Capitolo 3

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Grace



Il potere soffre di ogni male, riversandolo

con il suo ego su tutto ciò che tocca.

Marco Trevisan





Ero sempre stata una persona molto curiosa, fin da bambina, non mi accontentavo mai di una risposta secca, volevo sempre sapere cosa ci fosse dietro; quando guardavo un film, mi incuriosiva sempre sapere come fosse stata ideata una scena, come fosse stata poi realizzata, soprattutto se si trattava di fantascienza ed effetti speciali; 

un'altra cosa che mi aveva sempre incuriosito erano i sogni, da bambina ne ero estasiata, amavo dormire soprattutto per quello, perchè una volta che arrivavano i bei sogni, tutto era più seplice, più rosa, ma con il passare del tempo i sogni erano diventati incubi, che infestavano ogni notte i miei pensieri, quelle rare volte in cui riuscivo a dormire davvero e quando ciò accadeva, mi mettevo subito in allerte e la cosa peggiore era che determinavano l'andamento della mia giornata, insomma mi facevo parecchio influenzare, soprattutto da bambina, anche se crescendo, la cosa, non era poi molto cambiata.

Si perchè se da bambina i miei incubi sui mostri sotto il letto si alternavano a bellissimi sogni, da grande quelle poche notti che riuscivo a chiudere occhio e a dormire così profondamente da poter sognare qualcosa, la mia coscienza e il mio subconscio continuavano a ripetermi che tutto era andato in pezzi, sgretolandosi un pezzettino dopo l'altro e a me, non era rimasto altro che un corpo incatenato vuoto e perso.

Finii di impilare l'ultimo pacackes, per poi sistemare i piatti sul tavolo e coprirli, lasciando tutto pronto per quando le ragazze si sarebbero svegliate; era sabato e non avrebbero avuto lezione, così decisi che avrei preparato una buona colazione, anche se in realtà lo avevo fatto soprattutto per tenermi impegnata...

da dopo la prova non ero ancora tornata ad Ann Arbor e sospettavo che l'avrei fatto solo per recuperare la mia roba, per poi cercare di evitarlo come la peste.

Quel sabato mattina avrei dovuto firmare il mio contratto, da quel momento la mia vita sarebbe cambiata, mi sarei trasferita a Chicago, avrei cambiato casa, città, mi sarei lasciata alle spalle quella vecchia casa, che non poteva essere definita così, mi sarei lasciata alle spalle quella città, ma non i ricordi, non il mio passato, perchè sarebbero venuti tutti con me, mi avrebbero seguito sempre e comunque in qualunque posto fossi andata e neanche se fossi andata a vivere in cielo o sulla luna, mi sarei liberata di loro.

Mi precipitai in bagno e mi buttai sotto il getto dell'acqua calda; mi sentivo particolarmente tesa, nonostante avessi già superato la prova, continuavo a sentire quella sensazione di tensione, avevo i muscoli intorpiditi e un senso di freddo nelle ossa che non ne voleva sapere di scemare, neanche aiutato dall'acqua calda. Mi strofinai tutto il corpo, cercando anche di alleviare la tensione sui muscoli; una volta terminato di lavare anche i capelli, uscii dalla doccia, sentendo subito un inconfondibile profumo di muschio nell'aria, dovuto al bagnoschiuma, io e il muschio eravamo una cosa sola, da quando lo avevo scoperto era diventato il mio preferito.

Mi asciugai il corpo, indossai un jeans a vita alta e una semplice maglietta nera con lo scollo a v, non molto pesante; ai piedi indossai delle semplici converse nere, dopodichè mi dedicai ai capelli, che dopo aver asciugato legai in una coda ordinata, evitando di usare il gel, dal momento che li avevo appena lavati. Feci una bella skincare, applicai un po' di correttore sotto le occhiaie, evitai di usare fondotinta lasciando che le mie lentiggini si vedessero, applicai un bel po' di mascara e un po' di burro cacao sulle labbra; una volta pronta mi appoggiai con le mani al lavabo e osservai il mio riflesso allo specchio.

Skyfall: Secrets and LiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora