E se il tango va ballato in due,
io lo ballo con le mie paure.
Dopo mezz'ora infinita di canzoni cantate a squarciagola e risate, comunico a Leda di aver bisogno di qualcosa da bere e di non sparire prima del mio ritorno. Lei annuisce e mi dice che andrà a salutare un gruppo di ragazze che fanno surf con lei.Mi allontano facendo a gomitate con altre persone e riesco a raggiungere il bar e, soprattutto, farmi notare dal barman, che deve ascoltare tremila ordinazioni.
«Un espresso martini, per favore» chiedo scandendo le parole per farmi sentire.
«Ce li hai ventun anni, dolcezza?» risponde con un ghigno sporgendosi verso di me.
«Come?» chiedo confusa, ma realizzo immediatamente che qua non sono sufficienti i diciotto per ordinare alcolici.
«Lascia, Wren, la ragazza è con me» risponde una voce alla mia destra «e aggiungi anche un daiquiri»
«Agli ordini, cap» dice il barman, poi inizia a trafficare con bottiglie, bicchieri, frutta e aggeggi di cui non so il nome.
Mi volto verso il ragazzo che ha parlato, che sta guardando dritto davanti a sé.
«Grazie» dico in imbarazzo.
«Hai buon gusto» risponde distaccato, poi continua ad ignorarmi, finché il mio espresso martini non è sul bancone, mi anticipa e paga per entrambi.
Lo guardo perplessa.
«Non dovevi» rispondo non appena afferra il suo cocktail e si volta finalmente verso di me.
«No, ma volevo» dice mescolando con la cannuccia, ma senza guardarmi.
«Grazie allora»
Sono combattuta, mi sta ignorando e offrendo da bere allo stesso tempo?
«Cosa c'è dentro?» chiedo indicando il bicchiere per intavolare un discorso.
Lui mi guarda dal basso dietro la sua maschera nera, che gli copre mezzo volto. Incrocio il suo sguardo e rabbrividisco. È pacato, ma le sue iridi brillano.
«Mmm, rum? Non ne sono sicuro» risponde dopo aver preso un sorso molto, molto, anzi troppo abbondante.
«Buono» mento.
«Non lo hai mai assaggiato, vero?» risponde ridendo sotto i baffi. E ha un modo di farlo che mi fa salire il nervoso, come se stesse solo aspettando un buon motivo per prendermi in giro, o mortificarmi.
Mentre continua a guardarmi dietro la sua maschera, mi sento a disagio e per un secondo vorrei non essere io. Magari potrei essere una ragazza come Kenna, perfetta nel suo accappatoio, o come Leda, di una bellezza spontanea, e ancora, anche se mi costa dirlo, come Maddie, che farebbe girare la testa a qualunque uomo incontri.
«Sei la ragazza nuova» dice sicuro, senza traccia di domanda «quella italiana»
Lo guardo tramortita dall'intensità della sua voce. Quel daiquiri gli ha infiammato le corde vocali per caso?
«Come, come lo sai?» balbetto.
Sul suo volto si dipinge un ghigno furbo.
«Me l'hanno riferito» ribatte scolando il drink come se fosse acqua frizzante.
Mi ritrovo, senza volerlo, a studiarlo, ha i capelli nero pece tirati indietro, ma a differenza di Luke, non sono ingellati e sono un po' più lunghi, comunque non come quelli di BJ. Le maniche della camicia nera e lucida che indossa gli lasciano scoperti gli avambracci, completamente tatuati, senza un lembo di pelle vuota per più di due centimetri consecutivi. Con gli occhi risalgo fino al suo collo, e un fascio di linee spesse e scure si estendono fin lì dal braccio sinistro e si aprono sulla porzione di petto visibile dalla camicia aperta di qualche bottone.
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PHOENIX - Edelweiss
Romance[COMPLETA] Hai mai visto un ponte spezzato portare da qualche parte che non sia il vuoto? San Francisco. Una città pulsante e frenetica come i giovani che la popolano. Ed è qui che Bianca sceglie di ricominciare. Un Campus, una metropoli dai mille c...