Ricordi

155 5 4
                                    

Era una bella mattina di Maggio e la nostra eroina stava seduta sotto un albero di ciliegio in fiore. Mentre leggeva il suo romanzo preferito, Bulma, non si accorgeva del tempo che passava.
"Ah, che bella giornata! Caspita, il sole è abbastanza forte. Avrei dovuto mettere la crema solare. Beh, non importa, tra poco tornerò a casa."
"Ehi, mamma!"
Bulma udì una vocina arrivare dietro le sue spalle. Era sua figlia, Bra.
"Dimmi tesoro."
"Che stai facendo?"
La piccola aveva quasi nove anni ed era la sua esatta copia.
"Sto leggendo un libro, siediti qui accanto a me." La invitó Bulma. La bambina si sedette al suo fianco.
"Raccontami come vi siete innamorati tu e il papà." Disse improvvisamente Bra.
"Oh, tesoro, lo ricordo come se fosse successo ieri. All'inizio non è stato semplice, sai? Lui è un uomo molto orgoglioso e ha dovuto combattere con se stesso prima di accettare che provasse qualcosa per me."
Bulma con la mente iniziò allora a ripercorrere un periodo della sua vita di tanti anni prima. Raccontando alla piccola ogni cosa.
"Dunque, da dove posso cominciare..vediamo.."
La bella ragazza dai capelli turchini iniziò a pensare al passato. Tutto ebbe inizio in una giornata simile, era Maggio anche allora e si prospettava un bel pomeriggio in compagnia del suo ragazzo di un tempo, Yamcha.
"Cosa ti va di fare stasera?" Le chiese Yamcha, mentre entrambe erano sdraiati su delle sdraio a prendere il sole.
"Mi piacerebbe andare al cinema, tu che dici?"
"Per me si può fare. Che film avevi in mente?"
"Potremmo vedere quel film romantico con un bel lieto fine, che dici?"
Rispose Bulma con gli occhi a cuoricino.
"La solita romantica. Nah, non fanno per me questo tipo di film, sono più un tipo da azione io!"
D'un tratto sentirono un boato provenire dal retro della casa e si precipitarono a vedere cosa fosse accaduto.
"Che sta succedendo?" Chiese Yamcha, allarmato. Videro molto fumo e non appena la polvere e il fumo si propagarono, videro una navicella.
"No, non è possibile!" Disse Yamcha .
Il portellone si aprì e dalla navicella uscì una persona che conoscevano bene.
"Ve Vegeta!?"
Disse Bulma, sorpresa quanto Yamcha di vederlo.
"Dov'è Kaaroth? È tornato sulla terra?"
Chiese il principe dei Sayan.
"Che ci fai tu qui? Non sei gradito!"
Disse allora Yamcha, furioso.
"Qui le domande le faccio io, sporco terrestre."
Rispose Vegeta e li guardó con disprezzo.
"Come? Pensavo lo avessi già trovato!"
Disse Yamcha. Il giovane fece un salto e atterrò sul prato, guardandosi attorno.
Fu allora che a Bulma venne in mente un idea malsana.
"Ehi, tu. Perché non ti fermi qui ad aspettarlo? Ti ospito a casa mia se vuoi "
Disse la ragazza.
"Ma Bulma! Sei impazzita per caso? Vuoi dare asilo politico ad un assassino? Ti sei dimenticata che è stato lui a farmi fuori?"
Chiese Yamcha, prendendosela con la ragazza.
"Lo so, Yamcha. Non me lo sono dimenticata, ma Vegeta non ha un posto dove andare, sarebbe costretto a vagare sulla terra per chissà quanto tempo!"
"Beh, è un porblema suo, per quanto mi riguarda "
Vegeta nel frattempo, aveva sentito tutto e si mise a pensare alla proposta di Bulma.
"In fin dei conti cos'ho da perderci? Se mi stabilissi qui potrei continuare ad allenarmi. In fondo, suo padre è una specie di genio in grado di creare un sacco di cose. Cose che potrebbero tornarmi utili come una stanza gravitazionale. D'accordo, accetto." Pensò tra sé e poi disse: "D'accordo, donna. Accetto la tua proposta. Sia chiaro però, che non voglio nessuno tra i piedi."
Disse.
"Ma come si permette?" Si infuriò Yamcha.
"Su, su Yamcha. Lascialo perdere." Disse Bulma al compagno e poi pensò tra sé:
"Spero di aver fatto bene."
La ragazza non sapeva che da lì in poi la sua vita sarebbe cambiata.

Una storia complicataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora