Capitolo XXII

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«Sei sicura che Efesto sia qui? Io non lo vedo»

«Controlla sotto il cielo, che ti devo dire?»

Lavorare con Zeus era una cosa impossibile.

Ogni volta che esponevo idee anche buone mi doveva contestare  e finiva in battaglia aperta.

Potevamo anche essere divini, ma eravamo entrambe coperti di cerotti e bende.

«Io dico che è tutta una perdita di tempo e che in realtà non è qui» sentenziò lui.

«Mettiamola così; se non è qui scopriremo chi o cosa ha preso il posto di Atlante. Prima di metterti ad urlare, tu controlli e io ti guardo le spalle» dissi.

Lui non disse nulla e andò verso la colonna centrale del cielo e guardò sotto di esso.

«Ebbene?» chiesi dopo un attimo.

«C’è stato Efesto, a giudicare dalle macchine che ci sono qua sotto»

«Bene. Ora non ci resta che scoprire dov’è lui»

Mi ero girata, ma notai con la coda nell’occhio un movimento sospetto.

Mi girai di scatto e ampliai la mente (ormai lo sapevo fare anche ad occhi aperti) e vidi troppa aurea.

«Dannazione. Siamo circondati»

Zeus si alzò e si guardò intorno, poi si sentì uno schiocco.

Tutti quelli che ci avevano circondato apparvero.

C’erano tutti i titani tranne Crono e c’erano molti mostri armati fino ai denti.

«Sapevamo che sareste venuti. Ora avete tre opzioni: o vi consegnate senza fare storie, o vi prendiamo noi lottando» disse Atlante con un ghigno.

«Quale sarebbe la terza opzione?»

«Morire»

«Il che varrebbe solo per me perché Zeus è immortale»

«Preferiremmo non doverti uccidere, Astrid, ma lo faremo se non avremo altra scelta»

Lo fulminai con lo sguardo.

«E ora lasciate andare le armi»

Guardai Zeus, che aveva un espressione indecifrabile.

Attesi, poi lui mollò la spada a terra.

«E te saresti il mio capo? Mi rifiuto di ubbidire ai tuoi ordini» dissi.

Buttai a terra la mia spada e mi scagliai contro Atlante.

-

Idea completamente folle?

Pienamente consapevole, ma nessuno riuscì a reagire subito per lo stupore.

Due titani cercarono di staccarmi da Atlante, ma ero quasi incollata.

Zeus si riprese la spada e attaccò i titani rimanenti.

Mi staccai e presi a mia volta la spada e attaccai direttamente Atlante.

Ben presto i titani notarono che nonostante la stazza io e Zeus eravamo superiori a loro, se presi singolarmente.

Lo capirono e ben presto riuscirono a bloccarci.

«Astrid, mi deludi. Pensavi davvero che sarebbe bastato saltarmi addosso per sconfiggerci?» mi chiese Atlante con un ghigno.

Mi divincolai cercando di liberarmi dei due titani che mi tenevano e dissi: «Cos’è, hai paura di noi due, dato che hai dovuto portarti dietro tutti i tuoi fratelli?»

«No, ma volevo essere sicuro di riuscire a vincere»

«E sentiamo, cosa intendi farci?»

Atlante sorrise e disse: «Zeus tornerà da suo padre. Quanto a te… direi che è ora di togliere quei sostegni e far tornare una persona a sostenere il cielo»

-

Sostenere il cielo mi sembrava una pessima idea.

Avrei preferito di gran lunga incontrare Crono o morire che fare una cosa del genere.

Purtroppo non mi lasciarono molta scelta.

I sostegni erano abbastanza alti da farmi entrare accovacciata.

Lì mi incatenarono (ero a rischio di restare senza testa quindi non potevo ribellarmi) e tolsero i sostegni, lasciandomi sulle spalle tutto il peso del cielo.

Non so dove racimolai la forza per non urlare, visto che la stavo usando tutta per non farmi schiacciare.

Non sarei riuscita a tenerlo a lungo.

Non sapevo se Atlante intendesse lasciarmi lì o no, ma sapevo che sarei morta presto.

Non so quanto tempo passò prima che qualcuno rimettesse quei sostegni e mi tirasse fuori.

Non era Atlante però, e neanche Poseidone.

Era un uomo un po’ deforme, ma non sembrava cattivo.

«Grazie» mormorai quasi senza voce.

«Riesci a muoverti?» mi chiese gentilmente.

Provai ad alzare il braccio, ma non ci riuscii. Mi sembrava troppo pesante.

«No» dissi in un soffio.

L’uomo mi prese tra le braccia con una delicatezza incredibile e disse: «Sei molto potente. Hai resistito per diverse ore»

Risi con voce rauca.

«Chi sei?» dissi con voce ancora più roca.

«Efesto, e direi che per stanotte resterai nella mia casa a riposare. Non riuscirai a tornare nel tuo campo così ridotta»

Annuii.

Astrid - La liberazione degli deiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora