Capitolo XXX

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La settimana di riposo la passai dormendo.

Mi svegliavo solo quando serviva il mio aiuto per qualche esercito in avvicinamento, e in quei casi appoggiavo una mano sul terreno, localizzavo dove si trovavano (l'aura divina la potevo ancora trovare) e li facevo sprofondare nel tartaro. Niente di troppo impegnativo, quindi.

Intanto tutti gli dei, ormai al completo, progettavano come attaccare il monte Otri e battere Crono.

Il fatto che c'era anche Porfirio complicava tutto, poiché erano il doppio.

A parere di tutti però non era un grande problema, perché io potevo incenerire tutto.

In realtà non credevo che bastasse così poco per battere tutti i giganti e i titani, ma non ebbi la forza di scoraggiarli.

A fine settimana però io mi ero quasi completamente ripresa, anche se la mia ferita più profonda non era ancora guarita.

Apollo mi disse: «Guarda che quella ferita potrebbe riaprirsi! Non dovresti andare in battaglia, non sei ancora guarita!»

«Io non ci voglio andare! Fosse per me resterei qui!» gli urlai contro provocando una fitta al fianco.

Apollo arrossì. Anche lui ricordava che era stato Zeus a costringermi a seguirli.

«Beh, cerca di non fare troppi sforzi. Se ci muori saremo tutti perduti»

«NON siete perduti. La prima volta erano 6 dei, stavolta siete tantissimi di più. Ce la farete di sicuro anche senza il mio aiuto»

Pareva che gli dei fossero certi del contrario, ma non ebbi il tempo di pensarci.

Ben presto la settimana finì, e il giorno della ribellione arrivò.

-

Attaccare dall'Olimpo era completamente inutile.

Lo capirono quando videro che era ben protetta e non ci tenevano a lanciare me contro le difese per distruggerle.

Alla fine, dopo aver escluso i passaggi sotterranei, progettarono un attacco diretto.

Era una pazzia completa, ma nessuno parve notarlo.

Io sarei andata dentro con Zeus, Ade e Poseidone per combattere Crono e Porfirio mentre gli altri dei e semidei avrebbero combattuto l'esercito.

Ovviamente tutto andò storto subito; Porfirio entrò in battaglia subito, e Crono lo imitò.

Il tempo rallentava e aumentava a piacere, ma notai che non aveva alcun effetto su di me.

Polverizzai tutti gli spiriti che mi capitavano davanti e scoprii con piacere che riuscivo a polverizzare anche i titani.

I giganti ovviamente necessitavano degli dei, quindi di loro si occupavano gli altri semidei.

Crono, come me, colpiva tutti a destra e a manca, ma stranamente non si avvicinava a me.

Alla fine Zeus si stufò e si buttò nella mischia fulminando tutti.

Il caos probabilmente iniziò con il suo arrivo; se io e Crono facevamo casino, lui sembrava essere Caos.

La sua furia travolse tutti, tanto che alla fine mi ritrovai dietro ad un sasso per difendermi insieme ad uno spaventato Crono.

«Ma Zeus è impazzito?!» mi chiese, dimenticando momentaneamente che eravamo nemici

«Molto probabile» dissi.

Il tempo rallentò e mio padre saltò contro Zeus, cercando di colpirlo.
Un fulmine lo colpì in pieno petto, scaraventandomelo contro.

Una figura alta 6 metri arrivò senza tanti complimenti e tirò un calcio a Zeus, che fu scagliato via.

Gea urlò: «NON CI BATTERETE»

Jason mi raggiunse e disse: «La disintegriamo?»

«Sì, ma dovrai portarmi su te. Non posso più volare»

Jason mi prese in braccio e, con i venti, alzò Gea.

-

La furia che si scatenò lassù era decisamente maggiore che a terra.

Jason ce la stava mettendo tutta, si vedeva, ma Gea poteva essere polverizzata solo se fosse stata integra, ma beccarla nel momento giusto non era facile.

Alla fine parlai con la lingua ammaliatrice (evidentemente avevo ancora anche quello) e dissi: «Sei stanca di demolirti... Tu vuoi restare intera. Tu lo vuoi»

Gea sbatté le palpebre; non si stava più disintegrando.

Ne approfittai e, con un salto, le appoggiai una mano sul petto.

«Addio!» urlai disintegrandola.

Jason cadde lasciandomi in aria.

Un dolore lancinante mi fece urlare; dal fianco sano si vedeva una lancia, mentre l'altro sanguinava per lo sforzo.

Porfirio ringhiò: «Non ti permetterò di continuare a combattere»

Con un rapido movimento mi tolse la lancia e mi tirò un pugno che mi fece schiantare a terra.

Sentii chiaramente le croste che avevo sulla schiena rompersi.

Mi alzai a fatica; dovevo avere qualche osso rotto.

Porfiriò mi aggredì ancora, ma io gli incenerii la lancia.

Prese una folgore grande il doppio di quella di Zeus e mi lanciò contro un fulmine.

Lo schivai all'ultimo secondo, ma capii che voleva solo quello e, con un calcio, mi spedì nel monte Otri con una furia che distrusse tutti i muri, prima di schiantarmi contro l'ultimo.

Rimasi sorpresa di essere ancora viva.

Sapevo di avere diverse ossa rotte tra cui molte costole, ma avrei creduto di sbriciolarmi.

Tornai indietro zoppicando e osservai Porfirio combattere contro dei e semidei insieme.

Zeus era ancora intero e stava combattendo entrambe.

Porfirio era in difficoltà; gli dei lo stavano aggredendo, ma notai che erano rimasti coscienti troppi pochi semidei.

La maggior parte erano rimasti fulminati da Zeus o erano feriti per il combattimento, ma altri stavano ancora combattendo i guerrieri rimasti.

Porfirio ruggì di dolore; una folgore di Zeus lo aveva fulminato.

Ne approfittai subito e, con una corsa dolorosa parzialmente impedita dalla gamba dolorante, saltai sul gigante.

La folgore lo colpì nello stesso istante in cui io lo incenerivo.

Il tempo rallentò e un'altra fitta di dolore mi colpì la gamba.

Precipitai a terra cercando di raggiungere il pugnale che avevo conficcato nella gamba.

Non sarei riuscita a combattere ancora.

Zeus stava cercando di battere Crono, ma mi venne un'idea.

Premetti la mano sul terreno e alzai di una cinquantina di metri mio padre, poi trasformai la terra rendendola acqua.

Zeus capì al volo e, una volta raggiuunto il padre, gli tirò un calcio.

Crono urlò mentre scendeva il ripidissimo scivolo acquatico, ma urlò anche di più quando scoprì che la fermata non esisteva; travolse colonne e muri del tempio e, come atto finale, Ade creò un terremoto insieme a Poseidone.

Il tempio crollò su Crono, mettendo fine alla sanguinaria battaglia.

Astrid - La liberazione degli deiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora