«Ci siamo?»
«Direi di sì. Non dimentico così facilmente questo posto»
Eravamo arrivati.
L'Olimpo era stato completamente distrutto; si vedevano solo pezzi di colonne sparse in giro, escludendo le strade ancora intatte.
In giro non c'era anima viva.
«Sei sicura che siano davvero qui? Non vedo niente in giro»
Evocai del fumo del tartaro e lo espansi verso il centro della zona.
Poco prima dello svincolo di una strada il fumo si arrestò.
Tutti rimasero senza parole.
Mi avvicinai e toccai la parete invisibile.
Essa si materializzò all'istante, mostrando un'enorme cupola.
«Da non crederci. Avevi ragione» mormorò Apollo.
«Qualcuno di voi sa come distruggere la cupola? Se lo faccio io poi non vi sarò di alcun aiuto» dissi.
«Tenta comunque. Forse Atena si è già liberata ma non può uscire»
Annuii, pi mi concentrai sulla cupola.
Dovevo trovare il punto debole, e lo localizzai sulla cima.
Mi immaginai la sua rottura, poi misi l'energia nel punto debole e la rilasciai.
Come previsto, la cupola si frantumò in mille pezzi.
Come supposto da Apollo Atena si era già liberata, ma non vidi molto altro, perché persi conoscenza.
-
Come sempre mi risvegliai in infermeria.
Il numero dei feriti era notevolmente diminuito; c'era solo qualche figlio di Ares che non si era ancora ripreso.
Nessun figlio di Atena.
Apollo entrò in quel momento e disse, vedendomi sveglia: «Abbiamo un problema»
Mi misi seduta a fatica e dissi: «Qualcosa non ha funzionato?»
«La cupola si è ricostruita, quindi solo pochi sono riusciti ad uscire»
Ragionai un attimo, poi dissi: «Deve essere incantata apposta per ricostruirsi ogni volta che si distrugge»
«Hai qualche idea?»
Annuii, poi aggiunsi: «Faremo uscire tutti e prenderò anche da voi l'energia in modo da resistere di più»
Atena, che evidentemente era uscita dalla cupola, entrò e disse: «Per sprecare meno le energie potresti convogliare l'energia in modo da distruggere una zona che costituisca una porta. Così l'energia usata sarà minore e potrai resistere di più»
La guardammo esterrefatti, poi dissi: «Giusto. Ottima idea che farò meglio a mettere in pratica»
Uscii in velocità con i due dei al seguito.
Tornai davanti alla cupola e ripetei l'operazione iniziale, ma con una variazione; convogliai l'energia solo per creare una porta.
Come previsto da Atena una zona si ruppe, e l'energia usata non era molta.
Tutte le figlie di Atena uscirono, ma una mancava all'appello.
Annabeth Chase.
-
Percy corse subito a cercarla, e Poseidone e Atena lo seguirono a ruota.
La mia energia stava diminuendo, così vacillai, e la porta si ricostruì per terra.
Ade lo notò e urlò: «Muovetevi! Il varco non durerà in eterno!»
Vacillai ancora e a porta si ricostruì ancora un po'.
Dall'altra parte apparve il gruppo.
Atena uscì ancora e fece uscire una stremata Annabeth, poi toccò a Poseidone.
Vacillai ancora e buona parte della porta si ricostruì.
Cercai di resistere; Percy era ancora dentro, e nel buco rimasto ci passava a malapena.
Il ragazzo iniziò a uscire, ma stavo per cedere.
Ade e Poseidone presero per le braccia il ragazzo e iniziarono a tirarlo.
Finii la magia proprio mentre Percy usciva dal buco.
L'entrata si chiuse e io svenni di nuovo.
-
Stavo possedendo qualcuno.
Sapevo che nel mio vero corpo ero svenuta, ma di tanto in tanto la mia anima andava a farsi un giro ed entrava in dei, titani, giganti e semidei.
In quel momento dovevo essere dentro un dio.
Non avrei saputo dire quale se una voce fin troppo familiare non parlò.
«Figlio mio»
Crono entrò nel mio campo visivo e pregai che non mi vedesse negli occhi di Zeus, il dio che mi stava ospitando.
Zeus non rispose, limitandosi a guardarlo con odio.
Non sapevo com'era messo, ma sospettai che fosse ben più grave di Poseidone o di Ade; lui era con Crono, non con qualche assistente.
Mio padre ci guardò entrambe e disse: «Ancora non ti decidi a morire, eh? Ormai sei anticaglia. I tuoi figli non resisteranno a lungo, e ben presto anche tu li raggiungerai»
«Non posso morire neanche volendolo» ringhiò Zeus.
Evidentemente 14 anni di prigionia lo avevano lasciato indifferente.
«Forse no, ma posso pur sempre distruggerti come ho fatto con Urano» disse Crono con un sorriso.
«Temo tu stia dimenticando i ribelli» sghignazzò il figlio.
«Te non resisterai abbastanza da vederli arrivare, caro figlio. E te Astrid» disse guardandomi negli occhi e facendomi rendere conto che sapeva fossi lì «Mi hai profondmente deluso, ma riconosco che i tuoi poteri stanno aumentando a dismisura. Quando vi avrò in pugno sarai l'unica che potrei risparmiare»
Fu l'ultima cosa che sentii, poi tutto si dissolse.
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Astrid - La liberazione degli dei
FanfictionSono passati 14 anni dalla seconda guerra dei titani. I titani hanno vinto. Anche Gea e tutti i giganti sono risorti. Tutto è pace? No, non lo è. Gli dei e i semidei continuano a ribellarsi, anche se invano. Negli ultimi anni però è nata una nuova s...