Capitolo XXI

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Apollo arrivò un'ora dopo e ci mise poco a guarirmi, sia grazie alla mia resistenza che al fatto che la bruciatura non era tanto grave quando sospettavo.

Tornammo subito dopo sull'Olimpo.

Tutti gli semidei esultarono appena mi videro, ma non tutti gli dei li imitarono.

Zeus mi squadrò e disse: «Perché sei tornata? Hai detto che te ne saresti andata»

«E invece sono tornata. Devo dire che sarei rimasta laggiù, se non fosse che una spia qua sull'Olimpo aveva informato Crono che io ero laggiù»

Il silenzio calò su tutto l'Olimpo.

Ares commentò: «Crono è proprio all'antica. Le spie non si usano da secoli. Comunque, te Astrid sai già di chi si tratta?»

«Sì. Zeus»

Tutti trattennero il fiato.

Zeus disse: «Cosa? Io non sono una spia»

«Forse te no, ma lo spirito dentro di te sicuramente si»

Usando la lingua ammaliatrice (sì, avevo anche quella) dissi: «Ogni spirito del campo alzi la mano»

Ci fu un attimo di silenzio, poi Zeus alzò la mano. Gli occhi erano diventati bianchi.

«Chi servi, spirito?» chiesi.

«Crono. Mi ha detto di possederlo appena tornato dal tartaro»

«Tornatene da dove sei venuto e avverti i tuoi simili di non sfiorare nessun dio o semidio»

«Non posso farlo. Gli ordini erano ben precisi» disse Zeus.

Mi tolsi le lenti (me le ero rimesse nel palazzo di Poseidone) e dissi: «Questi sono i nuovi ordini. Vattene e non tornare mai più. Dì a tutti i tuoi simili che non devono neanche provare a venire qui. Ora va»

Una nuvoletta uscì dal dio, che crollò a terra.

-

Apollo gli corse subito accanto, e in un paio di minuti Zeus era di nuovo in piedi, ma sembrava terrorizzato da qualcosa.

«Stai bene?» gli chiese Apollo una volta portato in un tempio vuoto.

«Io...»

La risposta si poteva intuire; per niente.

«Vai tranquillo, Zeus. Gli spiriti non torneranno. Gli ho dato un nuovo ordine»

«Te non sei Crono. Non puoi esserlo, vero?» disse Zeus con un brivido.

«Dubito che si sia fatto un'operazione per diventare una donna» dissi.

Zeus mi guardò terrorizzato e io dissi: «Calmati, stavo scherzando. Non sono Crono, sono un'altra persona»

Apollo commentò: «14 anni lasciano il segno, ma essere posseduti ne lasciano uno più profondo»

Ade mi sussurrò all'orecchio: «Fagli l'elettroshock»

«Guarda che non si riprenderà affatto» gli mormorai a mia volta.

Apollo disse: «Prova»

Con un sospiro andai vicino a Zeus, ancora sdraiato su un letto, e lo legai al sicuro, poi gli misi la mano sul petto.

Zeus non urlò, limitandosi a restare di stucco mentre usavo l'elettroshock su di lui.

Quando finii il dio mi guardò, poi disse: «Mi liberi, sì o no?!»

Ade disse: «Direi che è guarito»

Lo liberai in fretta e Zeus si alzò.

«Grazie. Non ero in me» disse con evidente sforzo.

«Prego. Se mi dai la mano ti do tutti i poteri che avevi prima»

Zeus mi porse la mano e io gli restituii i poteri.

«Bene. Vorrei riprendere il controllo come in passato» dichiarò.

«Prima libera gli altri dei. Se sei il re non ti dovrebbe essere difficili localizzarli e liberarli, giusto?»

Zeus cercò di fulminarmi con lo sguardo, ma avevo ancora i suoi poteri quindi non mi fece niente.

«Sono io che decido. Chi ti credi di essere?»

«Vostra sorella semititana. Non credo sia un caso che io abbia gli occhi d'oro massiccio, ti pare?»

«Te non sei il mio capo»

Poseidone disse: «Aspetta, fratello. Astrid ci vuole aiutare... Ha rischiato la morte per darci il tempo di salvare gli altri e ce l'ha messa tutta per salvare tutti noi. Senza il suo aiuto non saresti qui neanche tu»

«Può collaborare solo se il capo sono io»

Roteai gli occhi e dissi: «Non voglio neanche diventarlo, caro fratello. Voglio solo sbattere Crono nel tartaro un'altra volta»

«Allora andremo d'accordo»

Astrid - La liberazione degli deiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora