Imbarazzo

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"vieni, ti mostro la casa."
Disse Bulma al Sayan che senza dire nulla la seguí, sotto gli occhi esterrefatti di Yamcha.
"Qui c'è la tua stanza. Non è molto grande ma è confortevole e di lí c'è il bagno, caso mai volessi farti una doccia." Vegeta entrò in bagno e aprí il rubinetto della doccia, nel mentre Yamcha era entrato in casa.
"Credo siano arrivati i tuoi genitori. Io devo andare ora, ma ci vediamo stasera, ok?" Disse a Bulma
"Come? Di già? Sapevo che sarebbero stati fuori ancora per un po' e ora che faccio?" Disse la ragazza, pensando al fatto che aveva appena dato ospitalità ad un potenziale assassino.
Yamcha nel frattempo se ne era andato.
"Bulma? Tesoro? Siamo tornati!" Disse la signora Brief entrando in casa.
"Oh, e adesso? Che faccio? Non posso dirgli come se niente fosse che Vegeta è tornato." Senza pensarci due volte entrò in bagno anche lei, proprio mentre Vegeta era già sotto la doccia. Tra loro c'era solo una tenda a separarli e si sentiva il rumore dell'acqua scrosciare.
"Tesoro? Sei qui dentro?" Chiese la signora Brief mettendo una mano sulla maniglia della porta.
"Ehm, si! Sto facendo una doccia!" Rispose Bulma e in un attimo si precipitò nella doccia assieme al Sayan che giratosi per il rumore si stupí di vederla, tra l'altro con ancora indosso i vestiti.
"Ma cosa?" Disse Vegeta, ma Bulma prontamente gli mise una mano sulla bocca e gli fece cenno di tacere.
La signora Brief entrò in bagno e disse.
"Tesoro, c'è per caso qualche novità?"
"No, no, nessuna!"
"Capisco, allora me ne vado in cucina a preparare qualcosa di buono, magari un budino! Che ne dici?"
Le chiese.
"Si, si, va benissimo!"
"Molto bene, ci vediamo dopo tesoro."
E se ne andò. Non appena si chiuse la porta Vegeta sbottò.
"Che diavolo ti è saltato in mente?"
"Ecco, ehm...mi dispiace, i miei non sanno che sei arrivato, non se ne sono ancora accorti e devo prepararli all' idea che tu sei qui." Poi, in un attimo, Bulma si ricordò di essere nella doccia assieme a lui, completamente vestita e con le scarpe bagnate, mentre lui stava di fronte a lei senza vestiti. Divenne rossa come un peperone al pensiero e si coprí gli occhi istintivamente con una mano e uscí dalla doccia in un attimo.
Vegeta nel frattempo si era coperto con la tendina.
"Esci subito di qui!" Le urlò con rabbia.
"Si, si, va bene, vado!" Disse Bulma e uscí di scatto dal bagno.
"Tesoro ti sei già vestita? E come mai hai le scarpe bagnate?" Chiese suo padre appena la vide.
"Ehm... è una lunga storia, papà."
"A proposito, ho notato una navicella nel nostro giardino. Vegeta è tornato, vero?"
Chiese il signor Brief.
"Ehm, stavo giusto venendo a dirvelo, si, è tornato, ma non preoccupatevi, il suo obiettivo è solo Goku, non credo ci farà del male!"
"Ho capito, vado ad avvisare Bunny, allora. Quel giovane sarà affamato."
E detto ciò, il padre si diresse verso la cucina.
"Però, l'ha presa bene!" Pensò Bulma tra sé.

Venne la sera e Bulma stava per mettersi a dormire, ma prima, si accorse che non aveva ancora fumato una sigaretta.
"Poco male, la fumerò adesso."
Disse tra sé. Uscí sulla terrazza prendendo il pacchetto di sigarette e dopo averla accesa si accorse di non essere la sola ad essere fuori.
Vegeta stava nell'altro terrazzo e stava guardando il cielo.
"Dove sei Kaaroth? Ti ho cercato ovunque ma è come se ti fossi volatilizzato." Pensò tra sé il Sayan.
"Oh, ciao, Vegeta, non ti avevo visto." Esordí Bulma. Il ragazzo non rispose.
"Ti chiedo ancora scusa per oggi, non so cosa mi sia saltato in mente in realtà."
Continuò Bulma. Il Sayan ad un certo punto si mise a fissarla, con quegli occhi neri così profondi ma con lo sguardo minaccioso che lo contraddistingueva.
Bulma arrossí e non capiva il perché.
"Perché mi sta fissando? Cosa diavolo gli passerà per la testa?" Pensò la ragazza.
"Stai alla larga da me, donna!" Disse con fare minaccioso Vegeta. Detto ciò giró sui tacchi e se ne andò.
Bulma rimase in silenzio e d'un tratto si mise a pensare a quello che era successo nel pomeriggio.
"Certo che ha proprio un bel fisico, d'altronde si allena tutti i giorni. E poi, che sguardo, quegli occhi non mi hanno fatto paura, anzi...inizio a pensare che sia affascinante." Subito dopo aver pensato queste cose scosse la testa.
"Ma che mi passa per il cervello? Quello se volesse potrebbe farmi fuori in ogni momento! Eppure .." continuò a pensare.
"Eppure anche oggi avrebbe potuto farlo, ma non lo ha fatto."
Nel frattempo Vegeta nella sua stanza era in preda ad un altro tipo di pensieri.
"Quella terrestre mi farà impazzire. Ma che le sarà saltato in mente oggi? C'è da dire comunque che in un primo momento non mi è dispiaciuto che fosse entrata nella doccia, certo sarebbe stato meglio se non avesse avuto indosso i vestiti.." subito dopo aver pensato queste cose anche lui scosse la testa.
"Ma che mi salta in mente? Devo essere pazzo a pensare una cosa del genere, o probabilmente sono solo stanco."
Il ragazzo, dopo essersi sdraiato sul suo letto si addormentò all' istante.

Il giorno dopo, tutti si erano recati in un punto preciso poiché avevano avvertito un aura purtroppo familiare. Come tutti temevano, Freezer era tornato, ma al tempo stesso era stato sconfitto, insieme a suo padre, da un misterioso ragazzo con i capelli lilla. Poco dopo era arrivato Goku ed era atterrato nel punto preciso in cui il ragazzo dai capelli lilla aveva detto. Il giovane parlò con Goku degli avvenimenti che sarebbero accaduti fra tre anni e tutti decisero di mettersi al lavoro. Vegeta, che non era ancora riuscito a trasformarsi, voleva a tutti i costi raggiungere il suo obiettivo e quando tornarono alle rispettive case, il Sayan si mise subito di impegno.
"Che strano, quel ragazzo aveva qualcosa di familiare." Pensò tra sé, mentre si allenava nella Gravity room. Nel frattempo, qualcuno lo spiava.
"Certo che è proprio cocciuto. Vuole a tutti i costi superare Goku." Pensò Bulma, mentre lo guardava dall'oblò della capsula in cui si stava allenando.
"Ehi, che fai?"
Chiese Yamcha, che nel frattempo era arrivato.
"Ehm, niente...ma tu piuttosto, non dovresti essere ad allenarti?"
Chiese Bulma.
"Oggi volevo prendermi un giorno di riposo, perché non ci spostiamo altrove?"
Si sdraiarono su un prato, non molto lontano da casa.
Parlarono dei cyborg e di quanto si dovessero allenare per impedire i loro piani, poi Bulma chiuse gli occhi, per rilassarsi. Ad un certo punto si sentì osservata da Yamcha.
"Che c'è, Yamcha? Qualcosa non va?"
"S-stavo pensando che probabilmente noi dovremmo sbrigarci.."
"Sbrigarci a fare cosa?"
"B-beh ecco io...pensavo..a mettere su famiglia. Insomma, stiamo insieme da molto tempo e pensavo che.."
Bulma si allarmò all'istante.
"Ma che cosa dici?"
"Sì, insomma, non ti andrebbe di fare insieme un bel bambino?"
Detto ciò, Yamcha si avvicinò a lei e le mise una mano sul seno.
"Yamcha, cosa stai facendo?"
"Dai, non ci vede nessuno!"
Rispose e con un balzo si mise sopra di lei. In un primo momento decise di lasciarsi andare, ma successe qualcosa di inaspettato. Mentre il ragazzo le baciava avidamente il collo, la ragazza chiuse gli occhi per godersi il momento, ma quando lui tornò a guardarla in viso, lei al posto di vedere Yamcha vide un'altra persona. Riconobbe il suo ghigno malefico e per un attimo si immaginò che fosse proprio il Sayan a baciarla in quel modo. Nel suo corpo iniziarono a scorrere brividi lungo la schiena e il cuore iniziò a batterle forte.
"Che mi sta succedendo?" Pensò.
E di nuovo, il volto di Vegeta la fissava, con un sorriso a mezza bocca e quegli occhi neri penetranti. Bulma si ridestò e disse: "basta, ti prego!"
Si spostò di lato rimase a fissare il vuoto con incredulità.
"Ma che cosa mi salta in mente? Sono forse impazzita?"
Si domandò e lasciò Yamcha confuso accanto a lei.
"Credevo lo volessi anche tu.." disse il ragazzo.
"Io ...devo andare!" Disse Bulma e così fece. Si alzò e se ne andò.
Distesa sul suo letto, si mise a pensare a ciò che era appena successo. Voleva davvero un bambino? Era pronta a una cosa del genere? E poi, ecco che quegli occhi neri penetranti le tornarono alla mente e le venne un idea. Si slacciò i pantaloncini, si mise una mano nelle mutandine e chiuse gli occhi. Pensò al suo fisico scultoreo, a quelle mani che avrebbero potuto sgretolarla in un attimo se solo avesse voluto, ma che si posarono su di lei per tenerla ferma. Pensò a lui mentre le percorreva con la lingua l'incavo del collo, le spalle, spingendosi sempre più in giù. I brividi si fecero sempre più potenti e quando arrivò all'apice gemette e subito dopo, con molta calma estrasse la mano.
"Vegeta, perché mi fai questo effetto?" Pensò.
"Non dovrà mai saperlo nessuno."
Detto ciò, si girò su un fianco e si mise a dormire.

Una storia complicataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora