Grace
I luoghi più caldi dell'inferno
sono riservati a coloro
che in tempi di grande crisi morale
si mantengono neutrali
Dante Alighieri
Sentivo le mani appiccicose, a causa del sudore, il caldo sembrava opprimermi, quasi fosse in grado di soffocarmi, la gamba destra continuava a tremare involontariamente, mentre me ne stavo seduta su una comodissima poltrona, che probabilmente avrebbe dovuto rassicurarmi, in quanto confortante, ma che in realtà, aumentava la mia sensazione di oppressione, così come tutto quello che c'era in quella casa.
<<Se non la smetti di muovere la gamba in quel modo, ti verranno i crampi>> mi voltai verso quella voce armoniosa e familiare, quella chioma color carota, uguale alla mia, la sua frangetta spettinata, gli occhi verdi;
<<non posso smettere, lo sai che quando sono stressata devo potermi muovere>> risposi; era così praticamente da sempre, forse per via del fatto che ero sempre stata iperattiva, quando ero ansiosa o stressata, non riuscivo mai a starmene immobile, dovevo sempre muovermi in qualche modo, altrimenti sarei impazzita, più di quanto lo ero già.
La mia migliore amica scosse ripetutamente la testa <<non è stress, è ansia, con un pizzico di panico e una spruzzata di agitazione>> la guardai a sottecchi <<ok scusa, tengo per me le mie considerazioni da studiosa, secchiona>> Arya, era la mia migliore amica, la mia complice, mia sorella, ci conoscevamo praticamente da una vita, da quando ancora imparavamo ad andare in bici senza rotelle...con scarsi risultati...aggiungerei, studiava psicologia all'Illinois Institute of Technology di Chicago e a scuola era sempre stata più brava di me;
<<terra chiama Grace>> alzai lo sguardo verso di lei, mi rivolse uno dei suoi sorrisi a trentadue denti, quasi a volermi rassicurare<<pensa positivo, pensa che se va come deve andare, verrai a vivere a Chicago, vivremo di nuovo nella stessa città, questo vuol dire niente più viaggi nei fine settimana, pochi face-time e tante serate insieme>> magari andasse cosi...pensai, era la cosa che più desideravo, poter tornare a vedere la mia amica in maniera frequente, saperla nella mia stessa città, ma allo stesso tempo ero terrorizzata, ero stata a Chicago pochissime volte, mi aveva sempre affascinato, ma doverci vivere...beh, quella si che era una cosa per cui essere terrorizzati, anche se, forse la possibilità di fallire era ciò che mi spaventava di più, se non ci fossi riuscita cosa sarebbe successo...sarei tornata a fare la cameriera ad Ann Arbor, racimolando un po' di mance, solo perchè la gonna nera mi faceva un bel culo...avrei continuato a vivere in un appartamento in cui mangiavo e dormivo nello stesso posto e avrei continuato a vivere in quella città dalla quale desideravo disperatamente scappare...quella era la mia occasione, era una sorta di rivincita, era il primo passo per portare a termine la mia promessa e avrei fatto di tutto per far sì che non fosse sprecata.
Ritornai a guardarmi intorno, la comodissima poltrona blu notte, non era niente, paragonata al lusso di quel soggiorno, i pavimenti bianchi rilucevano sotto la luce degli enormi lampadari color bronzo, che scendevano impetuosi nella stanza, poltrone e divani erano tutti blu e davano l'impressione di essere molto comodi, il resto dei mobili era su delle tonalità di legno molto particolari e, a giudicare dal modo in cui erano fatti e intagliati, dedussi che fossero stati fatti apposta per i padroni di casa.
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Skyfall: Secrets and Lies
RomansaVivere o morire... Quando perdi tutto la prima domanda che ti poni è questa...vivere o morire? Senza sapere che in realtà c'è una scelta ancora peggiore...sopravvivere. Grace ha 22 anni e sopravvive già da un po', abbandonata nel suo inferno persona...