Non credevo ai miei occhi,era tutto troppo impossibile per essere vero,era bello.
Quella era veramente la mia aula d'inglese? No Non c'era nessuno se non Clara.
"Hey" buttai
"Ciao Thomas" sorrise
"Non chiamarmi così,lo sai." dissi facendo il broncio.
"Come vuoi Calum" ghignò.
"Ma sono io che ho sbagliato aula o?"
"Dipende da che lezione avevi,se hai inglese è giusto"
"Si proprio inglese,ma perchè ci sei solo tu?"
"Tranquillo gli altri ci sono ma sono all'aperto a fare quelle fottute olimpiadi di inglese con la professoressa di ginnastica."
"Ah e tu non ci vuoi andare?"
"No non mi piacciono e poi vincono sempre gli stessi,una noia."
"Ma stamattina dove sei andata?"
Mi guardò incerta,come se non avesse capito,poi sospirò "Ritardo"
Ora ero io a non capire,o era lei che proprio non aveva voglia di parlare.
"Ah capito." si vedeva in realtà che qualcosa non andava,andiamo di solito era più felice. "Cosa intendi fare in quest'ora?" chiesi un po' perplesso.
"Mi preparo psicologicamente alla mia lezione preferita"
"Sarebbe?"
"Filosofia,oggi trattiamo l'argomento morte" sorrise. Che bello quel sorriso che buttava così all'improvviso quando parlava di qualcosa che le piaceva. Certo,era un po' così il gusto per la morte,ma che ci potevo fare.
"Che è ti sei bloccato? Tu dopo che hai?" mi chiese di botto.
"Non lo so,non si capisce niente dal mio orario,è piuttosto confuso e illeggibile" dissi mentre mi frugavo le tasche per mostrarle l'orario.
"Se me lo permetti ti scrivo il numero e i piani della classe"
"Oh si certo"
E subito la vidi con una bic blu pronta a scrivere. Rimase qualche istante a pensare,forse nemmeno a lei era tanto chiara la postazione di ogni singola aula,ma considerando che io ero appena arrivato e lei faceva il secondo o terzo anno.
Dopo quindici minuti,circa,mi guardò dritta negli occhi e esitò qualche istante ad aprire bocca.
"Ti annuncio che siamo allo stesso corso di lingue,filosofia,matematica e storia dell'arte"
Sorrisi appena "Mi fa piacere"
"Anche a me"
Passammo tutta l'ora in silenzio,per alcuni istanti veniva interrotto da sospiri o canticchi. Gli ultimi istanti prima del suono della campana sono stati forse i più carini da quando la conosco.
Stava canticchiando un pezzo dei Green Day e di punto in bianco l'accompagnai. Non so se faceva piacere o si era intimidita. Mi fissó "Peró non canti niente male"
"Nemmeno tu" dissi proprio col suono della campana.