Appena arrivammo ad accoglierci c'era un grazioso locale in stile hawaiano che si affacciava sul mare.
Era fatto tutto in legno con il tetto ricoperto in finta paglia e l'insegna "sunset" che brillava grazie alle luci neon rosa,e a decorare il tutto c'era anche qualche fiore colorato qua e là.
Man mano che ci avvicinavamo il volume della musica aumenta sempre di più insieme all'odore dell'alcool e di chissà cos'altro.
Ci sedemmo su dei divanetti,anche loro a picco sul mare.
"Rose vuoi venire a prendere qualcosa da bere con me?"
Mi chiese a quel punto Lucas e io accettai.
"Ti vedo strana oggi, tutto apposto?"
Effettivamente da quando ero entrata in macchina non avevo spiaccicato più di due parole e,a quanto pare, l'avevano notato.
A dire il vero neanch'io riuscivo a capire come mi sentissi.
Avevo un vortice di emozioni nel petto che mi stava sgretolando,anche se cercavo di non darlo a vedere.
"Sisi,sono solo un po stanca."
Mentii.
Lo vidi annuire per poi intercettare il barman e chiederli di preparare dei drink.
Io nel frattempo vagai con lo sguardo intorno,il locale mi piaceva davvero tanto.
Ad un certo punto i miei occhi si calamitarono alle tre figure che varcarono la soglia del bar.
Era Blake con i suoi amici.
Ci guardammo per un secondo e la sua reazione fece cadere un pezzetto del mio cuore.
Mi stava ignorando.
Okay,lo so,non eravamo niente noi e molto probabilmente non lo saremo mai stati,ma perché ora si comporta così?
Avevo fatto qualcosa senza accorgermene?
Ho detto qualcosa di sbagliato?
Purtroppo o per fortuna mi affezionavo facilmente a tutti e tutto dando tutto il mio cuore,e inevitabilmente se succedeva qualcosa mi fecavo mille paranoie e pensieri assurdi chiedendomi se avessi fatto qualcosa di sbagliato.
Ogni volta attribuivo me stessa all'errore, e di certo ora non è cambiato nulla.
Mi è difficile staccarmi dalle persone soprattutto quando c'è un legame forte,ma anche misero allo stesso tempo.
Ecco perché in quel momento mi sentivo terribilmente male.
"Tieni Rose,possiamo andare."
Mi disse a quel punto Lucas passandomi due bicchieri contenenti cocktail differenti.
Raggiungemmo gli altri,ma ormai io ero con la testa altrove.
"Rose ci sei?"
Mi chiese Joy sventolandomi una mano davanti alla faccia.
Senza accorgermene mi ero persa con lo sguardo tra la folla.
"Sisi,scusatemi mi stanno chiamando,torno subito."
Inventai la prima scusa che mi venne in mente,volevo prendere un po' d'aria, distante da tutto quel trambusto.
Mi avvicinai alla riva della spiaggia lasciandomi alle spalle il locale.
Ormai il sole era tramontato da un po' lasciando spazio alla luna circondata da mille stelle luminose.
Mi sedetti sulla sabbia e circondai le ginocchia con le braccia.
Le stelle questa sera erano più luminose del solito ma una mi colpì in particolare.
Era la più brillante,distante dalle altre perché non aveva bisogno della luce di nessun'altra stella per saltare subito all'occhio.
Lei brillava di una luce tutta sua.
La sua mancanza la sentivo tutti i giorni,ma in certi momenti ancora di più.
Inevitabilmente mi scese una lacrima sulla guancia che qualcuno prontamente asciugò.
Non avevo sentito arrivare nessuno per quanto fossi presa dai miei pensieri.
Mi girai di scatto e notai la sua grossa spalla muscolosa decorata dal tatuaggio di due ali,quello che presumo,essere un angelo.
Non erano bianche,anzi,erano scure.
E questo confermava sempre di più il paragone che facevo tra lui e un angelo oscuro.
Si sedette vicino a me mimando la posizione in cui mi ero seduta.
Mi irrigidii subito.
Lui si portò le ciocche bionde mosse che li ricadevano sulla fronte, all'indietro con un gesto leggero della mano.
"Ti manca?"
La sua voce profonda mi fece rabbrividire.
Guardava anche lui il cielo e si mosse solo per poggiare i palmi dietro e distendersi leggermente.
Non sentendomi rispondere si girò ad osservarmi.
Non ebbi il coraggio di farlo anch'io.
Quando i ricordi prendevano a farsi strada dentro di me era la mia fine:
le lacrime iniziavano a farsi largo sulle mie guance,insieme ai singhiozzi.
Sperai solamente che non accadesse anche adesso,non volevo farmi vedere così da nessuno.
"Perché devono andarsene sempre le persone a cui ti affezioni di più?"
Riuscii a dire solo quella frase prima di bloccare un singhiozzo che stava per risalire dalla mia gola.
Mi ditesi sulla sabbia e in tutta risposta lo fece anche lui.
"Quale sarebbe la sfida allora principessa?"
Mi girai verso di lui e lo guardai accigliata.
Osservai il suo profilo perfetto mentre apriva le sue labbra carnose e rosee per sussurrare un'altra frase.
"La vita ci mette a dura prova,togliendoci dalle mani tutto quello che abbiamo di più caro.
Tu devi solo lottare, perché la vita è crudele Rose."
A quel punto si girò verso di me,catturando i miei occhi tra i suo diamanti.
"Non ho il coraggio di andare avanti da sola."
Confessai in un momento preso dalla nostalgia.
"Il coraggio è una cazzata,bisogna solo saper guardare avanti."
"Per farlo c'è bisogno del coraggio."
Si alzò e tastò i suoi pantaloni della tuta per prendere un pacchetto di sigarette.
Io nel frattempo mi sedetti nuovamente come prima,circondandomi le ginocchia.
"Bisogna solo trovare la persona che ti aiuti a farlo."
Accese la sua sigaretta e prese una lunga boccata da essa prima di dire un'ultima frase.
"Ma per te io non sono quella giusta."
Mi alzai anch'io.
Odiavo quando faceva così.
Prima mi colpiva con i suoi discorsi profondi,che inspiegabilmente ogni volta sembravano fatti apposta per me e poi se ne andava così.
Lo vidi darmi le spalle per poi sparire tra la folla.
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One hundred roses
عاطفيةRose una ragazza di diciassette anni,si è appena trasferita a Miami,lei è la solita brava ragazza, moooolto timida con un passato molto crudele alla spalle.Per casualità si imbatte nel cattivo ragazzo di turno della scuola. Ma qualcosa lega i due in...