Yamcha contro Trunks

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Passò un altro giorno e arrivò il momento di salutare Goku un'altra volta. Le ventiquattro ore erano passate e per il Sayan era giunto il momento di tornare nell'aldilà. Dopo che se ne fu andato, Bulma si fece prendere dallo sconforto.
"Il tempo è veramente volato, ormai mi ero abituata ad avere di nuovo Goku tra noi, uffa."
Disse Bulma a Yamcha, che le sedeva a fianco in una delle grandi stanze del Palazzo del Supremo.
"Eh, già, è proprio volato. A proposito di abitudini.."
Disse Yamcha, facendosi serio.
"Ora che sei di nuovo sola, ce la farai ad abituarti di nuovo?"
Bulma guardò Yamcha negli occhi, dapprima con determinazione, ma poi si fece prendere dalla tristezza.
"Non lo so, Yamcha..Vegeta se ne è andato da poco e già mi manca come non mai."
Disse e Yamcha si accorse che la ragazza stava per mettersi a piangere.
Le lacrime di Bulma le scesero rigandole le guance. Il solo pensiero che il suo amato Vegeta non ci fosse più le causava un dolore insopportabile. In quei giorni aveva cercato di nasconderlo e di essere forte per suo figlio, che si trovava anche lui al Palazzo, ma sentiva che stava per cedere.
"Bulma, ascoltami. So di avertelo già detto in passato, ma credo che tu ora più che mai abbia bisogno di qualcuno che ti aiuti."
Disse Yamcha, guardandola dritto negli occhi e poi continuò:
"Io non sono come Vegeta che pensa sempre e solo a combattere e superare i propri limiti. Sono molto cambiato e cresciuto e penso di essere io colui che ti possa aiutare! Sono pronto a stare al tuo fianco, senza abbandonarti mai."
Yamcha prese coraggio e decise di dichiararsi, ora era giunto il suo momento.
"Bulma, perché non ci riproviamo? So che il dolore per la perdita di tuo marito è ancora molto forte e lo capisco, ma hai anche un figlio a cui badare e lui ha bisogno anche di una figura paterna per crescere."
Continuò Yamcha, ormai irrefrenabile.
Bulma non disse nulla, ma lo stava ascoltando. Era sempre più sul punto di cedere del tutto, sfinita.
"Oh, Yamcha..."
Approfittando del momento di debolezza della ragazza, Yamcha le si fece sempre più vicino, talmente vicino da sentire su di sé il suo respiro.
"Bulma, sei una donna straordinaria."
Disse Yamcha, ormai le labbra dei due erano a pochi centimetri di distanza. Yamcha chiuse gli occhi.
"Ehi! Che state combinando?"
Trunks era appena entrato nella stanza.
"Tesoro, sei tu!"
Sussultò Bulma.
"Yamcha, mio padre se ne è appena andato e tu già fai il cascamorto con mia madre, ma non ti vergogni?"
Chiese Trunks, visibilmente irritato.
"Ma come si permette di parlarmi così?"
Pensò Yamcha, guardando irritato il bambino.
"Non dovresti essere ad allenarti?"
Chiese Yamcha, sperando di levarselo si torno.
"Stiamo facendo una pausa. Non cambiare argomento, stai lontano da mia madre, farabutto!"
Disse Trunks, stringendo i pugni per la rabbia.
"Questi non sono affari che ti riguardano."
Disse Yamcha.
"Facciamo una scommessa, allora. Tu ti batterai contro di me e se vinco io lascerai in pace per sempre mia madre."
Disse Trunks.
"E se vinco io allora tua madre uscirà con me, d'accordo?"
Chiese Yamcha. Bulma rimase attonita.
"Ma che cosa state dicendo voi due? Siete impazziti?"
Chiese Bulma, alzando la voce.
"Ci sto."
Disse alla fine Trunks.
Detto fatto, i due si diressero verso l'esterno del Palazzo, dove avrebbero avuto più spazio per combattere. Bulma li seguí.
I due si misero uno di fronte all'altro.
"Devo stare attento, è solo un ragazzino ma ha dimostrato una forza straordinaria. Non sarà semplice batterlo."
Pensò Yamcha, mettendosi in posizione di combattimento. Trunks fece altrettanto.
"Allora, sei pronto?"
Chiese Trunks al suo avversario e nel frattempo si trasformò.
"Prontissimo!"
Rispose Yamcha, ma non fece in tempo a dire altro che Trunks lo aveva già raggiunto, pronto a sfoderare un pugno in pieno viso. Yamcha parò per poco il colpo e subito dopo una raffica di colpi lo raggiunse. Yamcha con fatica li schivò e tentò di contrattaccare, ma Trunks era velocissimo e prima di riuscire a colpirlo con un calcio il ragazzino era già sopra di lui, a mezz'aria, a sfoderare un'altra raffica di colpi. Bulma preoccupata assisteva alla scena.
Trunks colpí sul viso Yamcha con una forza incredibile, poi lo colpí allo stomaco, costringendolo a piegarsi in due dal dolore. Un altro colpo alla schiena e Yamcha finì faccia a terra.
"E ora, il colpo di grazia!"
Disse Trunks, estasiato e pronto a lanciare un'onda energetica.
"No! Fermo!"
Bulma intervenne, temendo per la vita di Yamcha. Trunks si fermó di colpo.
"Fermo, non lo fare!"
Bulma sapeva che un colpo del genere avrebbe mandato Yamcha dritto all'altro mondo. Era solo un ragazzino ma era pur sempre il figlio di Vegeta, il principe dei Sayan e la sua forza era incredibile. Non voleva che suo figlio si macchiasse di un orribile delitto. Yamcha si rialzò a fatica e guardó Bulma.
"Ti arrendi?"
Chiese Trunks, con le braccia conserte, in attesa della risposta.
Yamcha lo guardò, sanguinante. Strinse i denti per la rabbia e l'umiliazione subita.
"Hai vinto tu.."
Disse Yamcha, con un filo di voce.
"Ho vinto! Evviva!"
Esultò Trunks, saltellando sul posto.
Bulma si avvicinò ai due. La sua mente era nel frattempo tornata in sé, ora sapeva cosa doveva fare.
"Yamcha, sappi che non avrei mai e poi mai accettato la tua offerta di aiuto."
Disse, risoluta.
"Vegeta se ne è andato, è vero, ma lui rimarrà sempre con me, anche se non posso vederlo e io gli sarò fedele, sempre. Fino alla fine."
Continuò.
"Io e Trunks ce la caveremo benissimo anche da soli."
Disse, infine, mentre Trunks continuava a esultare per la vittoria.
"Vorrei che la smettessi una volta per tutte di pensare a me in quel modo e potessi andare avanti. Te lo meriti, Yamcha. Fallo per te stesso."
Disse e tornò all'interno del palazzo.
Yamcha nel frattempo era distrutto. Ancora una volta aveva fallito nel suo intento, ma nel suo cuore sapeva che era giusto così. Bulma ormai non era più sua e non lo sarebbe più stata. Mai più. Con un sorriso amaro sulle labbra, decise che avrebbe smesso definitivamente di lottare per averla e che, come le aveva detto lei stessa, anche lui sarebbe andato avanti. Lo avrebbe fatto per sé stesso e per la sua dignità di uomo. Se è vero che era cambiato, lo avrebbe di certo dimostrato partendo proprio da lì. Yamcha decise che avrebbe rinunciato a Bulma e che le loro strade da quel momento si sarebbero divise. Era giunto il momento di fermarsi e cambiare percorso.
"Ti auguro tutto il bene del mondo, Bulma. Spero che tu possa essere felice."
Disse tra sé e guardò un'ultima volta verso la porta dalla quale era entrata Bulma. Ora era libero. Libero dal passato che lo aveva trattenuto troppo a lungo.

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