Capitolo 22

24 1 0
                                    

Grace


In media un cuore sano batte 115 mila volte al giorno. 

Se ci eccitiamo, la frequenza cardiaca può anche raddoppiare. 

Il cuore pompa 7500 litri di sangue nel nostro corpo, 24 ore al giorno, 

non riposa mai.

Grey's Anatomy




Il respiro...

tutto ciò che conta alla fine è quello...respirare...un'azione così meccanica e spontanea del nostro corpo da risultare semplice a gli occhi del mondo, ma che in realtà, è la più difficile di tutte.

Immettere ossigeno, esalare anidride carbonica, inspirare con il naso, espirare con la bocca, permettere a vene e arterie di compiere piccola e grande circolazione, permettere alle nostre cellule di incamerare ossigeno, affinchè esso, in combustione con il glucosio, liberi energia necessaria al nostro corpo per il suo sostentamento.

La respirazione è un processo molto più complicato di quello che sembra, ed è alla fine il più importante, ciò che permette al nostro cuore di battere e viceversa, ciò che fa sopravvivere le nostre cellule, il nostro cervello, il nostro intero organismo...è da questo processo che dipende tutto, perchè, anche se assumessi la posizione perfetta e avessi una mira infallibile, un respiro sbagliato poteva essere in grado di mandare tutto a puttane.

Le cuffie sulla testa mi impedivano di sentire ciò che mi circondava e mi avrebbero protetto dal rumore dello sparo, avrei dovuto tenere una corretta posizione, come sempre, braccia ben tese, pistola nella mano dominante, l'altra al di sotto del manico, dito sul grilletto, occhio sul bersaglio e...respiro regolare, preciso...inspira ed espira, il cuore emette 80 battiti al minuto precisi, non uno di più nè uno di meno e nel momento più opportuno...

spari...



Il mio respiro in quel momento era tutto fuorchè regolare, il cuore non emetteva 80 battiti al minuto, ma da quello che il mio orecchio mi suggeriva, ne emetteva molti di più, lo sentivo martellare nel timpano ed era risalito così tanto da finirmi in gola...probabilmente il mio cuore mi avrebbe soffocata...ero così abituata a sentire quel rumore, qualcosa che aveva imparato a calmarmi e allo stesso tempo a sfogare tutto, oltre che a darmi un senso di strana onnipotenza.

Avevo sentito quel rumore ogni volta che andavo da Roland, il proprietario del poligono di Ann Arbor, mi aveva insegnato un paio di cose, come ad esempio distinguere i vari spari, ma in quel momento non seppi decifrare nulla, l'unica cosa che sapevo era che proveniva dall'esterno della casa e che era stata una pistola a sparare.

Lo avevo sentito forte e chiaro, anzi, li avevo sentiti, erano esplosi due colpi di seguito, non c'era stata pausa, non c'erano stati ripensamenti da parte della persona che li aveva esplosi...lui era lì fuori, avrei potuto trovare lui con una pistola in mano, ma...la sua immagine mi si materializzò davanti, lo vidi disteso con la camicia bagnata di sangue...il mio incubo...

provai con tutta me stessa a muovermi, ma mi ritrovai come paralizzata, non riuscii ad urlare, a parlare, a muovermi e nemmeno a respirare...mi sentivo come intrappolata nell'ennesimo incubo, ma io non stavo dormendo, ero fin troppo sveglia da percepire tutto ciò che mi stava circondando.

Skyfall: Secrets and LiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora