Capitolo 13

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Grace


Non provare pietà per i morti, Harry. 

Prova pietà per i vivi e soprattutto per coloro che vivono senza amore.

Albus Silente




Ci avevo provato, ci avevo provato con tutta me stessa...avrei tanto voluto sfogarmi con lei o con Mary, raccontare a Dayane che in realtà in parte capivo il comportamento di suo figlio, che forse comprendevo il suo dolore e quello di tutta la famiglia meglio di chiunque altro e che lui come me aveva deciso di costruirsi intorno la corazza più forte e resistente del mondo capace di distruggersi solo da sola...ma non ci ero riuscita, perchè i miei ricordi, il mio passato...sarebbero stati degli incubi costanti, che non avrei mai vissuto solo la notte, ma che avrei visto sempre come delle grandi ombre introno al mondo, intorno a tutto ciò che mi circondasse...non c'ero riuscita perchè il solo pensiero di permettere a qualcuno di vedere cosa si celasse dietro la mia corazza mi aveva fatto provare quell'emozione che non provavo da anni...paura...

Un lamento femminile rischiò di farmi strozzare con i cereali, oltre a farmi tornare bruscamente alla realtà; guardai Mary, che in quel momento guardava me allo stesso modo

<<cazzo, ma sono solo le 8 di mattina>> Mary scosse la testa rassegnata, cosa che prevedevo avrei dovuto far anche io, visto che quella situazione andava avanti  ormai da due giorni, praticamente dal compleanno della Signora Silbergh

<<secondo te è la stessa che ci ha salutate ieri sera>>

<<non credo, quella non sembrava avere una voce così squillante>> risi sotto i baffi; erano due giorni che entravano e uscivano donne dalla casa, praticamente salivano al piano di sopra e sparivano, per poi ululare come dei lupi mannari durante la luna piena

<<basta che non vengano tutte a salutarci>>

Dopo qualche minuto di urla, gemiti ed ululati femminili, una bionda ossigenata con perizoma e reggiseno entrò in cucina...coprirsi no vero...d'altra parte con il fisico che si ritrovava avrebbe potuto passeggiare anche nuda; non era la ragazza che ci aveva salutato la sera precedente e, a differenza sua, non ci degnò di uno sguardo nè di parola, semplicemente aprì il frigo e prese uno yogurt, recuperò un cucchiaino dallo scolapiatti e con tutto il menefreghismo di questo mondo si sedette sul bancone della cucina, iniziando a mangiare come se non ci fosse nessuno e come se quella fosse casa sua; alternai lo sguardo tra lei e Mary, quest'ultima mi guardava ancora più scioccata di quanto fossi io.

Parliamoci chiaro, non ero una puritana, usavo il sesso come valvola di sfogo e se fatto con l'uomo giusto mi piaceva anche parecchio, non mi spaventava la trasgressione o qualsiasi altra cosa, ma...quella donna aveva appena fatto sesso alle 8 di mattina, miagolato come una gatta in calore, aveva poggiato il culo su un uomo e sicuramente non si era ancora lavata le mani, figuriamoci quello...e si era appena seduta a mangiare uno yogurt toccando il mondo con quelle mani e poggiando il culo sul bancone della cucina, nella quale cucinavo e che io stessa tenevo pulita...la giornata era già iniziata una merda e se non dormire da una settimana non era già abbastanza, adesso ci mancava solo dover sopportare delle oche ululanti durante tutto il giorno

<<Grace>> mi richiamò Mary, probabilmente consapevole di ciò che avrei fatto, ma ovviamente non diedi ascolto

<<scusa cara, ma...a casa tua non ti hanno insegnato le buone maniere>> la bionda posò il cucchiaio guardandomi scioccata

Skyfall: Secrets and LiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora