e scesi.

Ogni traccia di veleno era sparita, ed essendo sott'acqua non c'erano tutte quelle ragnatele caratteristiche dei posti in disuso.

Entrai nel corridoio e andai subito nella cella dov'erano imprigionati Poseidone e Percy.

Quello che restava erano due paia di manette.

Le presi e me le misi in tasca.

In quel corridoio c'erano solo altre due camere.

Aprii la prima e rimasi senza parole.

Le macchine da tortura che c'erano lì erano a dir poco agghiaccianti, e tutte erano fatte del ferro dell'oscurità.

Alcune, la minor parte, erano coperte del sangue normale, ma la maggior parte erano coperte dall'icore dorata, il sangue degli dei.

«Oddio...» mormorai incredula.

Chiusi la porta ripromettendomi di sbarazzarmi di quegli attrezzi infernali.

Andai nell'altra stanza, dove c'era un solo oggetto; un diario enorme.

Era grande anche più di me, ma quando lo aprii notai che la calligrafia non era tanto grande; le lettere erano grandi come il mio indice.

Così, spinta dalla curiosità, lessi una pagina.

12 luglio
La figlia del secondo capo oggi ha incontrato il suo padre.
Devo dire che non ho mai visto qualcuno tirare i baffi o la barba di Crono, tanto che sono scoppiato a ridere e per poco non mi ha ucciso.
Adoro quella ragazzina. Ha ereditato il controllo del tempo dal padre.
Lui però mi ha detto che ha altri poteri.
Quando gli ho chiesto spiegazioni si è limitato a dirmi che gli dei erano senza poteri ma lei li aveva. Mi sembra chiaro che, in qualche modo, Crono abbia preso i poteri dagli dei e li abbia messi in lei.
Voglio assolutamente saperne di più, e spero che mio fratello ne sappia qualcosa. Sono curioso.

Rimasi senza parole.

Dunque forse era questa la verità. I poteri degli dei li avevo io.

Sfogliai ancora finché non trovai la conferma.

25 luglio
Ho discusso con Porfirio e ho capito che i miei sospetti erano fondati.
Mi ha detto che effettivamente appena Astrid è nata gli ha dato tutti i poteri degli dei.
Per curiosità gli ho chiesto cosa sarebbe successo se lei avesse deciso di ridare i poteri ai proprietari originali.
Secondo mio fratello glieli darebbe ma una parte resterebbe a lei. Quindi se Astrid ridesse i poteri a Poseidone sui li avrebbe come prima ma lei ne avrebbe alcuni che sono una replica perfetta.
Astrid probabilmente non ha neanche capito di che parlavamo, ma so che prima o poi troverà questo diario e scoprirà questa verità.
Sei stai leggendo, Astrid, sappi che devi sempre fare quello che credi giusto, che sia per noi giusto o meno. Sei più libera di tutti noi. Sfrutta la tua libertà.

Presi l'enorme penna (era alta come me) e scrissi sotto: "Lo farò".

Guardai il diario e dissi: «Non posso credere che tutto questo sia vero»

Una voce dietro di me disse: «Non crederci e fatti una bella dormita»

Non feci in tempo a girarmi che un colpo mi fece perdere i sensi.

Astrid - La liberazione degli deiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora