Capitolo XXVI

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Non dissi nulla per tutto il viaggio. Mi sentivo sotto shock.

Avevo appena ricevuto tanti di quei poteri da Caos e sentivo il cervello in stady-by.

Mi riscossi solo quando Tartaro disse: «Ti senti bene? Mi sembra che tu sia un po' sovrappensiero»

«Non dovrei?» dissi con una voce che non sembrava mia.

«Si, ma... Oh, facciamo così: sarebbe ora che almeno provi a vedere se funzionano i poteri, no?»

Presi un sasso da terra e pensai a come sarebbe stato avere in mano dell'acqua.

Il sasso, senza preavviso, si trasformò in acqua.

Guardai la mia mano bagnata e dissi: «Direi che funziona»

«Prova a fare qualcos'altro»

Presi una manciata di terra, che si trasformò in fango e, poco dopo, si divise in molecole sparendo dalla mia mano.

«Hai del carbone?»

Tartaro mi diede una sostanza nera e io pensai intensamente a quel che volevo.

Quando riaprii la mano non c'era più il carbone, ma un diamante.

«Direi proprio che funziona. Ci potrei mettere secoli a capire come funziona, ma direi che tentare non nuoce»

All'improvviso Tartaro si irrigidì.

«Che succede?»

«Crono è arrivato e sta sfidando Percy»

Senza pensarci troppo trasformai il territorio in una salita e la trasformai in acqua, poi presi Tartaro e mi lanciai a bomba sullo scivolo ad acqua, diretta a mio padre.

-

Sono certa che rimasero tutti senza parole quando mi videro arrivare su uno scivolo volante che fino a poco prima non c'era insieme a un urlante Tartaro.

Quando atterrammo scoprii che Tartaro ero svenuto poco prima, cosa che mi lasciò senza parole, considerando che era un dio.

Crono mi fissò senza parole e disse: «Ma sei impazzita? Potevi morire!»

«Veramente è stato uno spasso, ma mi pare fuori luogo la tua preoccupazione considerando che anche te volevi uccidermi»

«Come hai creato quello scivolo? Nel tartaro non c'è acqua»

Sorrisi e dissi: «Chissà»

Qualcuno mi tirò contro una freccia, che presi al volo e trasformai in polvere.

Tutti rimasero sbasiti quanto Crono stesso.

Mi sedetti a terra e misi una mano sul terreno, che si trasformò in acqua sotto l'esercito di mio padre.

Tutti caddero con un urlo sorpreso.

Toccai l'acqua e la trasformai in terra; tutti rimasero bloccati.

Senza tanti giri di parole toccai la zona che li aveva imprigionati, rispedendola sul monte Otri.

Tutti gli semidei mi guardarono spaventati e io dissi: «Beh, il piano ha funzionato»

Presi un po' di terra e la trasformaii in acqua facendola cadere sul volto di Tartaro, che si svegliò sfrigolando.

«Ha funzionato. Grazie dell'aiuto» dissi.

«Basta che lo battete»

«Bene. Tutti in tenda! Stiamo per tornare in superficie!»

Tutti rientrarono e, una volta entrata a mia volta, ci teletrasportammo fuori, certi di poter veramente vincere.

Astrid - La liberazione degli deiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora