Capitolo XXIX

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ASTRID'S POV

Mi svegliò il solo tocco di qualcuno sulla schiena.

Lanciai un urlo ed esclamai: «Andateci piano ho la schiena sensibileee»

Apollo per poco non cadde dalla sedia per lo spavento.

«Scusa! Non volevo, ma ieri non hai sentito niente e credevo che non avresti sentito niente neanche adesso»

«Invece ho sentito benissimo. Quanto è messa male la mia schiena?»

«Hai subito non meno di 30 frustate. Direi al massimo 50, ma è difficile dirlo… sei tutta senza pelle»

«Farei pure a meno di sapere le condizioni esatte della mia schiena» commentai mentre Apollo mi toccava di nuovo un punto sensibile.

Poseidone entrò insieme ad Ade nella tenda, rischiando di travolgere Apollo mentre cercavano di rallentare.

«Abbiamo sentito un urlo. Che succede?!»

«Astrid ha scoperto che la sua schiena è messa male»

Ade disse: «Quindi stai meglio. Temevamo tutti il peggio»

«Io lo sto quasi sperando. Nelle ultime settimane sono stata trafitta, frustata, schiacciata eccetera. Non è stato divertente»

«Abbiamo un aggiornamento da farti» dichiarò Zeus, entrato in quel momento.

«Profezia quasi compiuta?» chiesi speranzosa.

«Quasi. Se non altro siamo tutti fuori, anche se siamo stati messi sotto tortura pure noi»

«Illustratemi, tanto non ho di meglio da fare»

Gli dei presero tre sedie e si sedettero di fronte a me.

«Bene» esordì Zeus «Quando mi hanno portato nella prigione c’erano già tutti a parte Ermes, che stavano torturando per avere tue informazioni. Quando è tornato hanno fatto passare tutti gli dei… Beh, Ade non è rimasto lì a guardare...»

«Ero furioso e ho combattuto» disse Ade compiaciuto «E quando mi hanno bloccato gli ho detto che lo avremmo ributtato nel tartaro. Ho preso il doppio dei colpi, ma almeno è andata meglio che a Poseidone...»

«Già» disse Poseidone mesto «Come i miei fratelli ho combattuto, ma dopo avermi torturato mi hanno scagliato a velocità disumana verso il mare. Anche se sono il dio del mare mi sono spaccato metà di tutte le ossa»

Fischiai piano. Non ero tanto certa che mi fosse andata peggio di loro.

«Anche io mi sono ribellato» continuò Zeus «Sono andato praticamente fuori di testa e alla fine è dovuto intervenire anche Crono insieme ad Atlante, e per poco non ho battuto anche loro.Le ho prese di brutto. Poi abbiamo sentito un trambusto all’entrata e sono arrivati gli semidei a liberarci. Quando siamo tornati al campo però ci siamo spaventati perché tu non c’eri. Iride ha preso un infarto quando ha visto il tuo corpo svenuto e sanguinante fuori dalla tenda, ma almeno c’eravamo tutti»

«Avrei preferito tornare in condizioni migliori… Mi pare sia la seconda volta che mi salvo per un pelo dalla morte, o sbaglio?»

Apollo scoppiò a ridere rischiando di cadere ancora dalla sedia.

«Apollo, ti avverto, se mi colpisci la schiena ti uccido»

Troppo tardi; un dito mi sfiorò la schiena e io strillai: «NON TOCCARMI LA SCHIENAAA»

-

Dopo mezza giornata la schiena non era più messa male quanto prima; era tutta una cicatrice, anche se in alcuni punti sanguinava ancora.

Apollo non era riuscito a fare di meglio, ma a mio parere aveva fatto tantissimo, calcolando che mezza giornata prima ero in fin di vita.

Dovevo comunque restare a letto per almeno una settimana, cosa che mi dava profondamente fastidio, anche se sapevo che era necessario.

Alla fine mancava poco a batterlo.

Come avevo previsto, i quattro figli di Crono che dovevano batterlo erano davvero Zeus, Ade, Poseidone e io.

Tuttavia non ero convinta che fosse tutto finito.

Avevo la sensazione che Zeus non era stato temuto quanto me. Ero io o lui a dover battere Crono, alla fine?

Astrid - La liberazione degli deiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora