Quel volto lo conoscevo,ma non ricordavo dove avessi incrociato quel ragazzo. Certamente non era tempo di pensare a dove avevo potuto aver visto quel ragazzo,non era proprio il momento e il luogo adatto,intanto lo conoscevo e se anche non fosse non m'importava stava per ricevere un'altro calcio che di certo gli avrebbe fatto perdere i senti. Così armata di coraggio, poggio il mio zaino da una parte e comincio ad urlare,mi fiondo addosso al tipo che stava picchiando quel ragazzo ma vengo respinta,mi urla in faccia qualcosa ma non riesco a decifrarlo. Tutti in coro dicono "Avanti Carlo,falli fuori,fagli male."
La seconda parte era per me o per quel povero ragazzo?
"Caro amico mio siamo giunti alla fine." dice e comincia a serrare le mani con un ghigno stampato in faccia soddisfatto sul da farsi. Mi avvicino e comincio a spintonarlo,stavo cercando di dare tempo al ragazzo di riprendersi,ma niente, ho pregato di smetterla più e più volte ma era come se stessi parlando al contrario. "Basta ti prego,hai dato già abbastanza,è steso,tornatene a casa." gli urlo in faccia. Forse non avrei dovuto perchè comincia a ridere e allunga un po' troppo le mani. Mi saranno partite tante manate,calci e schiaffi che pensavo lo stendessero..ma andiamo dove voglio andare? Una ramollita contro un ragazzone alto tre volte in più di me.
E' assurdo in che guaio mi sono messa,continuo con gli spintoni e cerco di urlare al ragazzo steso per terra di reagire e richiamarlo. "Ehy dattela a gambe io ce la faccio,per l'amor di dio alza e vai via"
Forse mi sente,stava peggiorando,dopo tutti quei colpi il sangue lo perdeva anche dal labbro e penso avesse qualcosa di più grosso,al mio urlo spalanca gli occhi,spintono tre metri di massacratore e mi fiondo accanto al povero ragazzo; cerco di farlo alzare e per fortuna lo convinco ad andare via,incapace di concentrarmi sul ragazzo che stava dietro di me. Ero incapace di realizzare quello che poteva fare con me. Scaraventarmi a terra o farmi chissà che cosa. Non avevo mica tutto i torti,si punta dietro di me,prima mi spinge,poi comincia a tirare calci a raffica.
Me lo sono meritata,avrei dovuto passare avanti e non mettermi in mezzo. Almeno la buona azione l'ho fatta,adesso resta a me reagire. Non so con quale forza ma mi alzo e rimango lì impalata.
Stringe un pugno,mi tengo pronta e lo blocco con entrambe le mie mani,gli stringo la mano e con una dolce pacca sulla spalla gli dico "Ho trovato molto scorrettola tua mancanza di rispetto in quel ragazzo e soprattutto ora che ti ritrovi a picchiare una ragazza come me,grazie per questo passatempo." Poco prima di finire mi allontano per prendere lo zaino e me ne vado.
Cammino abbastanza male,mi fa piuttosto male una costola e sono alquanto preoccupata quel ragazzo anche perchè il pensiero che lo conoscessi mi tormenta. Mi dirigo alla fermata per tornare subito a casa e riposarmi. Poco prima di attraversare,in un vicolo stretto sento dei singhiozzi e un leggero lamento,il semaforo ancora rosso e la mia curiosità abbastanza imponente. Affaccio lo sguardo e mi ritrovo quel ragazzo che minuti prima avevo tolto dalla merda. Era messo piuttosto male,ma non sapevo chi fosse e che avesse fatto per meritarsi tutto quel male. Mi avvicinai a lui e cominció a balbettare ma proprio non riuscivo a capire che dicesse. "Sss- g- ee-" disse.
"Oh no,non sforzarti a parlare,peggiori solo le condizioni del tuo labbro" dissi dolcemente. Aveva proprio degli occhi penetranti,quasi ti mandavano le farfalle nello stomaco. Non sapevo come comportarmi. Avevo un ragazzo dagli occhi penetranti che perdeva sangue da tutte le parti che continuava a fissarmi e a ridere e dall'altra parte c'ero io imbarazzatissima senza sapere dove mettere le mani.
Casa mia era troppo lontana e non avevo soldi per poter comprare garze e altre robe.
Chinai il capo verso il ragazzo,avvicinai la mia bocca al suo orecchio e dolcemente gli sussurrai "Ehy abiti molto lontano da qui?" tossì non appena io finì di parlare,non riusciva a emettere parola con quel sangue che perdeva,scosse il capo e allora continuai "Adesso ti alzo,ti accompagno a casa e se accetti il mio aiuto ti posso mettere a posto." a quelle parole sorrise e mi permise di alzarlo.
---Dopo una decina di minuti avevamo forse girato tutti i vicoli ciechi possibili,fino a quando non mi ha fermato davanti ad una casa davvero graziosa,tutta gialla con delle tegole color tramonto ai lati. Di sicuro era casa sua. Beh come non detto,ero così incantata a guardare le mura della casa che il ragazzo era giá dentro casa sua e mi faceva cenno di entrare. Una volta messo piede dentro casa non sapevo che fare,come muovermi, avevo bisogno di garze e disinfettante,cosa che intravidi nella cassetta del pronto soccorso all'ingesso. Nonostante la casa fosse in un vicolo cieco era ben illuminata e soprattutto silenziosa. Presi garze,disinfettante e un po' di cotone. Invitai il ragazzo a sedersi nel divano e così fece.
"Urla se ti faccio male" ridacchiai. Cominciai dal labbro,gli avrebbe fatto male,lo ammetto,ma era necessario soffrire per rimetterlo in sesto. Era spaccato e dove aveva smesso di perdere sangue iniziava a prendere un colorito violaceo. Controllai nella cassetta del pronto soccorso se c'erano dei piccoli cerotti da applicare ai tagli nel labbro,per fortuna cen'erano due coppie e con cautela gliene applicai due in mezzo e i rispettivi due ai lati ciascuno. (spero di aver reso l'idea lol). Il labbro era apposto ora. Con delicatezza sfiorai quegli zigomi graffiati con un batuffolo di cotone e disinfettante fino a quando non cominciò a ridere senza sosta. "Ti prego così mi fai il solletico smettila" e riprese a ridere.
"Soffri il solletico per così poco? Andiamo dai" risi. "Ma io non so ancora il tuo nome.."
"Ora che ho il labbro apposto e riesco a parlare.." afferrò le mie mani posandole sul suo petto "ho apprezzato molto il tuo coraggio,e quindi grazie." sorrise per poi riprendere "E io sono Ashton ma puoi chiamarmi anche Ash,e tu?" mi chiese. "L'ho fatto col cuore,puoi stare tranquillo. Io sono Clara." dissi un po' così. Cominciavo a sentirmi a disagio,non sapevo che dire,che rispondere,e soprattutto dove guardare. Ero a casa di un ragazzo di cui fino a cinque minuti fa non sapevo nemmeno il nome e che ho portato via da una rissa assurda. "Scusa la domanda,ma che ore sono?" chiesi un po' intimidita.
Tirò fuori dalla tasca del giubotto il suo telefono "Sono le 16:23" sorrise.
"Grazie mille,ora penso propio che debba andare,è stato un piacere." sorrisi e presi il mio zaino.
"Già? Almeno permettimi di portarti a casa" disse con sicurezza.
No aspettate,mi viene da ridere,tutti mi devono chiedere passaggi? E che sono.
"Apprezzo davvero tanto,ma preferisco prendere il pullman,e poi devi riposarti" risposi.
"Guarda che qua non ci sono fermate del pullman vicine,e l'orario è abbastanza scomodo."
"Vuol dire che andrò a prendermi qualcosa da bere e andrò alla fermata" risi.
"Almeno consentimi di accompagnarti alla fermata." replicò.
"A patto che al ritorno non ti spiaccichino a terra." ironizzai.
"Nono tranquilla,per come tornerò nessuno mi ferma."
Ci alzammo entrambi contemporaneamente dal divano, mi aprì la porta e lui uscì dopo di me. Buttai qualche passo verso a sinistra e sentii una serranda alzarsi,non feci caso,ma Ashton non era nè affianco a me e nè dietro. Sentì una serranda abbassarsi nuovamente e fui tanto presa dalla curiosità che non esitai nemmeno un'attimo a girarmi. Ashton e una moto da cross. Rossa blu e bianca. Quella moto rossa,blu e bianca che quella maledetta sera si era fermata a darmi quell'invito.
Non riuscivo a trattenermi che gli chiesi "E' tua?"
"Si proprio mia." sorrise "Ti va di fare un giro o devi proprio andare?"
"Dipende da dove mi porteresti" dissi seria.
"Tu sali e fidati di me." e col braccio mi fece segno di andare.
"Casco e guanti prego,guido io." risi.
"Ci ho quasi creduto ahahaha su sali, sei capace?"
"Che simpatico,su metti in moto."
---
Ashton era davvero bravo a guidare la moto, veloce e spericolato al punto giusto. Però stavo ripensando a quando vidi la sua faccia a terra con quel ragazzo che lo picchiava. Avevo pensato di conoscerlo,ma dal nome non mi dice niente,ma la faccia si,i capelli più della faccia. Eppure in quest'ultimo periodo non avevo conosciuto nessun ragazzo, eppure lui lo avevo visto qualche volta. Rimarrà un mistero visto che da quanto ho fissato l'asfalto non mi sono accorta che siamo in piena campagna e la moto si sta fermando.
Non posso credere che sono tornata nel posto in cui ero questa mattina. Il circuito da cross.
"Che ci facciamo qui?" gli chiesi preoccupata.
"Io passo un po' del mio tempo con gli amici qua in questo circuito,perchè ti scoccia?
"No,affatto." sorrisi
"Ti dispiace se vado al bagno un'attimo?"
"Nono tranquilla,sono affianco agli spogliatoi vecchi laggiù" disse dolcemente.
Mi diressi velocemente,non potevo farmi vedere durante lo stesso giorno da quei tipi. Avevo una sola possibilità: trovare l'attrezzatura come stamattina e cercare di non entrare nell'occhio. C'erano due armadietti aperti e stranamente pieni. Un casco e due guanti in uno e tuta e stivali nell'altro. In fretta e furia idossai tutto e uscii dagli spogliatoi senza fare troppi rumori. Sarà alquanto divertente.
Quando arrivo in pista ci sono tre ragazzi già col casco pronti a salire e poi c'è Ashton che invece di mettersi il casco ride come quando gli faceva solletico il batuffolo di cotone a casa sua. Quando mi vedono mi accolgono e mi indicano la moto. Fa abbastanza chiasso e non rischio ad aprir bocca.
"A dieci secondi si parte,il circuito è tutto nostro." Dice Ashton.